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HO PRESO LO SCOLO?
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Mio
padre non ha abbandonato il cattivo vizio di
darmi consigli, eppure con i miei
quarant'anni non sono più una
ragazzina. Dice che lo fa perché gli
sta a cuore la mia salute, ma in realtà
è un gran rompiballe. L'ultimo dei
suoi suggerimenti riguarda il modo di
bere il caffè.
- Quando consumi un caffè,
specie in un locale pubblico, colloca
sempre il manico della tazzina alla tua
sinistra. In questo modo metterai le
labbra dalla parte meno utilizzata dalle
persone che ne hanno fatto uso prima di
te. Non bisogna mai dare per scontato
che la tazzina sia stata lavata
accuratamente da chi è obbligato a
farlo, infatti, potresti rimanere
contagiata da chi ha un herpes sul
labbro o più semplicemente è portatore
di qualche virus come quello
dell'influenza.
Ormai c'ho fatto
l'abitudine a consumare il caffè con il
manico della tazzina stretto nella mano
sinistra. Anche stamani, quando ho messo
piede nel bar sotto casa per fare
colazione, ho dato seguito al consiglio
di mio padre, ciononostante stasera ho
la febbre.
Stavolta ho l'impressione
che il rialzo termico della temperatura corporea
sia generato da qualcosa di molto più
grave di una semplice influenza.
Merda! Da alcuni giorni
soffro di un fastidioso prurito alla
vagina. Ho insistito a lavarmi le
piccole e le grandi labbra con dei
frequenti bidet, ma il prurito si
ripresenta mezzora dopo che ho eseguito
le abluzioni.
Queste poche linee di
febbre mi preoccupano. E' possibile che
ci sia una relazione con il prurito alla
vagina, ma quale? Eppure non ho alcun
tipo di perdite sierose e nemmeno sento
bruciore all'uretra.
L'insistenza del prurito mi
ha fatto pensare a quando, anni fa, mi
sono beccata lo scolo per la prima
volta. All'epoca avevo solo diciotto
anni e sapevo poco o niente a proposito
delle malattie che si trasmettono
attraverso il contagio sessuale, a dire
il vero nemmeno mi ero accorta di essere
ammalata. Era stato il dermatologo a
informarmi che avevo contratto la
blenorragia.
La malattia, specie per
quanto riguarda noi donne, come si è
preso la briga d'informarmi il medico,
spesso è del tutto asintomatica.
Possono trascorrere intere settimane, o
in certi casi addirittura mesi, prima
che i microrganismi agenti della
malattia siano scoperti come è accaduto
nel mio caso.
In quella occasione non
avevo secrezioni purulente alla vagina e
all'uretra, né ero affetta da difficoltà
urinare e nemmeno pisciavo di frequente
come succede a chi ha lo scolo. Quello
di cui soffrivo era un intenso dolore
all'addome quando evacuavo le feci.
Quando mi sono accorta della presenza di
muco e pus negli escrementi ho preso
paura e mi sono rivolta al medico di
famiglia senza informare mamma e papà
del mio stato. E' stato proprio il
medico di famiglia a indirizzarmi dal
dermatologo.
Quella di cui soffrivo era
una gonorrea rettale. L' avevo contratta
scopando con un partner occasionale cui
avevo permesso di sodomizzarmi.
Se penso a quanto mi è
accaduto in quella circostanza posso
ritenermi fortunata. Perché? Beh,
meglio essermi presa lo scolo nel culo
piuttosto che una faringite gonococcica
frutto di un maldestro pompino.
Una quindicina di anni fa,
durante il tirocinio formativo per
conseguire il diploma d'infermiera, mi
era capitato di lavorare per un paio di
settimane in uno degli ambulatori della
Clinica di Dermatologia. In quella
occasione avevo coadiuvato un medico
dermatologo mentre visitava un paio di
ragazze affette da scolo in bocca. Non
avevo mai pensato che un pompino potesse
provocare effetti così fastidiosi alla
gola, invece.
Stasera, prima di scrivere
sul diario queste riflessioni, ho
guardato con cura il tessuto della
biancheria intima che porto addosso. In
effetti non ho riscontrato nessuna
traccia di secrezioni provenienti dalla
vagina e nemmeno dal retto.
La volta in cui mi ero
presa lo scolo nel culo il dermatologo
aveva provveduto a eseguire degli esami
colturali prelevando con un tampone il
muco che stagnava nell'ampolla rettale.
Lo aveva depositato su un vetrino e
provveduto a inviarlo al laboratorio di
microanalisi.
In quella occasione,
nonostante le raccomandazioni del
dermatologo, non ero stata in grado
d'informare il tizio che mi aveva
contagiata perché non sapevo niente di
lui. Lo avevo incontrato per caso in
discoteca e mi era del tutto
sconosciuto. E poi doveva essersi
accorto prima di me dello scolo che
aveva addosso. Merda! Maledetto lui.
Quando c'eravamo trovati
nell'abitacolo della sua automobile, e
aveva insistito per scoparmi, gli avevo
dato il culo soltanto perché ero
mestruata e non mi andava di sporcargli
il cazzo di mestruo. Meno male che non
gli avevo dato anche la bocca.
La terapia
antibiotica con ampicillina aveva
risolto facilmente il problema. Dopo
pochi giorni dall'inizio della terapia
muco e pus erano scomparsi dalle feci.
Per un paio di settimane mi sono
astenuta dall'avere rapporti sessuali
con chiunque, come da consiglio medico,
dopodiché sono tornata a essere la
troia che ero prima del contagio.
Spero che il prurito di cui
sono vittima scompaia alla svelta. Già
altre volte mi è capitato d'averlo.
Adesso che ci penso è sempre accaduto
in prossimità del ciclo mestruale, solo
che le altre volte durava soltanto un
paio di giorni mentre ora sembra
persistere. Che sia una infezione
micotica?
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