Non
appartengo alla categoria delle donne che bramano mettere le corna al marito e sono abili nel tirarsi
indietro quando hanno l’occasione per
farlo. Nemmeno faccio parte di quelle
donne infedeli che finiscono per
sentirsi in colpa dopo che hanno tradito
il partner. Invece rientro nella
categoria delle donne, parimenti
innamorate del proprio uomo e
dell’amante, destinate a mantenere in
vita due storie parallele. Infatti,
adoro Roberto, mio marito, ma nello
stesso tempo amo anche Fabrizio: il mio
amante. E’ davvero così strano?
Fabrizio
lavora
come macellaio in un
ipermercato ubicato all’estrema
periferia della città, abbastanza lontano dalla
mia abitazione. Fa parte delle sue
mansioni eseguire la
macellazione delle carni degli animali, ma
di solito si occupa del commercio della
carne al dettaglio; quella esposta sui
banchi e pronta alla vendita.
Nel
tardo pomeriggio di un anno fa, libera
da impegni dal lavoro in ospedale, luogo
dove esercito la professione
d’infermiera strumentista di sala
operatoria, mi ero recata a fare spesa
nell'ipermercato dove lavora Fabrizio
invogliata dallo sconto del 30% 40% 50%
sul prezzo di vari prodotti, di cui
avevo preso nota sfogliando le pagine di
un volantino recapitatomi nella buca
delle lettere.
Parcheggiata
la Fiat Panda in una delle piazzole
lasciate libere nell'area antistante
l’ipermercato, recuperato un carrello
per la spesa, ho iniziato a muovermi fra
le corsie che ospitano i generi
alimentari accaparrandomi molte delle
merci reclamizzate in offerta per cui
ero andata lì. Dopo un lungo girovagare
fra scansie, mensole e scaffalature, ero
capitata dinnanzi al bancone della
macelleria decisa ad acquistare una
porzione di carne di vitello che avrei
cucinato arrosto con contorno di patate.
Ed è stato lì che ho fatto conoscenza
di Fabrizio.
Virilmente
bello da togliere il fiato, alto, spalle
larghe, muscoloso,
capelli corvini che gli incorniciavano
il viso, aveva l'aspetto di un atleta uscito da una sfilata di moda. Tutt’a
un tratto mi sono ritrovata nella
condizione di avere una gran voglia di
assaggiare il suo cazzo.
Glielo
avrei preso volentieri in bocca e
succhiato sino allo sfinimento. Una
fantasia erotica del tutto normale per
una donna della mia età, credo, anche
se mi ero sentita confusa scoprendo di
covare nel mio inconscio quella fantasia
erotica, seppure dovuta all'avvenente
bellezza di quell'uomo. Infine il
macellaio si era rivolto a me ostentando
una voce calda e sensuale per ricevere
l'ordinazione.
In
quella
occasione, estranei uno all'altra,
c'eravamo mantenuti cauti entrambi,
ossequiosi dei nostri rispettivi ruoli.
Lui macellaio e io cliente, scambiandoci
soltanto frasi di circostanza, mentre
l’eccitazione mi era montata
implacabile fra le cosce inumidendomi la
vagina, anzi avevo persino creduto
d’avere delle extrasistole tanta era
l’agitazione.
Dopo
quella fortuita conoscenza avevo fatto
ritorno sempre più spesso, perlomeno rispetto alle mie abitudini, al medesimo
ipermercato, riuscendo a scambiare con
Fabrizio più di una battuta spiritosa,
ma nessuna confidenza personale.
Dopotutto, avendo su per giù la
medesima età, era normale che avessimo
degli argomenti in comune.
Captato
il
suo nome e cognome, grazie ai continui
scambi di parole intercorsi dietro il
bancone della macelleria fra lui e i
colleghi di lavoro, mi ero messa a
cercare su Facebook se era presente un
suo profilo e l'avevo trovato. Però mi
ero astenuta dal chiedergli l’amicizia
come sono solita fare quando ho voglia
di conoscere qualcuno di cui mi
interessa entrare in confidenza, anche
perché una volta preso atto che era
fidanzato ne ero rimasta delusa.
Stimolata
dalla
curiosità avevo dato uno sguardo al
profilo della ragazza con cui era
fidanzato. Dalle foto presenti nelle
pagine del diario avevo preso atto che
era un gran pezzo di gnocca. Anzi, una
porca assetata di cazzi di prima
categoria, avevo pensato, stante il modo
in cui esibiva le proprie nudità.
