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I
PRIMI TURBAMENTI
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
M arina
di Massa è la località balneare dove i
miei genitori amano recarsi ogni anno in
villeggiatura. Non c'è stata una sola
estate in cui mia sorella e io non
abbiamo consumato le vacanze in Versilia. E' successo
anche la scorsa estate quando hanno
preso in affitto una villetta in quel
tratto di litorale.
Mamma e papà avevano
occupato la stanza da letto al primo
piano, con le finestre che si
affacciavano sul retro dell'edificio. Io
e Giuditta, come nostra abitudine,
avevamo preso possesso della medesima
camera: due letti singoli, del tutto
identici, posti uno accanto all'altro.
La stanza, ubicata a piano terra, si
affacciava sul terreno erboso
prospiciente la villetta, poco lontano
dalla strada.
Tutte le mattine, mettendo piede sul
bagnasciuga dello stabilimento balneare,
là
dove eravamo solite occupare uno dei lettini ad abbronzarci, avevamo
addosso gli occhi dei maschi che
frequentavano quel tratto di arenile.
Giuditta non è il tipo di
ragazza che passa inosservata. Infatti,
nello stabilimento balneare si
atteggiava a zarina. Ogni suo desiderio
era esaudito dai ragazzi che le
ronzavano d'intorno come cani da
trifola, desiderosi di scoparsela pur
sapendo che era vergine.
Giuditta ha diciassette
anni, tre più dei miei quattordici, ed è uno
schianto di ragazza. Madre natura l'ha
dotata di un corpo bellissimo. Quando
sarò grande vorrei essere bella e
affascinante come lei. Non sono gelosa
delle attenzioni che uomini e donne le
riversano addosso. Standole accanto,
raccogliendo le sue confidenze, ho
acquisito parecchie conoscenze sulla
natura umana e ho fatto mie molte delle
sue maniere, non tutte in verità.
Infatti, sono troppo golosa e non riesco
a mantenere la linea come
invece riesce a lei.
Sono vergine ma sono determinata a farmi
deflorare al più presto. Magari con un ragazzo
capace di farmi fare le capriole alla
fica tutte le volte che lo guardo.
Ho voglia di scopare al più
presto, lo desidero più di qualsiasi
altra cosa al mondo. Un po' di petting
l'ho fatto appartandomi con qualche mio
coetaneo, toccare mi sono fatta toccare,
anche là, fra le cosce, ma scopare no.
Se non l'ho fatto è perché nessuno ha
avuto sufficiente coraggio per mettermi
il cazzo nella mano, altrimenti lo avrei
infilato dritto fra le cosce o in
alternativa nella bocca. Ma non voglio
supplicare un ragazzo perché mi scopi,
altrimenti sarei bollata come una troia
e non voglio che accada.
Giuditta ha perduto la
verginità l'estate scorsa durante il
nostro soggiorno a Marina di Massa. Ne
sono stata testimone e ho goduto
nell'ascoltare i gemiti di piacere che
le uscivano dalla bocca mentre scopava.
A differenza di mia sorella non ho
nessuna intenzione di aspettare fino a
diciassette anni per perdere la verginità,
voglio che accada prima, molto prima.
Il ragazzo cui ha
lasciato la verginità ha un nome:
Tazio. E' un tipo con i capelli lunghi e
unti che gli scendono sino alle spalle,
trasandato e all'apparenza persino non
troppo pulito. Un vero Black Block come
ama definirsi lui. Ha solo qualche anno
più di mia sorella, ma dà
l'impressione d'essere molto più
vecchio della sua età.
Giuditta lo ha conosciuto
sulla spiaggia. E' stato un vero colpo
di fulmine. Tazio spacciava collanine e
bracciali mercanteggiando con i bagnati
allo stesso modo degli extracomunitari.
La sera stessa Giuditta gli ha permesso
di dormire insieme a lei nel letto
della nostra camera. C'è rimasto sino
all'alba, poi è fuggito dalla finestra
per non farsi scoprire dai miei
genitori.
