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E ALLORA DIMMI CHE
MI VUOI SCOPARE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
In
Oltretorrente ha aperto da poco tempo i battenti il
Book Café. E' una libreria così detta ecologica e
solidale, con le caratteristiche del
classico bar e della libreria, dove,
oltre ai classici e le novità
editoriali, è possibile acquistare
libri riciclati, patrimonio
ineguagliabile di cultura e conoscenza,
a prezzi supervantaggiosi.
Il Book Café
è ubicato in un vicolo dello storico
quartiere a due passi dalla sede della
Facoltà di Lettere e Filosofia. Il
locale si diversifica da tutte le altre
caffetterie dell’Oltretorrente per
l'atmosfera avvolgente che suscita
l’arredo in stile bohèmien. Le
vetrine che si affacciano sulla
strada, dai vetri appannati durante la
stagione invernale,
i tavolini con il piano di marmo, le
luci abbassate, gli scaffali di legno colmi di
libri misti a bottiglie di vino e
liquori, riportano a un tempo lontano
che è quello della Belle
Époque.
Per
i clienti è possibile rilassarsi su comode poltrone sfogliando
le pagine di giornali e riviste, degustando un buon vino oppure in
subordine del tè oppure un caffè.
I gestori del Book
Café, competenti librai propensi a
compiacere i gusti delle vecchie e nuove
generazioni, propongono settimanalmente
alla clientela delle rassegne letterarie
a tema. E' durante una di queste
iniziative, dedicata alla letteratura
erotica, che ho conosciuto Sophie.
Era
un venerdì di fine ottobre, poco più
di un anno fa, quando, mettendo piede
nel locale, la intravidi. Stazionava
nella zona espositiva dedicata alla
rassegna erotica, approntata dai gestori
della libreria, dove faceva mostra di sé
un nutrito numero di libri. D'acchito
pensai che dovesse avere meno di
vent'anni, ma sbagliai perché di anni
ne aveva una manciata di più.
Pelle
chiara, labbra carnose, piene, sexy e
adescatrici, naso all'insù, gote
caratterizzate dalla presenza di
lentiggini. Sophie era una ragazza
bellissima. Quel giorno, lo ricordo
bene, indossava una camicetta di cotone
bianca, annodata in vita, che ne metteva
in risalto l'ombellico. I jeans
strappati e rotti in più punti
conferivano alla pelle nuda,
opportunamente messa in bella vista, il
fascino di uno stile del tutto
personale. Tutto l'insieme rivelava,
perlomeno ai miei occhi, un corpo
favoloso e slanciato tenuto nascosto
sotto gli indumenti.
Mi ritrovai a
contemplarla attratto dalla bellezza del
viso e del corpo tutto, ma rapito dai
capelli biondi raccolti a coda di
cavallo e annodati con un fermaglio.
Prima di fare la sua conoscenza avevo
l'abitudine di fare sesso esclusivamente
con prostitute munite di capelli
raccolti a coda di cavallo. In effetti
mi è sempre piaciuto farmi fare un
pompino conservando le mani strette
attorno alla coda di capelli di una
donna, tirandole il capo avanti e
indietro, imprimendole il ritmo della
scopata nella bocca; movimento che mi
piace attuare tutt'ora.
Incantato
dal richiamo del suo fascino ero avvampavo
per la voglia di avvicinarla. Sennonché, in un luogo
intellettualmente significativo come è
considerata una libreria, non mi sarebbe
bastato rompere il ghiaccio facendo
ricorso a battute banali come quelle che
ero solito pronunciare nei locali
rimorchio come le discoteche, anche se,
incantevole com'era, era ragionevole
pensare che fosse solita frequentarle;
invece mi ingannavo. E poi non volevo
che mi giudicasse al pari di quei pirla
di ragazzi che ci provano con tutte le
ragazze che gli capitano a tiro. Lì per lì non mi era passata
per la mente una qualsiasi battuta,
seria ma simpatica, con cui sperimentare
un approccio.