Magari si era pure fatta sfondare il
buco del culo tanto apparivano splendide, ai
miei occhi, le forme delle natiche.
Qualche
settimana dopo essermi messa a sbirciare
il diario di Fabrizio ero
venuta a conoscenza che si era lasciato
con la ragazza, e la notizia mi
aveva fatto immenso piacere.
Era
un periodo della mia vita, forse anche
per merito del sopraggiungere della
stagione primaverile, in cui mi sentivo
in particolare sintonia con mio marito.
Difatti, facevamo sesso quasi tutti i
giorni con soddisfazione di entrambi, ma
un uomo come Fabrizio non era certo il
tipo da passare inosservato ai miei
occhi, perché dietro a
quel
bancone della macelleria era come ci
fosse Brad Pitt. Dico poco?
Con
il sopraggiungere dell'estate avevo
smesso di frequentare l’ipermercato,
ma dopo qualche mese, col l'arrivo dell'autunno, avevo ripreso a fare
visita al reparto di macelleria,
intrattenendomi a parlare con Fabrizio,
finendo ogni volta con la figa in
liquefazione eccitata dalla visione di
quel macho d'uomo.
Lontano
dalle mura dell’ipermercato conducevo
una vita serena, anzi a un certo punto
della mia vita non avevo pensato quasi
più a Fabrizio, fintanto che, un bel
giorno, mi era giunta una sua richiesta
di amicizia su Facebook.
Ricevere
quella richiesta mi aveva messo
sottosopra. D'acchito mi ero chiesta
come avesse fatto a entrare in possesso
della mia identità, sta di fatto che
cercandomi mi aveva dato a intendere che
ci teneva molto a me.
Gli
avevo accordato l'amicizia cliccando con
il mouse sull’apposita icona della
pagina di Facebook e, di fatto, da quel
giorno è iniziata la nostra storia che
non è fatta solo di sesso.
Fabrizio aveva
cominciato a messaggiarmi sempre più
spesso. All'inizio scrivendo con cose
blande, simpatiche, senza mai azzardarsi
a rivolgermi oscene attenzioni, poi
aveva preso ad adularmi riempiendomi di
complimenti, asserendo che sono una
donna affascinante e finendo col dirmi
che mi desiderava.
All’inizio
avevo risposto alle sue smancerie con
cortesia, senza mostrarmi
particolarmente interessata agli
apprezzamenti lusinghieri di cui mi
faceva oggetto, anche se lusingata la
ero per davvero perché ogni sua parola
era fonte di eccitazione,
tanto da spingermi, leggendo i suoi
messaggi e fissando lo sguardo sulle
fotografie che lo ritraevano, a
masturbarmi davanti allo schermo del
computer.
Infine
avevo scoperto che dietro l’apparenza
di uomo rude, che tanto mi aveva
attratto, c’era una persona di genio e
cultura. Laureato in scienze politiche
si interessava di cinema, letteratura,
musica e pittura. Insomma oltre essere
dotato di una straordinario fascino non
era, affatto, un coglione, ma dotato di
una intelligenza superiore alla media
degli uomini che mi circondano.
Col
passare dei giorni avevo smesso di
sentirmi in colpa verso mio marito
nell'avere pensieri indecenti, e mi era
venuta una gran voglia di tradirlo,
seppure solo con il pensiero, anche se
avevo fatto di tutto per sembrargli non
solo simpatica, ma anche disponibile ad
approfondire la nostra conoscenza.
Ripassarmi
il trucco, aggiustarmi i capelli,
vestirmi in modo elegante tutte le volte
che mi preparavo a uscire di casa per
raggiungere il supermercato, la dice
lunga su quanto fossi interessata a
ricevere da Fabrizio degli apprezzamenti
accattivanti. Oramai ero pronta a
concedergli il mio corpo, se solo me lo
avesse sollecitato, lasciando da parte ogni
inibizione, abbandonandomi al piacere
della carne senza vergogna oppure sensi
di colpa.
Dietro
l’interesse che provavo verso la sua
persona c’era il desiderio di un
rapporto sessuale arroventato, perché
ero certa che scopare con lui lo sarebbe
stato. Così quando i suoi messaggi
erano diventati di natura sempre più
indecenti ed espliciti, avevo accettato
un appuntamento.
Avevo
raggiunto il parcheggio del Brico
Center, luogo dell’appuntamento, a metà
pomeriggio. Fabrizio era ad attendermi,
seduto al posto di guida di una
scintillante Renault Clio, in una
piazzola del parcheggio parecchio
distante dall'ingresso principale della
struttura commerciale. Avevo affiancato
la Clio con la mia Panda e, una volta
spento il motore, ero scesa
dall’autovettura.