Verso mezzanotte si è
introdotto di soppiatto nella nostra
camera dopo che io e Giuditta avevamo
spento le luci. Si era avvicinato alla
tapparella della finestra e aveva
bussato con insistenza contro i listelli
di plastica facendosi riconoscere,
supplicando Giuditta di farlo entrare
nella stanza da letto, minacciandola in
caso contrario di svegliare i nostri
genitori.
Giuditta si è vista
costretta a sollevare la serranda e lo
ha fatto accomodare nella camera
nonostante le mie resistenze, poi lo ha
accolto sotto le lenzuola del letto.
Mentre Tazio si spogliava
sono rimasta muta, sdraiata nel
giaciglio del mio letto, a guardare
nella semioscurità la sua ombra. L'ho
visto togliersi di dosso pantaloni e
maglietta, sdraiarsi nudo accanto a mia
sorella e fare l'amore con lei.
Mi ha sconcertata
l'arrendevolezza con cui Giuditta ha
lasciato che si sistemasse nel letto
accanto a lei. Non mi sarei mai
aspettata che lo facesse, invece.
- Cosa sei venuto a fare,
eh? - l'ho sentita bisbigliare mentre
Tazio si denudava davanti a lei.
- Ti dispiace che sia
venuto a farti visita?
- Non ti ho invitato.
- E io sono venuto lo
stesso.
Qualche istante dopo avere
pronunciato quelle parole Tazio si è
sdraiato accanto a Giuditta.
Ascoltare i gemiti che
uscivano dalle loro labbra è stato un
tormento. Mi sono accucciata sul fianco
con le spalle rivolte a loro due, senza
riuscire a evitare d'ascoltare il rumore
dei loro corpi che si rivoltavano fra le
lenzuola.
- Non togliere la mano sul
cazzo. Dai, masturbami. - l'ho sentito
dire.
Giuditta ha accondisceso
alla richiesta di Tazio, infatti, non ha
avuto bisogno di chiederglielo una
seconda volta.
Ho faticato non poco a
addormentarmi eccitata da quanto stava
succedendo nel letto accanto al mio.
Quando Giuditta e Tazio si sono
assopiti, finalmente ho potuto chiudere
occhio anch'io.
- Ti ha scopata? - ho
chiesto a Giuditta dopo che Tazio se
n'era fuggito via.
- No, ma lo avrebbe voluto
fare. Io non gliel'ho permesso.
- Che stupida sei, io la
passera gliela avrei data subito se me
l'avesse chiesta.
- Uffa! Sei la solita
bambina.
- E cosa ti ha fatto?
- Ha voluto che gli facessi
una sega, che altro!
- E tu gliel'hai fatta?
- Sì.
- E come è stato? Cosa hai
provato?
- Cazzo! Come sei curiosa,
eh!
- Dai non fare la cretina,
dimmelo. Non è mica la prima volta che
prendi in mano un cazzo, no?
- Beh, c'ha un bel cazzo.
- Grosso quanto?
- E che ne so. Grosso
quanto basta da farmi godere mentre lo
impugnavo.
- E' venuto?
- Sì
- Dove?
- Come sarebbe a dire,
dove?
- Dove ha scodellato lo
sperma, ecco cosa intendevo dire.
- Ma sono domande da fare?
Ha sborrato e basta!
- Ti è piaciuto?
- Sì, molto.
- E poi, cosa avete fatto?
- Mi ha succhiato le tette.
- Ah! e com'è stato,
piacevole?
- Non immagini quanto. Mi
ha strizzato i capezzoli fino a farmi
male, poi li ha raschiati con i denti.
Ho cominciato a respirare con affanno
per la troppa eccitazione e ho
cominciato a gemere di piacere. Mi avrai
sentita, no?
- Sì, certo, e poi?
- E poi cosa?
