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FALLI
DOPPI
(Il
momento della verità)
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
A l
telefono mi hai comandato di
precipitarmi subito da te. Ho avuto un
attimo di esitazione prima di accingermi
a farlo, poi sono
corsa fuori di casa, sono salita
sull'autobus, e fra pochi istanti
raggiungerò la tua abitazione.
In tutti questi mesi ho
consumato la suola delle scarpe
rincorrendoti da un posto all'altro, nei
luoghi più disparati della città,
accecata dal desiderio di fare sesso con
te. Succede da quando siamo diventate
amanti, ma non so farmene una ragione.
Non so come ho fatto a ridurmi in questo
stato. Chiamala sudditanza,
sottomissione, dipendenza... oppure è
solo amore.
Senza attendere che il
semaforo muti al verde attraverso la
strada che dalla galleria commerciale di
Via Mazzini conduce al marciapiede
opposto. Non faccio caso alle
autovetture che arrestano la corsa
stridendo le ruote sul selciato per non
investirmi, nemmeno mi preoccupo delle imprecazioni
degli automobilisti che mi urlano
addosso degli
insulti. Raggiungo l'altro lato della
strada e mi dirigo verso Piazza
Garibaldi.
L'aria che annuso nella
galleria che conduce alla piazza odora
di sesso. Lo percepisco sulle persona
che mi sfiorano mentre mi passano accanto. E’ un tanfo
rasserenante che conosco bene. Sono le
cinque del pomeriggio e questa è l'ora
in cui gli amanti sono soliti darsi
appuntamento per fare l'amore. Anch'io
non so sottrarmi a questo rito. Fare del
sesso è un atto necessario alla mia
sopravvivenza. Desidero scoparti ed
essere scopata. Ho voglia di sentire
sulla pelle la tua lingua che mi spande
saliva sulla fica e mi conduce a più di
un orgasmo.
Le caffetterie che si
affacciano sulla piazza espongono
all’aperto un gran numero di tavolini
intorno al monumento a Garibaldi.
Davanti al Caffè Orientale non c'è un
tavolo libero, sono tutti occupati da
uomini e donne impegnati a consumare
l'aperitivo e godere dello spettacolo
del passeggio serale della gente.
La sensazione che provo è
di trovarmi in un immenso anfiteatro
occupato da spettatori in febbrile
attesa che mi esibisca. E' questo ciò
che mi hai ordinato di fare quando mi
hai telefonato costringendomi a correre
da te.
Percepisco gli occhi delle
persone sedute ai tavoli sulla mia
persona, perlomeno questa è la
sensazione che ne ricevo mentre cammino
sul pavimento lastricato della piazza.
Sono certa
di avere stampato sul volto il bisogno
che ho di fare l'amore, un bisogno
disperato, e questo m'imbarazza.
Piazza Garibaldi somiglia
un po' a una immensa arena e io sono il
toro che andrà a esibirsi come succede
nelle corride. Dietro la finestra del
tuo appartamento sono certa che stai a
guardarmi mentre attraverso la piazza
sculettando le anche come una puttana,
perché è così che tu mi vuoi.
Mi hai addestrata a muovere
il culo sbattendo le anche da un lato
all'altro. Di sicuro stai fissando il
volto delle persone sedute ai tavoli.
Sono certa che hanno gli occhi fissi sul
mio fondoschiena mentre assecondo la tua
fantasia erotica. Magari ti stai
masturbando, eh? Ma non posso saperlo
fintanto che non sarò lì da te.
Lascio cadere la borsetta
sul lastricato che pavimenta la piazza.
Mi guardo attorno e mi chino per
raccoglierla stando bene attenta a
volgere il culo, privo di mutandine che
traspare dal tessuto della minigonna,
nella direzione di chi è seduto ai
tavoli del Caffè Orientale. Resto a
lungo piegata, poi raccolgo la borsetta,
e mi allontano.
Il portone della tua
abitazione dista solo qualche decina di
metri dal Caffè Orientale. Entro nel
palazzo lasciando con un palmo di naso i
miei ammiratori, certa di averti fatto
cosa gradita mostrando il culo e la
silhouette della fica.
Il toro come la maggior
parte dei quadrupedi è un animale
mansueto, ma quando entra nella plaza è
terrorizzato. Anch'io sono docile e
ubbidiente, ma quando faccio sesso con
te divento una pantera. Quello che mi
hai obbligata a fare, oltre a mortificarmi, mi ha eccitata tantissimo.
