HO FATTO L'AMORE CON 
ALYSSA LOVE 

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  

   Alyssa era la ragazza più figa del Liceo Tasso, ma anche la più troia se mi è consentito dirlo. E' questa la ragione per cui un gruppo di studenti del liceo le avevano affibbiato l'appellativo "Alyssa Love". A tutt'oggi non so dire con certezza se Alyssa era una ninfomane, come si sussurrava nei corridoi della scuola, oppure soltanto una ragazza priva d’inibizioni a cui piaceva distrarsi facendo del sesso spinto.
   Il fatto che fosse considerata una ragazza di facili costumi accrebbe il mio interesse verso la sua persona soprattutto quando, all'approssimarsi delle feste natalizie, si diffuse la notizia di una singolare riffa erotica da lei promossa.
   Quando Alyssa escogitò quell'osceno progetto aveva diciotto anni, due anni più dei miei. Frequentava il 5° anno ed era prossima a concludere gli studi liceali. Bionda naturale, capelli mossi, fisico statuario, pelle chiara, labbra adescatrici, tette piccole, capezzoli sporgenti come siluri in netto contrasto con le leggi di gravità, era l'immagine personificata di Nicole Kidman.
   Anch'io, come molti miei coetanei, ne ero pazzamente innamorato. Per lei ero disposto a fare qualsiasi cosa se me lo avesse chiesto. A quell'età ero ancora vergine, infatti, con le ragazze avevo scambiato soltanto timidi baci, carezze, qualche palpatina e nulla più, senza impegnarmi in un rapporto serio, forse perché a nessuna delle ragazze ero piaciuto. Seghe invece ero solito spararmene anche un paio di volte al giorno, ma solo facendo ricorso alla mia mano.

   Nel mio immaginario di adolescente Alyssa Love raffigurava l'ideale di ragazza con cui avrei voluto perdere la verginità. Eppure, nonostante desiderassi fare la sua conoscenza, non avevo mai trovato sufficiente coraggio per rivolgerle la parola, né l'audacia di porgerle un cenno di saluto.
   Infatti, pareva non essersi accorta della mia presenza dentro la scuola, abituata com'era a relazionarsi con gli studenti del 5° anno e prossimi all'esame di maturità. In più di una occasione, incrociandola nei corridoi della scuola oppure per la strada, ero rimasto incantato, guardandola con occhi ammirati, senza trovare riuscire ad attirare la sua attenzione e farmi conoscere.
    Tra gli studenti del 5° anno c'era chi millantava di avere fatto sesso con lei descrivendola come una ragazza disinibita, affamata di sesso, disposta a concretizzare qualsiasi genere d'esperienza erotica. Reputai quelle storie al pari di maldestri pavoneggiamenti, perlomeno fintanto che nella scuola si diffuse la notizia di una riffa erotica.
   Alyssa faceva coppia fissa con Ivan, uno spilungone dall'aspetto naif e dai modi primitivi, suo compagno di classe, di cui si mostrava innamoratissima. Eppure non avevo niente da invidiargli perché dai miei compagni ero considerato un secchione. Infatti, avevo la media dell'otto in tutte le materie, cosa che per un liceale non è cosa di poco conto.

