ERIKA E I SUOI DUE AMORI

di
Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

 

   Non appartengo alla categoria delle donne che bramano mettere le corna al marito e sono abili nel tirarsi indietro quando hanno l’occasione per farlo. Nemmeno faccio parte di quelle donne infedeli che finiscono per sentirsi in colpa dopo che hanno tradito il partner. Invece rientro nella categoria delle donne, parimenti innamorate del proprio uomo e dell’amante, destinate a mantenere in vita due storie parallele. Infatti, adoro Roberto, mio marito, ma nello stesso tempo amo anche Fabrizio: il mio amante. E’ davvero così strano?
        Fabrizio lavora come macellaio in un ipermercato ubicato all’estrema periferia della città, abbastanza lontano dalla mia abitazione. Fa parte delle sue mansioni eseguire la macellazione delle carni degli animali, ma di solito si occupa del commercio della carne al dettaglio; quella esposta sui banchi e pronta alla vendita.
        Nel tardo pomeriggio di un anno fa, libera da impegni dal lavoro in ospedale, luogo dove esercito la professione d’infermiera strumentista di sala operatoria, mi ero recata a fare spesa nell'ipermercato dove lavora Fabrizio invogliata dallo sconto del 30% 40% 50% sul prezzo di vari prodotti, di cui avevo preso nota sfogliando le pagine di un volantino recapitatomi nella buca delle lettere.
        Parcheggiata la Fiat Panda in una delle piazzole lasciate libere nell'area antistante l’ipermercato, recuperato un carrello per la spesa, ho iniziato a muovermi fra le corsie che ospitano i generi alimentari accaparrandomi molte delle merci reclamizzate in offerta per cui ero andata lì. Dopo un lungo girovagare fra scansie, mensole e scaffalature, ero capitata dinnanzi al bancone della macelleria decisa ad acquistare una porzione di carne di vitello che avrei cucinato arrosto con contorno di patate. Ed è stato lì che ho fatto conoscenza di Fabrizio.
        Virilmente bello da togliere il fiato, alto, spalle larghe, muscoloso, capelli corvini che gli incorniciavano il viso, aveva l'aspetto di un atleta uscito da una sfilata di moda. Tutt’a un tratto mi sono ritrovata nella condizione di avere una gran voglia di assaggiare il suo cazzo. Glielo avrei preso volentieri in bocca e succhiato sino allo sfinimento. Una fantasia erotica del tutto normale per una donna della mia età, credo, anche se mi ero sentita confusa scoprendo di covare nel mio inconscio quella fantasia erotica, seppure dovuta all'avvenente bellezza di quell'uomo. Infine il macellaio si era rivolto a me ostentando una voce calda e sensuale per ricevere l'ordinazione.
        In quella occasione, estranei uno all'altra, c'eravamo mantenuti cauti entrambi, ossequiosi dei nostri rispettivi ruoli. Lui macellaio e io cliente, scambiandoci soltanto frasi di circostanza, mentre l’eccitazione mi era montata implacabile fra le cosce inumidendomi la vagina, anzi avevo persino creduto d’avere delle extrasistole tanta era l’agitazione.
       Dopo quella fortuita conoscenza avevo fatto ritorno sempre più spesso, perlomeno rispetto alle mie abitudini, al medesimo ipermercato, riuscendo a scambiare con Fabrizio più di una battuta spiritosa, ma nessuna confidenza personale. Dopotutto, avendo su per giù la medesima età, era normale che avessimo degli argomenti in comune.
        Captato il suo nome e cognome, grazie ai continui scambi di parole intercorsi dietro il bancone della macelleria fra lui e i colleghi di lavoro, mi ero messa a cercare su Facebook se era presente un suo profilo e l'avevo trovato. Però mi ero astenuta dal chiedergli l’amicizia come sono solita fare quando ho voglia di conoscere qualcuno di cui mi interessa entrare in confidenza, anche perché una volta preso atto che era fidanzato ne ero rimasta delusa.