Prima della corrida il toro è fatto
segno di torture, colpito con sacchetti
di sabbia e tavole di legno. I suoi
occhi sono riempiti di vaselina e le
zampe cosparse di trementina per
impedirgli di stare fermo. La corrida è
una competizione crudele, impari, ma
paradossalmente piena di gioia.
Il gioco che tu e io stiamo
conducendo è una partita altrettanto
pericolosa, vorrei trovare la forza di
ribellarmi e non essere asservita alle
violente passioni che caratterizzano i
nostri incontri, ma ti amo. Sì, ti amo,
e non sopporto che mi intrighi in questo
modo.
Da quanto tempo non ci
vediamo? Un solo giorno? A me sembra una
eternità. E ho una dannata voglia di
scopare con te.
L'ascensore si apre sul
pianerottolo dinanzi alla porta del tuo
appartamento. Non ho bisogno di bussare,
sei sulla soglia ad attendermi.
- Sei in ritardo.
- Ho fatto più in fretta
che potevo.
- Le solite scuse.
Mi togli la camicia di
dosso e sospingi la porta alle nostre
spalle. Mi ritrovo nuda fra le tue
braccia con le sole scarpe addosso. I
tacchi delle scarpe tamburellano sul
parquet di legno mentre ci avviciniamo
alla stanza da letto. Mi stendo supina
sulle lenzuola e sto a guardarti mentre
ti liberi degli abiti.
Sei dotata di una
straordinaria bellezza. Hai un corpo con
fianchi larghi e tette piccole, ma sode
molto più delle mie. I capelli lisci,
raccolti a coda di cavallo, ti
conferiscono una immagine sbarazzina. Un
perizoma in tessuto trasparente,
elasticizzato, ti copre il pube
derubandomi della vista della fica.
Da una sedia raccogli una
canotta di maglia metallica,
perfettamente avvolgente, e la indossi
mostrandoti con orgoglio prima di
coricarti su di me. Ti offro il possesso
del mio corpo. So bene che sei pronta a
legarmi, succede tutte le volte che
c'incontriamo.
Pennelli docili carezze sul
mio addome. Di solito non lo fai,
preferisci accanirti su di me
intrecciando corde attorno ai miei polsi
e caviglie sigillandomi la bocca con un
foulard. Stasera non lo fai, perché?
Non so cosa ti passa per la
mente, ma sono pronta ad assecondarti.
Hai messo in discussione il mio modo di
vivere, hai annullato le mie certezze
facendo di me la tua umile schiava. Mi
hai torturata in mille modi. In più di
una occasione sei riuscita a farmi
raggiungere l'apice del piacere
sessuale, stordendomi fino a farmi
svenire. Nemmeno mio marito c'è mai
riuscito. Prima che t'incontrassi non
avevo cognizione di cosa significasse
fare del sesso. Tu mi hai ammaestrato a
godere sempre di più.
Non riesco a ipotizzare un
futuro senza la tua presenza accanto a
me. So che non potrò mai possederti, ma
ciò che conta è il presente, e tu sei
qui. Solo questo conta per me.
Narcotizzi il mio corpo con
il tuo odore e la tua pelle aderisce
alla mia. Assaporo le tue carezze
fingendo di non avvertire piacere. Sono
pronta a soggiacere a ogni tua
imposizione perché esisto solo quando
sto insieme a te.
La fredda maglia metallica
che ti avvolge il costato preme sul mio
petto mentre fai aderire le labbra alle
mie. Accolgo con rinnovato piacere la
lingua che mi penetra la bocca. Morirei
di dolore se d'improvviso venisse a
mancarmi.
Proseguiamo a titillare le
lingue una contro l'altra, a lungo,
senza fermarci, fino allo sfinimento,
ritrovandoci con le labbra tumefatte.
Ti lamenti con gemiti di
piacere e il tuo odore si è fatto più
intenso. Con le mani setacci ogni
anfratto del mio corpo deliziandoti nel
carezzarmi fra le cosce, intingendo le
dita negli umori della fica.
Ho le tette gonfie, i
capezzoli duri come punte d'ombrello, e
una grande voglia di scopare. Ti
alleggerisci della canotta di maglia
metallica e del perizoma lasciandoli
cadere sul pavimento. Insisti nel
baciarmi sulla bocca e prosegui a
carezzarmi fra le cosce senza un attimo
di tregua. Muovi le mani con delicatezza
prendendoti cura del dosso di carne che
separa l'ano dalla fica deliziandomi di
un prelibato piacere.
