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GIUSEPPE E MARIA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Giuseppe
e Maria si erano conosciuti frequentando
la parrocchia di Santa Croce. Attivi
nelle attività di apostolato, messe in
atto dai gruppi di preghiera della
parrocchia, impegnati a promuovere
testimonianze di carità cristiana
all'interno del popolare quartiere dell’Oltretorrente, avevano
preso parte a numerose iniziative di
solidarietà, attivandosi nel dare aiuto
alle persone che si trovavano in
situazioni di grave difficoltà
economica, mettendosi soprattutto a
disposizione di chi aveva bisogno di
cure e assistenza sanitaria.
Nonostante le inquietudini
e i turbamenti tipici dell'età
adolescenziale, entrambi avevano
preferito mettere al centro della
propria esistenza la carità cristiana.
Questa comunanza d'ideali li aveva
avvicinati tantissimo uno all'altra,
trasformando quella che all'inizio era
una semplice amicizia in un sentimento
d'amore.
Dopo cinque anni di
fidanzamento si erano congiunti in
matrimonio con buona pace dei rispettivi
genitori e dei comuni amici della
parrocchia, infatti, a tutti era
sembrato normale che finissero per
ritrovarsi davanti all'altare per
scambiarsi gli anelli nuziali.
Giuseppe e Maria erano
arrivati puri e casti al matrimonio. Le
uniche esperienza di sesso di Giuseppe
erano state le seghe che, come ogni
adolescente, si era sparato guardando le
immagine di donne nude sulle pagine
patinate di qualche giornaletto
pornografico.
Maria a differenza di
Giuseppe non aveva mai osato toccarsi
fra le cosce. Nemmeno sapeva in cosa
consistesse il masturbarsi. L'educazione
cattolica che aveva ricevuto dalle
suore, impegnate a fare crescere
cristianamente le fanciulle affidate
alla loro vigilanza, l'avevano di fatto
lobectomizzata, riempiendole il cervello
con idee stupide, basate sul
pregiudizio, catechizzandola in modo da
farla sentire una peccatrice, anzi una
donna sbagliata, suggerendole che il
sesso era una cosa squallida che
conduceva all’inferno.
Maria non aveva mai avuto
cognizione del piacere che avrebbe
potuto darsi da sola, sgrillettandosi la
passera e il clito, infatti, nel corso
della vita non aveva mai provato a
masturbarsi.
Le suore le avevano
inculcato l'idea che alle donne il sesso
non doveva dare piacere, ma che era
soltanto un mezzo che il Padre Eterno
aveva concepito affinché potessero
procreare dei figli e nel contempo
compiacere le pulsioni sessuali degli
uomini. Questo era il tipo di
atteggiamento da lei mantenuto nel corso
della vita trascorsa a fianco di
Giuseppe.
Al pari di una scrofa aveva
messo al mondo cinque figli, uno dopo
l'altro, senza compiangersi, lasciandosi
montare come piaceva a Giuseppe,
soddisfacendo il piacere del compagno
senza mai ritrarsi, compiaciuta nel
saperlo condurre ogni volta all'orgasmo.
Maria è deceduta la scorsa
settimana. Aveva sessantacinque anni,
cinque figli e tredici nipoti. In
quarantadue anni di matrimonio non aveva
mai raggiunto un orgasmo. Né lei né
Giuseppe di questo se n'erano mai
accorti.
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