Le
donne non sono sceme, perlomeno non
tutte, e lo capiscono al volo se un uomo
si muove nello spazio ristretto di un
libreria alla ricerca di un libro oppure
soltanto per agganciare un po' di figa.
Io invece, strano a dirsi, ero andato lì
per cercare un libro, cogliendo
l'occasione della settimana della
letteratura erotica. E poi non ero
nemmeno vestito da rimorchio, ma in
maniera sobria con jeans. maglietta,
giubbotto di pelle, e Clarks ai piedi.
Che è comunque un look semplice, ma
curato.
Superando le mie
paure mi avvicinai all'esposizione dei
libri erotici che i gestori del Book Cafè
avevano approntato in uno spazio
appartato della libreria. Impacciato, la
gola secca, per il timore di non
riuscire a spiaccicare una qualsiasi
parola, intimorito dal non essere in
grado di dire la cosa giusta al momento
giusto, afferrai uno dei libri in
esposizione e finsi di leggere ciò che
c'era scritto sulla quarta di copertina.
Quello che mi
frullava per la testa erano soltanto
considerazioni sciocche e banali,
insomma niente che mi sarebbe stato
utile per rompere il ghiaccio e
rivolgerle la parola. Probabilmente
essere impacciati accade un po' a tutti,
uomini e donne, quando ci si trova nella
condizione di compiere un approccio con
qualcuno che ci attrae. Nella
fattispecie ero cosciente di essere poco
lucido, e se esitai a prendere
l'iniziativa fu perché ero stato
sopraffatto da mille dubbi. Mi domandai
se l'avrei potuta disturbare, se potevo
piacerle e se avrebbe provato la
medesima attrazione che avvertivo nei
suoi confronti. Questo e altri
interrogativi attraversarono in un lampo
la mia mente mettendomi in crisi.
In
effetti, non mi era mai capitato di
pormi tante domande, specie tutt'insieme
come in quella occasione, cosicché
perdermi in quelle inutili fantasie fu
la cosa peggiore che potesse capitarmi.
Mentre stavo perdendo tempo a pensare,
invece di prendere l'iniziativa, lei
avrebbe potuto allontanarsi e non avrei
avuto modo di parlarle.
Respirai a
fondo, riempiendomi i polmoni d'aria, e
se lo feci fu per infondermi coraggio.
Infine, contrariamente a un kamikaze, mi
avvicinai adagio adagio a lei che pareva
non avere fatto caso alla mia presenza
impegnata com'era nella lettura della
pagina di un
libro. Abbandonai il testo che sino a
quel momento avevo stretto nella mano e
ne afferrai un altro, fu in quel momento
che mi colse l'idea di darle a intendere
che il libro che stavo cercando, guarda
caso, era proprio quello che lei stava
esaminando.
-
Il libro che sta consultando è fra
quelli suggeriti in occasione della
settimana dedicata alla letteratura
erotica? - dissi accompagnando la
domanda con un sorriso di circostanza.
Distolse lo sguardo dal libro che stava
leggendo e guardò nella mia direzione.
Chiuse le pagine e si soffermò a
osservare la copertina.
-
Questo? - disse indicandomi il titolo
"Il delta di Venere" che
compariva sulla copertina.
-
Sì.
-
L'ho trovato esposto in questo scaffale.
- disse indicandomi una fila di libri
tutti di genere erotico.
-
Ha già letto qualcosa dell'autrice?
-
Anais Nin?
-
Sì.
-
No, non ho mai letto niente di suo.
-
Comunque mi sembra un’ottima scelta
nel caso decidesse di acquistarlo.
-
A essere sincera questo libro me lo ha
consigliato un'amica. Ho approfittato
della settimana dedicata alla
letteratura erotica per decidermi
all'acquisto.