   La notizia della riffa, allestita da Alyssa e dal suo ragazzo, si diffuse in un battibaleno fra gli studenti del liceo Tasso, specie quando si seppe che il primo numero estratto del gioco del lotto, sulla ruota di Milano, avrebbe avuto l'opportunità di trascorrere una intera nottata in compagnia di Alyssa Love.
   L'idea della riffa era venuta ad Alyssa per procurarsi il denaro necessario per trascorrere, insieme a Ivan, una vacanza di dieci giorni alle Seychelles in coincidenza delle festività del Natale e Capodanno. Il costo di ciascuno dei novanta numeri della riffa fu fissato da Ivan, che nel caso specifico le avrebbe fatto da manager, in 200 euro. L'incasso presunto, nel caso fossero stati venduti tutti i tagliandi sarebbe stato di 18.000 euro: cifra di gran lunga superiore all'effettivo valore della vacanza.
   Duecento euro non erano poca cosa, perlomeno per le mie tasche. Ma facendo ricorso alla mia abilità adulatoria verso i miei nonni e alla disponibilità di mamma, riuscii a mettere insieme i quattrocento euro necessari per acquistare due biglietti.
   Durante l'intervallo di metà mattina, quando mancavano soltanto tre giorni all'estrazione del numero vincente, fissato per la giornata di sabato, mi recai al primo piano della scuola, infilandomi nell'androne dei gabinetti, luogo d'incontri amorosi e spaccio di roba per eccellenza. Ero andato lì per incontrare Ivan, il ragazzo di Alyssa, impegnato a smerciare i biglietti della riffa, e consegnargli il denaro necessario per partecipare alla riffa.
   Sennonché quando mi sentii rispondere che l'acquisto dei tagliandi era riservato ai ragazzi delle classi del 5° anno ne fui amareggiato. Sentirmi dire che ero troppo giovane per prendere parte alla riffa mi mortificò, deluso fui sul punto di mettermi a piangere. Cercai in tutti i modi di convincere Ivan, mostrandogli i 400 euro necessari all'acquisto dei biglietti, ma fu irremovibile nel tenere fede alle regole che lui e Alyssa avevano imposto.
   - E' Alyssa che non vuole avere niente a che fare con degli sbarbatelli come te. Se dipendesse da me li prederei subito i tuoi soldi. Mi farebbero comodo, ma non posso accettarli. 
   Ricevuto il rifiuto tornai in classe con gli occhi gonfi, profondamente deluso per avere perso l'occasione di fare sesso con Alyssa, la ragazza dei miei sogni.
   Il venerdì, quando ormai mancava un solo giorno all'estrazione della riffa, nella scuola si diffuse la notizia che metà dei numeri della riffa erano rimasti invenduti. Alla luce di questo inconveniente, che in qualche modo avrebbe potuto compromettere le vacanza alle Seychelles, Alyssa concesse anche agli studenti del III° e IV° anno la possibilità di acquistare i biglietti della riffa.
   Appresa la notizia mi precipitai fuori dalla classe. Andai in giro da un cesso all'altro, facendo visita ai diversi piani della scuola, alla ricerca di Ivan, deciso ad acquistare un paio di numeri della riffa prima che qualcun altro se li accaparrasse e ne rimanessi privo.
   Buon per me che non avevo speso i 400 euro che conservavo nel portafoglio. In verità avevo adocchiato un paio di jeans e un maglione di cachemire nelle vetrine di uno dei negozi del centro città, ma avevo soprasseduto dall'acquistarli. Forse era destino che tutto quel denaro lo investissi nella riffa.
   Rintracciai Ivan nel corridoio al secondo piano della scuola. Era intento a vendere un paio di biglietti a un ragazzo del IV° anno. Le prime parole che riuscii a pronunciare rivolgendomi a lui furono:
   - Hai ancora biglietti?
   - Me ne sono rimasti una decina. Entro la mattina spero di venderli tutti. Ti interessa ancora la cosa?
   - Beh, vorrei acquistarne un paio.
   - Il prezzo lo sai?
   - Sì, certo, ho il denaro con me.
   - Allora dammi 400 euro. Per quanto riguarda i numeri hai qualche preferenza? - disse mostrandomi un foglio di carta che si premurò di togliere dalla tasca su cui comparivano novanta caselle, tante quanti erano i numeri della riffa. 
   Su ogni numero venduto c'era scritto il nome del liceale che se l'era accaparrato. Scrutai la tabella mettendo gli occhi sui pochi numeri rimasti liberi. Non impiegai molto tempo a decidermi. Per primo scelsi il 77, il numero che nella smorfia simboleggia le gambe delle donne, e quelle di Alyssa erano tornite assai bene, dopodiché scelsi il mio numero fortunato, il 5.
   Pagata la cifra concordata salutai Ivan e tornai in classe soddisfatto. Entrare nel ristretto gruppo di liceali che avrebbero partecipato alla riffa la considerai una piccola ma grande vittoria. Avevo soltanto due possibilità su novanta di trascorrere una intera notte in compagnia di Alyssa. La matematica mi concedeva poche possibilità di essere il prescelto, ma sapevo bene che senza l'ausilio della riffa non sarei mai riuscito ad arrivare a lei.
   Quella sera stessa, vigilia delle estrazioni del lotto, mi sparai un paio di seghe nel mio letto per calmare l'eccitazione che mi portavo addosso. Riuscii a addormentarmi soltanto alle tre di notte tanto ero scosso. Il sabato mattina, a scuola, il principale argomento di discussione fu il fatidico primo numero sulla ruota di Milano.
   Soltanto bidelli e insegnati non erano al corrente della riffa. Nessuno dei miei coetanei ammise, nonostante le mie sollecitazioni, di essere fra coloro che avevano acquistato almeno un numero.
   Tutti sembravano snobbare l'iniziativa, eppure dei novanta numeri non ne era rimasto invenduto nemmeno uno. L'unico a conoscere i nomi di coloro che avevano acquistato i biglietti della riffa era Ivan, ma si guardò bene dal rivelarli a chi andava a chiedergli informazioni. La mattina di sabato, giorno dell’estrazione, Alyssa non si presentò in classe, forse per evitare le domande imbarazzanti che le avrebbero rivolto le amiche.
   Alle otto di sera, subito dopo avere cenato, andai a rifugiarmi nella mia cameretta. Lontano dagli occhi dei miei genitori mi preparai davanti alla tivù ad assistere all'estrazione dei numeri sulla ruota di Milano. Quando sullo schermo del televisore apparvero i numeri estratti, corrispondenti alle stazioni di Bari, Bologna, Genova, ero già in stato catatonico. All'apparire della scritta riferita alla ruota di Milano e subito dopo della schermata del primo dei cinque numeri estratti, confermato dalla voce della speaker, mi prese un coccolone che quasi svenni tanta fu l'emozione.