        Stimolata dalla curiosità avevo dato uno sguardo al profilo della ragazza con cui era fidanzato. Dalle foto presenti nelle pagine del diario avevo preso atto che era un gran pezzo di gnocca. Anzi, una porca assetata di cazzi di prima categoria, avevo pensato, stante il modo in cui esibiva le proprie nudità. Magari si era pure fatta sfondare il buco del culo tanto apparivano splendide, ai miei occhi, le forme delle natiche.
        Qualche settimana dopo essermi messa a sbirciare il diario di Fabrizio ero venuta a conoscenza che si era lasciato con la ragazza, e la notizia mi aveva fatto immenso piacere.
       Era un periodo della mia vita, forse anche per merito del sopraggiungere della stagione primaverile, in cui mi sentivo in particolare sintonia con mio marito. Difatti, facevamo sesso quasi tutti i giorni con soddisfazione di entrambi, ma un uomo come Fabrizio non era certo il tipo da passare inosservato ai miei occhi, perché dietro a
quel bancone della macelleria era come ci fosse Brad Pitt. Dico poco?
        Con il sopraggiungere dell'estate avevo smesso di frequentare l’ipermercato, ma dopo qualche mese, col l'arrivo dell'autunno, avevo ripreso a fare visita al reparto di macelleria, intrattenendomi a parlare con Fabrizio, finendo ogni volta con la figa in liquefazione eccitata dalla visione di quel macho d'uomo.
      Lontano dalle mura dell’ipermercato conducevo una vita serena, anzi a un certo punto della mia vita non avevo pensato quasi più a Fabrizio, fintanto che, un bel giorno, mi era giunta una sua richiesta di amicizia su Facebook. 
        Ricevere quella richiesta mi aveva messo sottosopra. D'acchito mi ero chiesta come avesse fatto a entrare in possesso della mia identità, sta di fatto che cercandomi mi aveva dato a intendere che ci teneva molto a me.
         Gli avevo accordato l'amicizia cliccando con il mouse sull’apposita icona della pagina di Facebook e, di fatto, da quel giorno è iniziata la nostra storia che non è fatta solo di sesso.
     Fabrizio aveva cominciato a messaggiarmi sempre più spesso. All'inizio scrivendo con cose blande, simpatiche, senza mai azzardarsi a rivolgermi oscene attenzioni, poi aveva preso ad adularmi riempiendomi di complimenti, asserendo che sono una donna affascinante e finendo col dirmi che mi desiderava.
        All’inizio avevo risposto alle sue smancerie con cortesia, senza mostrarmi particolarmente interessata agli apprezzamenti lusinghieri di cui mi faceva oggetto, anche se lusingata la ero per davvero perché ogni sua parola era fonte di eccitazione, tanto da spingermi, leggendo i suoi messaggi e fissando lo sguardo sulle fotografie che lo ritraevano, a masturbarmi davanti allo schermo del computer.
        Infine avevo scoperto che dietro l’apparenza di uomo rude, che tanto mi aveva attratto, c’era una persona di genio e cultura. Laureato in scienze politiche si interessava di cinema, letteratura, musica e pittura. Insomma oltre essere dotato di una straordinario fascino non era, affatto, un coglione, ma dotato di una intelligenza superiore alla media degli uomini che mi circondano.
      Col passare dei giorni avevo smesso di sentirmi in colpa verso mio marito nell'avere pensieri indecenti, e mi era venuta una gran voglia di tradirlo, seppure solo con il pensiero, anche se avevo fatto di tutto per sembrargli non solo simpatica, ma anche disponibile ad approfondire la nostra conoscenza.
        Ripassarmi il trucco, aggiustarmi i capelli, vestirmi in modo elegante tutte le volte che mi preparavo a uscire di casa per raggiungere il supermercato, la dice lunga su quanto fossi interessata a ricevere da Fabrizio degli apprezzamenti accattivanti. Oramai ero pronta a concedergli il mio corpo, se solo me lo avesse sollecitato, lasciando da parte ogni inibizione, abbandonandomi al piacere della carne senza vergogna oppure sensi di colpa.
        Dietro l’interesse che provavo verso la sua persona c’era il desiderio di un rapporto sessuale arroventato, perché ero certa che scopare con lui lo sarebbe stato. Così quando i suoi messaggi erano diventati di natura sempre più indecenti ed espliciti, avevo accettato un appuntamento. 