-
Certi libri sono irrinunciabili per
chiunque ama unire il piacere del sesso
a quello della lettura, non trova? -
dissi producendomi in una battuta un po'
troppo sconveniente, sperando che non
capisse quali fossero le mie reali
intenzioni.
-
Chi me lo ha consigliato mi ha
assicurato che è un bellissimo libro,
altro non so,
-
Il delta di Venere, è un libro cult,
perlomeno per quanto riguarda la
letteratura erotica. Anais Nin ha
scritto i racconti presenti nel libro,
alquanto scabrosi, su commissione di un
misterioso committente che la pagava al
costo di un dollaro per ogni singola
pagina da lei scritta.
-
Una specie di prostituzione letteraria
mi verrebbe da dire, quella
dell'autrice.
-
Se la vogliamo chiamare in questo modo,
penso di sì. Comunque è un libro
tosto, molto particolare, sia per le
motivazioni che spinsero l'autrice a
scrivere quei racconti sia per i
contenuti. Infatti, il committente
impose all'autrice, bisognosa di
guadagnare denaro, di lasciare da parte
ogni lirismo esigendo che si
concentrasse esclusivamente sulle scene
di sesso esplicito, descrivendole con
minuzia di particolari, quello e basta.
-
Ah.
-
In effetti, Anais Nin, specie per quanto
riguarda i racconti raccolti in questo
libro, sa eccitare come poche altre
autrici. E' brava nel descrivere anche
le più sordide delle fantasie erotiche,
ma lo fa con grazia senza tralasciare
una inusitata intensità.
-
Accidenti! Allora dovrò per forza
leggerlo 'sto libro. - disse elargendomi
un ammiccante sorriso.
-
Beh, Anais Nin non è la sola autrice di
genere erotico che vale la pena leggere.
-
E lei cosa saprebbe consigliarmi,
d'altro?
-
Beh, magari a questo punto potremmo
anche presentarci e darci del tu, non
crede?. - dissi aspettando un cenno
d'assenso che invece tardò ad arrivare.
- Il mio nome è Lorenzo. Il tuo qual è?
-
Sophie.
-
Un nome straniero. Non sei italiana?
-
Sono nata in Francia. Mio padre è
italiano mentre mamma è francese. Si
sono conosciuti a Lione dove lui ha
lavorato per un certo periodo di tempo
ed è lì che sono nata io.
-
Ah.
-
Ti meraviglia la cosa?
-
No, affatto. E poi hai una erre arrotata
come molte ragazze parmigiane. E' questa
la ragione per cui sentendoti parlare
non ho pensato a te come a una ragazza
francese.
-
Sono cittadina italiana a tutti gli
effetti anche se sono nata in Francia.
-
Ma non sei parmigiana, vero?
-
Frequento l'università qui a Parma, ma
risiedo con i miei genitori in provincia
di Lecce.
-
Ah.
-
E tu cosa leggi di solito? Ti
affascinano così tanto i libri erotici?
-
In effetti, mi piacciono determinati
autori che scrivono di erotismo, specie
le scrittrici.
-
Allora prova a consigliarmene qualcuna,
dai, fammi un favore e indicami qualche
titolo. - disse Sophie apparentemente
interessata ad avere un mio parere.
Mi
misi a cercare nello scaffale dei libri
che avevamo davanti un romanzo che
potesse fare al caso mio e lo trovai
subito.
-
Questo è un romanzo che potrebbe
piacerti. - dissi afferrando una copia
de L'amante di Marguerite Duras. - Lo
hai letto?
-
No.
-
Allora non puoi perdertelo.
-
Perché?
-
E' la storia autobiografica di un amore
vero tra una adolescente francese e un
ricchissimo cinese che si era invaghito
della ragazza. Pensa che aveva soltanto
quattordici anni.
-
Mamma mia! Un pedofilo?
-
Alla uscita nelle librerie il libro
aveva scandalizzato tutta la Francia, ma
il romanzo racconta una storia ricca di
dolcezza e passione. Ti consiglio di
leggerlo.