   Il cuore prese a pulsare celermente all'apparire del numero 5 nello schermo, il respiro quasi mi si fermò in gola. Tutt'a un tratto mi ritrovai in piedi, davanti allo schermo del televisore, a guardare, incredulo, i numeri che seguitavano a comparire uno dopo l'altro sullo schermo.
   Pareva impossibile che fossi io il vincitore della riffa, invece accadde con mia grande meraviglia. Seguitai a muovermi nella stanza, camminando avanti e indietro, riducendo a mal partito il parquet di legno, fintanto che, esausto, mi rovesciai supino sul letto. Chiusi gli occhi e provai a immaginarmi in compagnia di Alyssa Love mentre facevamo l'amore.
   Film pornografici ne avevo visti fino a farmi venire il callo alle dita delle mani tante erano le seghe che mi ero sparato davanti a quelle immagini. Dopo un po' che fantasticavo sulle diverse pose del Kamasutra che Alyssa e io avremmo potuto assumere, mi venne da pensare al luogo dove avremmo trascorso la fatidica notte. In albergo? A casa sua? Presi in considerazione la possibilità di trascorrere la nottata nel garage di mio padre, utilizzando i sedili della sua vettura da materasso per farci l'amore con Alyssa. Di sicuro avrei dovuto raccontare una bugia ai miei genitori per convincerli a lasciarmi libero per tutta la notte. Questi e altri pensieri mi riempirono la mente fino a lunedì mattina giorno in cui feci ritorno a scuola.
   Naturalmente in classe e nei corridoi della scuola non si parlò d'altro che del vincitore della riffa. Ivan si guardò bene dal renderlo pubblico, io invece avrei voluto gridarlo al mondo intero che ero il prescelto, invece mantenendo fede agli accordi intercorsi con lui al momento dell'acquisto dei biglietti non rivelai a nessuno d'essere il vincitore.