        Avevo raggiunto il parcheggio del Brico Center, luogo dell’appuntamento, a metà pomeriggio. Fabrizio era ad attendermi, seduto al posto di guida di una scintillante Renault Clio, in una piazzola del parcheggio parecchio distante dall'ingresso principale della struttura commerciale. Avevo affiancato la Clio con la mia Panda e, una volta spento il motore, ero scesa dall’autovettura. 
      Il cuore sembrava uscirmi dal petto tanta era l’emozione che mi portavo addosso. Non avevo mai tradito mio marito e quel pomeriggio ero certa che sarebbe accaduto. Avevo aperto la portiera della Renault Clio e occupato il sedile accanto a Fabrizio.
        - Ciao! - aveva detto abbozzando un sorriso di circostanza. - Tutto bene?
        - Sì. - avevo risposto con voce incerta, stante l’emozione.
        Fabrizio aveva messo in moto l'automobile e ci eravamo allontanati dal parcheggio. Poco dopo eravamo in aperta campagna diretti verso i territori della Bassa.
        E adesso dove mi condurrà, avevo pensato. In qualche carraia di campagna, era stata l'ipotesi che avevo formulato come la più probabile. Infatti, dopo un po' di chilometri, aveva fermato la Clio a ridosso delle mura di cinta del cimitero del paese di Palasone, all'ombra di una fila di pioppi, lontano da occhi indiscreti. Un luogo cui, tutt'ora, siamo rimasti affezionati, e dove seguitiamo a trovare rifugio spesso e volentieri.
        Durante il viaggio, ridendo e scherzando, avevamo parlato di cose futili, perlopiù delle amicizie che avevamo in comune su Facebook. Ma una volta arrestata la vettura accanto alle mura del cimitero, mi era tornata alla mente la volta in cui, con mio marito, da fidanzati, avevamo fatto sesso in un posto isolato a ridosso di un bosco di pioppi. In quella occasione, buttando la prudenza alle ortiche, avevamo sperimentato il sesso in piedi, con me coricata di pancia sul cofano della vettura e lui che mi prendeva da dietro, affamato del mio culo, costringendomi per la prima volta a praticare il sesso anale. Una esperienza eccitante e soddisfacente per entrambi, resa poco dolorosa dai grumi di saliva che aveva abbondantemente riversato sull'orifizio dell'ano e sulla cappella mentre l’affondava fra le mie natiche.
         Insieme ci eravamo trovati a praticare del “sesso on the road”, una esperienza rivelatasi stimolante e nella quale avevamo messo alla prova la nostra sagacia e abilità fisiche. Infatti, lo spazio dentro l’abitacolo della Renault Clio era striminzito e gli ostacoli parecchi. Dopo un primo scambio di carezze e baci era montata in entrambi l’eccitazione che ci divorava, così avevamo iniziato a scambiarci effusioni e carezze sempre più intime, finendo con il masturbarci reciprocamente.
        Affamati uno dell’altra ci eravamo denudati e trasferiti con una certa difficoltà nel sedile posteriore. Prima d'uscire di casa mi ero premurata d'indossare il minimo vestiario necessario, evitando lacci, bottoni e cerniere che non avrebbero fatto altro che complicarmi la vita e generare nervosismo e impazienza. Così non avevo incontrato difficoltà a denudarmi, evitando di andare a sbattere contro la leva del cambio e scansando il freno a mano per non farmi male. 
      Da autentici equilibristi del sesso, una volta appollaiati sul sedile posteriore, avevamo iniziato a cercarci più di quanto era accaduto sino a quel momento, stimolati dalla cocente passione che ci divorava, senza trattenerci dall'osare, perché tutt’e due eravamo andati lì soltanto per godere dei piaceri del mio e suo corpo: quello e basta.
        Coinvolti dalla passione che ci attanagliava ci eravamo adattati a fare del sesso acrobatico nel poco spazio che avevamo a disposizione, così avevamo fatto di tutto per raggiungere il piacere senza rischiare di finire all’ospedale per colpa delle accidentali contusioni che nonostante tutto ci procuravamo.
      Avevo trovato seducente la sua intraprendenza, questo perché da subito mi aveva dato a intendere che più di tutto desiderava procurarmi piacere. Aveva seguitato a lungo a deliziarmi con baci e carezze, distribuendole in ogni striscia di pelle del mio corpo, prima di passare a stuzzicarmi il monte di venere con la punta della lingua, deciso a prendersi cura della vagina. 
      Si era messo in ginocchio fra le mie cosce e con le dita aveva provveduto a dilatarmi le grandi labbra, gonfie all'inverosimile per l'esorbitante flusso di sangue, poi aveva provveduto a leccarmi la vagina. 
        Prima di conoscere mio marito avevo avuto parecchie storie con uomini e donne. In una sola occasione, un uomo, prima di penetrarmi mi aveva sgarbatamente sputato sul sesso più di un grumo di saliva. E quell'atto mi aveva eccitata parecchio.
      Fabrizio invece si era prodigato a baciare, leccare, mordere e succhiare le grandi e piccole labbra giocandoci attorno con la lingua in modo da sollecitare la lubrificazione della vagina, senza cessare di stimolarmi con l'estremità delle dita l’interno delle cosce, poi si era dato da fare con la lingua, con la dovuta delicatezza, sul clitoride, praticandomi un connilingus da paura.
        Compiaciuta del suo modo di fare mi ero abbandonata alle sue effusioni e avevo cominciato mugolare di piacere. E mentre succhiava il clito non avevo potuto fare a meno di carezzarmi le tette, dilungandomi a strizzare i capezzoli turgidi ed estesi. Dopo un po’ che si prodigava a succhiare e leccare il clitoride ero esplosa in un grido di piacere. L’agognato orgasmo era sopraggiunto soltanto quando aveva cominciato a masturbarmi con un paio di dita e si era tuffato a capo fitto a leccarmi il buco del culo; il mio punto debole.
        All’apice del godimento gli avevo allontanato il capo e stretto forte le cosce. Le ho riaperte dopo qualche secondo quando Fabrizio, rimasto in ginocchio davanti a me, mi aveva penetrata spingendo a fondo il cazzo nella vagina.
     Infine avevamo assunto la posizione della tigre, con le mie gambe sistemate cavallo delle sue spalle, e cominciato a scopare. Ma contrariamente a quello che auspicavo aveva tardato a lungo prima di venire, c’era riuscito soltanto quando mi aveva messo carponi sul sedile, nella classica posizione alla pecorina, e mi aveva scopata sino a tremare da capo a piedi, prima di eiaculare sulla mia schiena.