-
Lo farò.
-
Un classico della letteratura erotica è
"L'amante di Lady Chatterly".
Lo hai letto?
-
Sì, ma vorrei che mi consigliassi
qualcosa di più moderno, mica dei
classici del settecento o
dell'ottocento.
-
Potrebbe fare al caso tuo quest'altro
libro... - dissi indicando una copia de
"Il macellaio" di Alina Reyes.
- Tempo fa ci hanno pure realizzato un
film interpretato da Alba Parietti.
-
Allora deve essere per forza una
stronzata, vero?
-
Ma no, dai, è una storia passionale e
morbosa di appena settanta pagine in cui
una ragazza viene sedotta da un
macellaio.
-
Beh, se la Parietti interpreta nel film
la ragazza allora non mi interessa
affatto leggerlo.
-
Quest'altro libro però non te lo puoi
perdere. - annunciai prendendo dallo
scaffale Histoire d'O.
-
Questo lo conosco perché come sai è di
una autrice francese di cui però non
ricordo il nome, anche se il romanzo non
l'ho letto.
-
L'autrice è Pauline Réage e la sua è
una storia di dominio e sottomissione.
E' un genere che va tanto di moda
oggigiorno, specie dopo il successo
ottenuto da "Cinquanta sfumature di
grigio" che ti sconsiglio di
leggere, però Histoire d'O è stato
scritto la bellezza di cinquant'anni fa.
-
Non è troppo vecchio?
-
Tutt'altro, infatti, è una lettura
intrigante ed è classificato come un
romanzo da pervertiti. La protagonista
trova la felicità annullandosi,
trasformandosi in schiava alla mercé
del suo padrone.
-
Non è il mio genere di lettura. Hai
altro da consigliarmi?
-
Di libri erotici come puoi costatare dal
numero di testi che abbiamo davanti ai
nostri occhi ce n'è un casino. L'ultimo
che ti consiglio è quello di una
scrittrice spagnola. - dico
mostrandole il libro "L'età di Lulù"
di Edmunda Grandes.
-
Le donne spagnole sono calde e
lussuriose, e per quanto riguarda il
sesso non hanno niente da imparare da
nessun'altra.
-
Infatti, quello che racconta la
scrittrice è un erotismo a tratti
ossessivo che spinge la protagonista
verso qualsiasi forma di trasgressione.
Comunque anche questo è un romanzo che
ti consiglio di leggere.
-
Non potremmo proseguire la nostra
conversazione stando comodamente seduti
a uno dei tavoli della caffetteria a
consumare un caffè? - disse
sorprendendomi non poco, facendomi
capire che era sua intenzione
trattenersi in mia compagnia.
Andammo
a occupare uno dei tavoli situati
dirimpetto a una delle vetrine che si
affacciavano sulla strada, dopodiché
proseguimmo nella nostra conversazione.
Mi premurai di farle capire, mentendo,
che non era mia intenzione trattenerla
al tavolo per troppo tempo, invece
seguitammo a lungo a conversare
piacevolmente ma non più di libri.
Infatti, ci
ritrovammo a parlare in modo scherzoso
di zenzero. Non ricordo bene come
arrivammo a parlare di quell'argomento,
forse accadde perché qualche giorno
prima ero stato influenzato e per
calmare la febbre avevo fatto ricorso ad
alcune compresse di tachipirina. Lei mi
intrattenne a parlare di medicina
naturale e soprattutto delle proprietà
curative di quella spezia, che mi
consigliò di assumere sotto forma di
tisana per calmare la tosse e ridurre il
muco, magari aggiungendovi un poco di
pepe e miele. Rimasi pazientemente ad
ascoltarla con l'unico scopo di
portarmela a letto, anche quando,
proseguendo nel discorso, si dilungò a
spiegarmi dell'utilizzo dello zenzero
come bevanda energizzante da bere al
mattino con l'aggiunta di acqua e
limone.