   Il sabato successivo l'estrazione del numero vincente della riffa, giorno prescelto per trascorrere la notte insieme con Alyssa Love, già dal primo mattino non stavo nella pelle per l'emozione. Al supermercato mi procurai una confezione di 25 preservativi Durex Comfort XXL in lattice, ultrasottili, aromatizzati al gusto della menta augurandomi che Alyssa, fra le altre cose che avremmo fatto a letto, si adoperasse a farmi un pompino.
   Quando poco dopo le nove di sera mi ritrovai a suonare il campanello al portone della sua abitazione, conscio del fatto che era sola in casa poiché i genitori, come ogni week-end, si erano allontanati dalla città per recarsi nella villa al mare, si mostrò sorpresa nel sentire la mia voce al citofono.
   - Ah, sei tu? - disse come se stesse attendendo qualcun altro al posto mio.
   - Beh, eravamo d'accordo per stasera, no?
   - Sì, certo, adesso provvedo ad aprirti il portone.
   Alyssa si presentò sulla porta della propria abitazione, al secondo piano del condominio, vestita con addosso un pigiama di flanella a fiorellini, capelli tirati sopra la testa a coda di cavallo, ciabatte di raso ai piedi guarnite con dei pompon rosa. L'aspetto non era per niente interessante, anzi tutt'altro, sembrava si fosse agghindata in quel modo apposta per confondermi, come se volesse togliermi dalla mente l'illusione di essere di fronte alla ragazza più bella del liceo.
   Nei giorni precedenti Ivan mi aveva presentato ad Alyssa, ma contrariamene a quello che speravo lei si era mostrata indifferente, anzi aveva persino fatto finta di non conoscermi nonostante in più di una occasione mi aveva sorpreso a osservarla con malcelato interesse nei corridoi e fuori dalla scuola.
   Una volta messo piede nell'appartamento mi condusse direttamente nella sua cameretta. Lo fece senza rivolgermi una sola parola, come se non le interessasse granché relazionarsi con la mia persona. 
    La stanza dove mi fece accomodare era quella di una adolescente con appesi alle pareti tanti manifesti di famosi attori. Su un tavolino trovava posto un computer portatile, un armadio, un paio di seggiole e il letto.
   - Ti sei premurato di portarti appresso i profilattici? Sì o no? Beh, da un paio di anni assumo la pillola anticoncezionale, quindi pericoli di rimanere incinta non ne corro, ma non vorrei beccarmi qualche malattia, per cui dovrai fare uso del preservativo. Sei d'accordo?
   - Sì, certo. - dissi alquanto imbarazzato. Trassi di tasca la confezione di 25 Durex Comfort XXL in lattice, ultrasottili, aromatizzati al gusto della menta che mi ero procurato al supermercato e gliela mostrai. 
   - Accidenti! Una confezione più piccola sarebbe stata sufficiente. Non credi? 
   - Ho trovato solo questa al supermercato.
   - Okay, dai, spogliati allora.
   Preso alla sprovvista da quello che più che un invito pareva un ordine esitai prima di liberarmi degli abiti che avevo addosso. Quando si avvide che stavo esitando si mise a sorridere.
   - Non dirmi che è la prima volta che fai del sesso con una ragazza. E' forse così?
   - Beh, sì, in effetti, non l'ho mai fatto.
   - Sei vergine allora, cazzo! - disse guardandomi con aria di sufficienza dopo avere messo le mani sui fianchi. - In vita mia non ho mai fatto sesso con un maschio vergine. Mi incuriosisci, lo sai?
   - Non so cosa ci sia di tanto strano in questo. - risposi stizzito.
   - Niente, è che la cosa mi fa divertire. Ma un preservativo l'hai mai indossato?
   - Qualche volta.
   - Come sarebbe dire qualche volta? Vuoi dirmi che ti sei fatto delle seghe col preservativo?
   - Sì.
   - E ti è piaciuto?
   - Mica tanto, preferisco di gran lunga masturbarmi senza.
   - Beh, con me dovrai indossarlo, spero che Ivan ti abbia informato.
   - Sì, lo capisco.
   - Dai spogliati che voglio vedere come sei fatto sotto.
   - Vuoi dire che sei curiosa di vedermelo, il cazzo.
   - Sì.
   - In un baleno mi liberai del giubbotto. Subito dopo mi liberai degli altri indumenti fintanto che rimasi con il solo boxer addosso.