Il cuore
sembrava uscirmi dal petto tanta era
l’emozione che mi portavo addosso. Non
avevo mai tradito mio marito e quel
pomeriggio ero certa che sarebbe
accaduto. Avevo aperto la portiera della
Renault Clio e occupato il sedile
accanto a Fabrizio.
-
Ciao! - aveva detto abbozzando un
sorriso di circostanza. - Tutto bene?
-
Sì. - avevo risposto con voce incerta,
stante l’emozione.
Fabrizio
aveva
messo in moto l'automobile e ci eravamo
allontanati dal parcheggio. Poco dopo
eravamo in aperta campagna diretti verso
i territori della Bassa.
E
adesso dove mi condurrà, avevo pensato.
In qualche carraia di campagna, era
stata l'ipotesi che avevo formulato come
la più probabile. Infatti, dopo un po'
di chilometri, aveva fermato la Clio a
ridosso delle mura di cinta del cimitero
del paese di Palasone, all'ombra di una
fila di pioppi, lontano da occhi
indiscreti. Un luogo cui, tutt'ora,
siamo rimasti affezionati, e dove seguitiamo a
trovare rifugio spesso e volentieri.
Durante
il viaggio, ridendo e scherzando,
avevamo parlato di cose futili, perlopiù
delle amicizie che avevamo in comune su
Facebook. Ma una volta arrestata la
vettura accanto alle mura del cimitero,
mi era tornata alla mente la volta in
cui, con mio marito, da fidanzati,
avevamo fatto sesso in un posto isolato
a ridosso di un bosco di pioppi. In
quella occasione, buttando la prudenza
alle ortiche, avevamo sperimentato il
sesso in piedi, con me coricata di
pancia sul cofano della vettura e lui
che mi prendeva da dietro, affamato del
mio culo, costringendomi per la prima
volta a praticare il sesso anale. Una
esperienza eccitante e soddisfacente per
entrambi, resa poco dolorosa dai grumi
di saliva che aveva abbondantemente
riversato sull'orifizio dell'ano e sulla
cappella mentre l’affondava fra le mie
natiche.
Insieme
ci eravamo trovati a praticare del
“sesso on the road”, una esperienza
rivelatasi stimolante e nella quale
avevamo messo alla prova la nostra sagacia
e abilità fisiche. Infatti,
lo spazio dentro l’abitacolo della
Renault Clio era striminzito e gli
ostacoli parecchi. Dopo un primo scambio
di carezze e baci era montata in
entrambi l’eccitazione che ci divorava,
così avevamo iniziato a scambiarci
effusioni e carezze sempre più intime,
finendo con il masturbarci
reciprocamente.
Affamati
uno dell’altra ci eravamo denudati e
trasferiti con una certa difficoltà nel
sedile posteriore. Prima d'uscire di
casa mi ero premurata d'indossare il
minimo vestiario necessario, evitando
lacci, bottoni e cerniere che non
avrebbero fatto altro che complicarmi la
vita e generare nervosismo e impazienza.
Così non avevo incontrato difficoltà a
denudarmi, evitando di andare a sbattere
contro la leva del cambio e scansando il
freno a mano per non
farmi male.
Da
autentici equilibristi del sesso, una
volta appollaiati sul sedile posteriore,
avevamo iniziato a cercarci più di
quanto era accaduto sino a quel momento,
stimolati dalla cocente passione che ci
divorava, senza trattenerci dall'osare,
perché tutt’e due eravamo andati lì
soltanto per godere dei piaceri del mio
e suo corpo: quello e basta.
Coinvolti
dalla passione che ci attanagliava ci
eravamo adattati a fare del sesso
acrobatico nel poco spazio che avevamo a
disposizione, così avevamo fatto di
tutto per raggiungere il piacere senza
rischiare di finire all’ospedale per
colpa delle accidentali contusioni che
nonostante tutto ci procuravamo.
Avevo trovato seducente la sua
intraprendenza, questo perché da subito
mi aveva dato a intendere che più di
tutto desiderava procurarmi piacere.
Aveva seguitato a lungo a deliziarmi con
baci e carezze, distribuendole in ogni
striscia di pelle del mio corpo, prima
di passare a stuzzicarmi il monte di
venere con la punta della lingua, deciso
a prendersi cura della vagina.
Si era messo in ginocchio fra le mie
cosce e con le dita aveva provveduto a
dilatarmi le grandi labbra, gonfie
all'inverosimile per l'esorbitante
flusso di sangue, poi aveva provveduto a
leccarmi la vagina.