         E' trascorso più di un anno da quando ha avuto inizio la storia che ho intrapreso con Fabrizio. Quello che mi tiene legata a lui non è soltanto il sesso perché oltre a farlo bene ne sono pazzamente innamorata, ma nel contempo seguito ad amare anche mio marito e non potrei mai lasciarlo per un altro uomo. Vivo con soddisfazione due amori parallelamente. E’ così strano?
        Non ho mai confidato a nessuno, neanche a Calotta, la mia migliore amica, che sto vivendo questa storia fuori dal matrimonio. Sono certa che giudicherebbe questa relazione extraconiugale in malo modo, e se decidessi di rivelarglielo non scorgerebbe sul mio volto un solo tratto di pentimento. Invece mi piacerebbe rendere partecipe mio marito della storia che ho con Fabrizio, ma sono certa che mi ripudierebbe e non posso permettermi di perderlo. Magari un giorno o l’altro lo farò, forse. Nondimeno il nostro matrimonio è solido, e nulla è mai cambiato fra di noi anche se vivo un altro amore.
      Essere amata da due uomini, con cui faccio stabilmente sesso, mi permette di essere ancora più felice rispetto a quando ne amavo uno solo, anzi da quando ho cominciato a scopare con Fabrizio ho notato che è migliorata anche la qualità del sesso che pratico con mio marito. 
      L’esperienza che sto conducendo con Roberto e Fabrizio mi ha portato a credere che è profondamente ipocrita intrattenersi a parlare di fedeltà e tradimento, ma che occorrerebbe mostrarsi maggiormente liberi di fare l’amore con chiunque, perché è uno dei tanti modi che la natura ci ha fatto dono per relazionarci con gli altri esseri umani.
        I miei due uomini sono persone profondamente diverse. Fabrizio, il mio amante, nonostante il mestiere di macellaio, è un uomo assolutamente tranquillo, sveglio, arguto e terribilmente dolce e poi si comporta come se fossi la donna più importante che c'è sulla terra. Mentre Roberto è un bambinone, scontroso, ma passionale e sa farmi sentire amata.
        In questo momento della mia vita mi sono convinta che per seguitare a vivere ho bisogno di avere accanto entrambi. Li amo! Ho bisogno di loro. Per quale ragione dovrei rinunciare a uno dei due?

 
 
 

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