   - Togli anche quello, dai. Te l'ho detto che sono curiosa di vedere come sei attrezzato.
   Abbassai l'elastico dei boxer e lasciai cadere l'indumento sul parquet. Rimasi immobile per qualche istante, col capo chino, prima di riprendere a guardare nella sua direzione. Provai vergogna non per essere nudo, ma perché mi sentivo umiliato dal modo in cui Alyssa mi aveva trattato fino a quel momento.
   - C'hai un bel cazzo! E' più grosso più di quello di Ivan, se devo essere sincera.
   - Davvero? - dissi sorpreso, ma soddisfatto nell'udire quella affermazione.
   - Sì, dico sul serio. Adesso vai di là, nel bagno, fatti una doccia e lavati bene il culo. Dopo torna qua.
   - Ma...
   Mi indicò la stanza del bagno e mi sospinse dentro. Feci di nuovo la doccia anche se l'avevo fatta poco prima di uscire da casa. Quando tornai nella sua cameretta, senza che glielo chiedessi, Alyssa si liberò del pigiama. Rimasi sorpreso nel costatare che non aveva addosso né slip né reggiseno. Nuda come una dea, conscia della propria bellezza, si soffermò a guardarmi con aria di compiacimento mentre mi perdevo a rimirarla col cazzo che pulsava fra le mie gambe. Non rimase a lungo davanti a me, lasciò che la guardassi per qualche istante, poi si sottrasse alla mia vista rifugiandosi sotto le lenzuola del letto.
   - Dai, che aspetti? Vieni qua.
   Seppure confuso dalla vista del suo corpo nudo non esitai a catapultarmi sul letto. Mi ritrovai a contatto con il suo corpo, viso contro viso, bocca contro bocca, pelle contro pelle, e d'istinto l'abbracciai. Lei non si ritrasse e mi lasciò fare. Il suo corpo era un'orgia di profumi e la sua pelle morbida e calda. Esitai prima di baciarla, poi lasciai cadere le labbra nell'incavo fra la spalla e il collo e le diedi un bacio, poi un altro, e un altro ancora. Rimasi deluso perché Alyssa sembrava intenzionata a non contraccambiare i miei atti di venerazione, invece tutt'a un tratto afferrò il cazzo nella mano e cominciò a carezzarmelo, poi prese a scappellare a più riprese il prepuzio.
   Poco prima di uscire da casa per recarmi all'appuntamento con Alyssa mi ero sparato un paio di seghe, consapevole che se non l'avessi fatto sarei venuto sborrando nelle mutande ancora prima di toccarla. A questo pensai mentre le sue dita, abili come un passpartout, mi masturbavano. Ci sapeva fare, eccome! Tutt'a un tratto mi ritrovai con la sua lingua che rovistava nella mia bocca e l'umido della saliva, mischiato alla mia, che mi colava dal mento.
   Seguitammo a lungo a baciarci mentre, senza un attimo di pausa, seguitava a toccarmi il cazzo. Io al contrario non sapevo decidermi a toccarla fra le cosce intimidito dalla sua intraprendenza.
   - Toccami la passera, dai, non essere timido, sciocchino. Che aspetti? - mi sussurrò all'orecchio.
   Lasciai cadere le labbra sulle tette e le scapezzolai stirando le areole con i denti fino a farla urlare per il dolore.
   - Cazzo! Mi stai facendo male! - disse staccandosi da me - Ma chi ti ha insegnato a stirarle così? Devi essere più delicato quando tocchi le tette di una donna.
   - Scusami, non volevo farti male.
   - Assaggiala, dai?
   - Eh?
   - Leccamela! - disse indicando con lo sguardo il cespuglio di peli che le impreziosiva l'inguine.
   - Non l'ho mai fatto, ma posso provarci se ti va.
   - Ho bisogno che me la lecchi a lungo, solo così mi eccito. Una donna ha bisogno di essere carezzata, leccata, prima di essere scopata, Non lo sai? 
   Leccare una figa l'avevo visto fare una infinità di volte assistendo alle proiezioni di film pornografici. Non sapevo se mi sarebbe piaciuto leccare là dove a una donna esce il piscio, nemmeno sapevo se l'avrei fatta godere. Sta di fatto che mi tuffai con le guance fra le sue cosce che si premurò di spalancare. Da prima cominciai a leccarle le grandi labbra, poi quelle piccole, entrando in profondità con la lingua, sciorinando la punta su tutta la mucosa fino all'ingresso della vagina. Mi adoperai nel fare scorrere la lingua in quel modo e la cosa sembrò eccitarla parecchio. Alyssa posò le mani sul mio capo e lo attirò con forza verso di sé. Più la leccavo e più la sentivo mugolare di piacere e più mi eccitavo.