Prima
di conoscere mio marito avevo avuto
parecchie storie con uomini e donne. In
una sola occasione, un uomo, prima di
penetrarmi mi aveva sgarbatamente
sputato sul sesso più di un grumo di
saliva. E quell'atto mi aveva eccitata
parecchio.
Fabrizio invece si era prodigato a
baciare, leccare, mordere e succhiare le
grandi e piccole labbra giocandoci
attorno con la lingua in modo da
sollecitare la lubrificazione della
vagina, senza cessare di stimolarmi con
l'estremità delle dita l’interno
delle cosce, poi si era dato da fare con
la lingua, con la dovuta delicatezza,
sul clitoride, praticandomi un
connilingus da paura.
Compiaciuta
del suo modo di fare mi ero abbandonata
alle sue effusioni e avevo cominciato
mugolare di piacere. E mentre succhiava
il clito non avevo potuto fare a meno di
carezzarmi le tette, dilungandomi a
strizzare i capezzoli turgidi ed estesi.
Dopo un po’ che si prodigava a
succhiare e leccare il clitoride ero
esplosa in un grido di piacere.
L’agognato orgasmo era sopraggiunto
soltanto quando aveva cominciato a
masturbarmi con un paio di dita e si era
tuffato a capo fitto a leccarmi il buco
del culo; il mio punto debole.
All’apice
del godimento gli avevo allontanato il
capo e stretto forte le cosce. Le ho
riaperte dopo qualche secondo quando
Fabrizio, rimasto in ginocchio davanti a
me, mi aveva penetrata spingendo a fondo
il cazzo nella vagina.
Infine avevamo assunto la posizione
della tigre, con le mie gambe sistemate
cavallo delle sue spalle, e cominciato a
scopare. Ma contrariamente a quello che
auspicavo aveva tardato a lungo prima di
venire, c’era riuscito soltanto quando
mi aveva messo carponi sul sedile, nella
classica posizione alla pecorina, e mi
aveva scopata sino a tremare da
capo a piedi, prima di eiaculare sulla
mia schiena.
E'
trascorso
più di un anno da quando ha avuto
inizio la storia che ho intrapreso con
Fabrizio. Quello che mi tiene legata a
lui non è soltanto il sesso perché
oltre a farlo bene ne sono pazzamente
innamorata, ma nel contempo seguito ad
amare anche mio marito e non potrei mai
lasciarlo per un altro uomo. Vivo con
soddisfazione due amori parallelamente.
E’ così strano?
Non
ho mai confidato a nessuno, neanche a
Calotta, la mia migliore amica, che sto
vivendo questa storia fuori dal
matrimonio. Sono certa che giudicherebbe
questa relazione extraconiugale in malo
modo, e se decidessi di rivelarglielo
non scorgerebbe sul mio volto un solo
tratto di pentimento. Invece mi
piacerebbe rendere partecipe mio marito
della storia che ho con Fabrizio, ma
sono certa che mi ripudierebbe e non
posso permettermi di perderlo. Magari un
giorno o l’altro lo farò, forse.
Nondimeno il nostro matrimonio è
solido, e nulla è mai cambiato fra di
noi anche se vivo un altro amore.
Essere amata da due uomini, con cui
faccio stabilmente sesso, mi permette di
essere ancora più felice rispetto a
quando ne amavo uno solo, anzi da quando
ho cominciato a scopare con Fabrizio ho
notato che è migliorata anche la qualità
del sesso che pratico con mio marito.
L’esperienza che sto conducendo con
Roberto e Fabrizio mi ha portato a
credere che è profondamente ipocrita
intrattenersi a parlare di fedeltà e
tradimento, ma che occorrerebbe
mostrarsi maggiormente liberi di fare
l’amore con chiunque, perché è uno
dei tanti modi che la natura ci ha fatto
dono per relazionarci con gli altri
esseri umani.
I
miei due uomini sono persone
profondamente diverse. Fabrizio, il mio
amante, nonostante il mestiere di
macellaio, è un uomo assolutamente
tranquillo, sveglio, arguto e
terribilmente dolce e poi si comporta
come se fossi la donna più importante
che c'è sulla terra. Mentre Roberto è
un bambinone, scontroso, ma passionale e
sa farmi sentire amata.
In
questo momento della mia vita mi sono
convinta che per seguitare a vivere ho
bisogno di avere accanto entrambi. Li
amo! Ho bisogno di loro. Per quale
ragione dovrei rinunciare a uno dei due?
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