- Dai, non fare la cretina,
continua.
- E poi mi ha toccata là.
- Accidenti! Ti ha
masturbata?
- Ho lasciato che mi
accarezzasse, poi gli ho allontanato la
mano, Che altro avrei dovuto fare?
- E lui?
- Ha ripreso a toccarmi e
mi ha ficcato le dita nella fica.
- E poi?
- Mi ha masturbata.
- Sei venuta come quando lo
fai da sola?
- No, ma...
- Dimmi, dai, che cosa hai
provato?
- E' difficile da spiegare,
certe cose bisogna provarle, non si
possono descrivere le emozioni.
- Lo immagino. Ma ha
cercato di scoparti?
- Sì, ma non gliel'ho
permesso.
- Che stronza che sei,
potevi perdere la verginità e non lo
hai fatto, ma cosa aspetti a farlo, eh?
Vuoi morire zitella?
- Non lo so.
La notte seguente Tazio è
tornato di nuovo a bussare alla
tapparella della nostra stanza da letto.
Era da poco passata la mezzanotte quando
Giuditta si è alzata da letto e lo ha
fatto accomodare sotto le lenzuola
accanto a sé.
Infischiandosene della mia
presenza hanno seguitato a fare l'amore
per gran parte della notte, ma stavolta
non ho resistito alla voglia di
masturbarmi. Al persistente
martellamento dei loro gemiti ho passato
le dita sul clitoride e soltanto dopo
essere venuta mi sono addormentata.
- Ti ha scopata? - ho
chiesto a Giuditta al risveglio.
- Tu cosa ne pensi? - ha
detto lasciandosi sfuggire un sorriso
tra l'ironico e il beffardo.
- Non lo hai fatto,
altrimenti me lo avresti già
confessato, vero?
- Mi ha raccontato che ho
un odore dolce e mutevole fra le cosce.
- Ma va, là. E che altro?
- Beh, che gli piace il mio
corpo quando sa leggermente di umidità.
- Carino, il ragazzo, eh!
- Sì, davvero.
- E poi?
- Mi ha detto che la mia
fica è bellissima quando è bagnata.
- Ma come ha fatto a
vederla se eravate al buio?
- Che importa, l'ha
carezzata e ha avvertito che l'avevo
fradicia. Solo a pensarci mi dà ancora
i brividi.
- Non avete fatto
nient'altro?
- Beh, stavolta mi ha
obbligata a fargli un pompino.
- Ma, dai!
- Non volevo, te lo giuro.
Ma l'ho fatto.
- E come è stato?
- E' stato come andare in
Paradiso!
- Uhm...
- Si è rivelato difficile
farglielo? Non ti ha fatto schifo?
- No, anzi, è stato tutto naturale. Te lo giuro.
- E poi?
- E' venuto.
- Dove?
- Nella mia bocca.
- Merda! E non ti sei
scostata?
- Non ho fatto in tempo. Mi
ha trattenuto il capo sulla cappella con
le sue mani e ho dovuto ingoiare tutto
lo sperma.
- E non ti ha fatto schifo?
- No.
- E che sapore ha?
- Difficile da dirsi, ma il
gusto non è cattivo, te lo giuro.
Per un'intera settimana
Tazio è tornato a fare visita alla
nostra camera ogni notte. Sembravano
instancabili lui e Giuditta nel fare
l'amore. Alla fine è riuscito a
sverginare mia sorella. Giuditta me lo
ha raccontato con dovizia di
particolari.
Sono trascorsi sei mesi da
allora. Giuditta di ragazzi ne ha avuti
altri tre, da uno si è fatta persino
inculare, la troia.
Ho quattordici anni, sono
alta un metro e cinquanta e peso cento
chili. La verginità sta diventando un
peso troppo ingombrante per me, non lo
sopporto e me ne voglio liberare a ogni
costo, ma da un po' di tempo fuggo dai
maschi perché ho paura di essere
respinta.
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