Dopo
esserci dilungati a parlare dello
zenzaro ci ritrovammo a dissertare a
proposito di cantautori come Cuccini e
De Gregori, ma il discorso andò
immancabilmente a toccare Fabrizio de
André e le sue canzoni. Parlammo della
sua morte, avvenuta quando aveva
soltanto 58 anni, perché stroncato da
un tumore. Indugiare a parlare con una
donna di un argomento tosto come la
morte non l'avevo messo in preventivo.
E' un tema difficile da trattare con
chiunque e non è un caso che tutti
evitiamo di parlarne, e io mi ero
trovato a farlo con una ragazza appena
conosciuta.
Conversando con
Sophie ebbi l'impressione di conoscerla
da sempre, forse perché era molto
simile a me. Prendemmo in considerazione
l'eventualità di avere un giorno, che
comunque speravamo fosse lontano, una
buona morte e delle cure palliative che
ci avrebbero aiutato ad attenuare il
dolore. Lei si dilungò a parlarmi della
morte del padre avvenuta un paio di anni
prima ed io feci altrettanto parlandole
della morte di mia madre. Fu durante
quella conversazione, dal tenore molto
intimo, che mi venne spontaneo allungare
la mano sulla sua, da prima carezzandola
e poi intrecciando le dita con le sue
ricambiato nel mio gesto.
Proseguendo
nella conversazione ci trovammo a
chiederci chi avremmo avuto intorno a
noi nel momento del nostro ultimo
respiro, e soprattutto se qualcuno
sarebbe stato lì a stringerci la mano.
Quando
giunse l'ora di chiusura della libreria
lasciammo il locale dopo esserci
intrattenuti a conversare per circa due
ore attorno a un tavolo.
Fermi sul
marciapiede, in procinto di salutarci,
mi feci coraggio e le spiaccicai una
proposta.
-
Andiamo a casa mia?
Non
sapevo che risposta avrei potuto
ottenere, ma mi era venuto spontaneo
snocciolargliela anche perché era già
da un po' che avevo l'uccello che
pulsava come un ossesso sotto il tessuto
dei pantaloni, e poi mi era parso che
anche lei gradisse la mia compagnia. La
risposta di Sophie non fu immediata,
perlomeno questa fu l'impressione che ne
ricevetti nei brevi istanti che la
precedettero.
-
Potremmo andare da me. Ho un bilocale in
affitto in Borgo Bernabei... dista solo
pochi passi - risposte.
Sorpreso
dal suo invito lasciai che mi prendesse
sotto braccio e mi feci guidare verso la
sua abitazione camminando lungo uno dei
più suggestivi borghi dell'Oltretorrente.
E mentre camminavamo mi ritrovai a
sfiorarle ripetutamente, con la parte
superiore del braccio, una tetta e la
cosa mi piacque assai.
L'appartamento
dove Sophie mi condusse, al primo piano
di una casa a tre piani, interamente
ristrutturata, era dotato di una zona
giorno con angolo di cottura, una stanza
da letto e un bagno provvisto di box
doccia.
-
Ti piace? - disse dopo avermi fatto
visitare l'ambiente descrivendone pregi
e difetti.
-
Carino... adatto per una ragazza di
passaggio, perché una volta laureata
farai ritorno al tuo paese, giusto?
- Non è detto che
debba per forza fare ritorno al mio
paese. Mi trovo bene in questa città,
dopo quattro anni che abito a Parma la
sento un po' mia.
-
Sono contento per te.
-
Adesso vado in bagno, tu intanto
spogliati che poi ti raggiungo.
Mi
spogliai delle mie paure e rimasi con le
sole mutande addosso, indeciso se
levarmele o meno. Infine le tolsi e mi
infilai sotto le lenzuola del letto
matrimoniale. Per un attimo misi la
faccia contro il cuscino e mi persi ad
annusarne l'odore di cui la federa era
pregna. Passò poco tempo e la porta del
bagno si aprì.