Vorrei dire che ti amo e
darti in regalo il mio cuore, invece mi
trattengo dal renderlo manifesto anche
stavolta. Mi chiedo se tu e io siamo
persone normali, ma non so darmi una
risposta. Formiamo una coppia, seppure
clandestina, ma cosa ci manca per essere
felici, cosa?
Affondi le guance fra le
mie cosce e sfiori con la lingua le
grandi labbra. Tutt'intorno alla vagina non ho un solo pelo. Mi vuoi così e non
hai difficoltà a leccare la mucosa
umida. Aiutandoti con le dita mi schiudi
le grandi labbra e raggiungi il foro
della vagina ostinandoti, con la punta
della lingua, a percorrere questo
territorio di piacere, mandandomi in
estasi come sei capace di fare solo tu.
Allungo la mano e mi sfioro
il clitoride con le dita umide di
saliva. Vuoi che rimanga inerme, lo so,
ma ho troppa voglia di accrescere il
piacere che mi stai offrendo. Te ne
accorgi e risali con la lingua fino a
stringerlo fra le labbra, poi cominci a
succhiarlo alternando spostamenti con la
lingua. Sono assalita da brividi in
tutto il corpo e mi lamento gemendo di
piacere.
- Godo... mi fai godere. -
dico.
Lusingata dalle mie parole
mieti più calore nella tua azione.
Avvicini due dita alla mia fica e mi
penetri, poi cominci a scoparmi senza
smettere di succhiare il clitoride. Ti
prendi cura di me, in tutti i modi, per
soddisfare il mio piacere, e questo mi
lusinga riempiendomi di tenerezza e
gratitudine mentre raggiungo più di un
orgasmo.
- Ho una sorpresa per te.
Da sotto il cuscino tiri
fuori un doppio fallo. E' grosso e
fornito di venature in rilievo. Me lo
mostri come fosse un trofeo. Ti sistemi,
coricata sul dorso, con la fica davanti
alla mia. Resto in attesa di comprendere
le tue reali intenzioni. Tiro un sospiro
quando mi penetri la fica con il
gingillo di morbida gomma che stringi
nella mano. Mi fa un certo effetto
accogliere un cazzo di questo tipo fra
le cosce.
Introduci l'altra
l'estremità nella tua fica e fai
scorrere il doppio fallo di gomma nelle
due cavità impugnandolo nella parte
centrale.
Distesa sul letto non vedo
il tuo volto, ma percepisco soltanto lo
scorrere del fallo e il pugno che lo
stringe e urta a intervalli regolari
contro le labbra della mia fica.
Scopare in questo modo
placa le nostre ansie. Sollevo le mani e
avvolgo le tette. Le accarezzo
delicatamente strofinandomi i capezzoli,
accrescendo il piacere che sai offrirmi
mentre mi scopi e conduci il doppio
fallo nelle fiche.
Inginocchiate sul letto,
una di fronte all'altra, teniamo
infilato nella fica il doppio fallo,
grazie alle vertebre metalliche che lo
mantengono in una posizione ripiegata a
forma di U.
- Abbracciami, stringimi. -
comandi.
In tua compagnia anniento
la mia volontà. Ti assecondo anche se
provo un certo fastidio per la presenza
di questo fallo, incurvato, che ci
accoppia.
- Ti fa male?
- Uhm... no... no. - mento.
Prosegui a manipolare il
doppio fallo spingendolo verso l'alto
con la bocca congiunta alla mia senza
mai staccarla, baciandomi con passione.
Annuso l'odore della tua pelle sudata e
percepisco che stai per raggiungere
l'orgasmo. Urli come una pazza, tremando
in tutto il corpo, conficcandomi le
unghie sulla pelle infliggendomi un
intenso dolore. Emetto un acuto
lancinante e ti stringo forte mentre
poco per volta smetti di tremare e ti
accasci fra le mie braccia.
Le saracinesche dei negozi
della galleria commerciale di Via
Mazzini sono quasi tutte abbassate,
soltanto qualche vetrina è illuminata.
Cammino e ho in mente te, soltanto te.
Sei la mia ossessione! Devo cacciarti
dalla mente. Come potrò sopportare i
giorni che ci separano, senza mai
vederti?
Sull'ascensore di casa sono
colta dal panico. Avrò dei segni sulla
pelle? No, non credo. E se mio marito se
ne accorgesse, cosa accadrebbe? Boh
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