   - Mordimi le labbra della passera ogni tanto. Coglione!
   Lì per lì non capii bene cosa volesse dire con quelle parole, andai per intuito e le diedi qualche morso sulle grandi labbra mentre stendevo la lingua nella vagina.
   - Bravo... bravo, continua così, mi piace essere mordicchiata in questo modo.
   Alyssia sospirava di piacere e io ero soddisfatto nel sentire quei gemiti uscirle dalla bocca. Seguitai a lungo a leccarla fintanto che pronunciò una nuova parola. 
   - Succhiamelo!
   - Eh?
   - Leccami il clitoride, dai, succhialo!
   - A malapena conoscevo l'anatomia del corpo di una donna, ancora una volta andai per intuito e cominciai a leccare con insistenza l'escrescenza che si ergeva nella parte superiore delle piccole labbra.
   - Sì, bravo seguita così. Succhiamelo! Succhiamelo!!
   Inglobai fra le labbra la piccola escrescenza erettile e cominciai a succhiarla, anzi a spompinarla. Alyssa incominciò a dimenare tutto il corpo, sollevò ripetutamente il bacino e prese ad accompagnare il movimento delle mie labbra con delle urla fintanto che fu prossima all'orgasmo, che invece non arrivò.
   - Scopami! - disse.
   Avevo il cazzo duro e mi doleva perché era rimasto troppo a lungo eccitato senza trovare uno sfogo. Feci l'atto di alzarmi dal letto intenzionato a prendere dalla tasca dei pantaloni, abbandonati sul parquet, la scatola di preservativi. Alyssa mi fermò trattenendomi per un braccio.
   - Dove vai?
   - Prendo un preservativo.
   - Lascia stare, non occorre più. - disse ghermendomi con la mano il cazzo. Abbassò il capo e infilò la cappella nella bocca, poi la spinse fino in gola. Mi ritrovai disteso sul letto con Alyssa china su di me che succhiava il cazzo. 
   Dopo un po' che succhiava le gambe incominciarono a tremarmi. Mi ritrovai a godere di un piacere inimmaginabile, molto diverso da quello cui ero soggetto quando mi sparavo delle seghe. 
   - Ti piace? - disse troncando per un istante il pompino. 
   - Sì.
   - E adesso cosa vuoi da me?
   - Mettertelo qui. - dissi dopo avere alloggiato la mano nell'incavo fra le cosce bagnate fradice.
   - Cosa aspetti a farlo?
   Mi rovesciai sopra il suo corpo. Lei si affrettò a spalancare le cosce e accolse il cazzo dentro di sé. Non incontrai difficoltà a penetrarla contrariamente a quanto mi ero immaginato. La cappella scivolò nella cavità bagnata del suo umore e incominciai a scoparla.
   Ero prossimo a venire e glielo dissi pensando di farle piacere. Alyssa, indispettita, mi spinse di lato e si staccò da me togliendomi il piacere di sborrare. Si mise cavalcioni sopra il mio corpo e infilò di nuovo il cazzo nella vagina. In quella postura che pareva darle il dominio su di me cominciò a cavalcarmi mantenendo le mani tese sul mio petto. Dalla mia posizione potevo godere della vista dei suoi capezzoli che si muovevano seguendo il ritmo del respiro, ma soprattutto delle espressioni del suo volto. Tutt'a un tratto cominciò ad ansimare e urlarmi addosso:
   - Non venire, ti prego, non venire! Aspettami.
   Invece avrei voluto venire al più presto dentro di lei. Messo in guardia dalla supplica cominciai pensare a tutt'altra cosa che a venire per non raggiungere l'orgasmo. Alyssa venne squassandosi tutta da capo a piedi, subito dopo venni anch'io e lei chinò il capo sulla cappella per ricevere quanto usciva dall'uretra.
   Seguitammo a fare del sesso fintanto che, all'alba, esausti, ci addormentammo. Con i 18.000 euro recuperati dalla vendita dei biglietti della riffa Alyssa e Ivan trascorsero il Natale e il Capodanno alle isole Seychelles. A scuola fecero ritorno il giorno dopo l'Epifania abbronzati e lucenti come due stelle del firmamento.

   Per lungo tempo non rivelai a nessuno dei miei coetanei di essere stato il vincitore della riffa che mi condusse a letto con Alyssa Love, quando lo feci nessuno volle credermi.

 

 

 
 

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