Sophie comparve
completamente nuda, bollente, e
bellissima sulla soglia della stanza da
letto. Rimase ferma, probabilmente per
farsi ammira nella sua nudità, col seno
coperto dai capelli sciolti sul petto da
cui spuntavano l'areola dei capezzoli
rosa. Quello che mi si prospettava,
quando la vidi mordersi più volte il
labbro inferiore, era che avrei potuto
raggiungere un megaorgasmo e di questo
ne fui più che convinto.
-
Tieni. - disse porgendomi un paio di
confezioni sigillate di preservativi che
si era premurata di prelevare dal bagno.
Mi
misi seduto sul margine del letto,
appoggiai i piedi sul pavimento, e
l'attirai verso di me. Mi ritrovai col
viso all'altezza del suo ombellico.
Sollevai le mani e afferrai le tette,
piene e sode, poi le carezzai con
dolcezza indugiando con le dita sulla
areola dei capezzoli. Sophie rimase
immobile, senza ritrarsi, poi cominciò
a respirare con affanno eccitata dal
tocco delle carezze, ma soprattutto dal
movimento della mia bocca umida di
saliva con cui assaporavo la dolcezza
dei capezzoli; solo allora si allontanò
da me e prese posto sul letto piena di
desiderio.
Tutt'altro
che acquietato le scivolai accanto e mi
accoccolai accanto a lei. Accostai il
capo alla sua spalla e con un braccio le
scavalcai l'addome. Con il palmo della
mano percorsi più volte la curva del
fianco, carezzai il ventre piatto e le
ossa del bacino fintanto che l'attirai
verso di me. Ci ritrovammo sistemati sul
fianco, uno di fronte all'altra, labbra
contro labbra, e ci baciammo. Seguitammo
a farlo a lungo colmando i nostri corpi
di carezze come due amanti che si
conoscono da tempo memorabile e con tutta la vita davanti a sé.
Tracciai con la
punta della lingua una scia di saliva
sul contorno della sua bocca e lei fece
altrettanto con la mia. Ripetemmo il
medesimo gesto più volte, senza mai
penetraci con la lingua nella bocca
dell'altro, accrescendo il desiderio di
possederci. Infine fu lei a ficcarmi per
prima la lingua nella bocca. Io
contraccambiai il gesto mantenendo il
palmo della mano appoggiato sul suo
petto per ascoltare il battito del cuore
affrettato come lo sferragliare di una
locomotiva.
Scesi con la
lingua lungo il solco fra le tette,
raggiunsi il ventre, e atterrai fra la
giuntura delle cosce. Sophie allargò le
gambe e mi diede modo di prendere posto,
in ginocchio, fra le sue cosce.
Mi
ritrovai con la bocca sul suo sesso
umido e caldo e incominciai a leccarlo.
Lei emise un grido soffocato quando,
dopo un po' che leccavo il clito,
iniziai a mordicchiarlo. Seguitai a
lungo a succhiarle il clito e leccarle
le grandi labbra e le piccole labbra che
sporgevano all'infuori più del normale.
Mi abbeverai del suo umore, leccandole
il sesso sino allo sfinimento, fintanto
che venne più volte urlandomi addosso
il suo piacere. Quando, ormai sfinita,
mi allontanò il capo dalle cosce,
allora mi misi ad armeggiare, in modo
maldestro, con uno dei preservativi che
in precedenza si era premurata di
ritirare dal bagno. Agitato com'ero
imprecai più volte contro chi aveva
inventato quel tipo di confezione
sigillata. Strappai con i denti la
confezione sigillata e srotolai il
preservativo dalla cappella sino alla
radice dell'uccello. Sophie si mise
carponi sul letto e da quella posizione,
con il culo sollevato davanti ai miei
occhi, la penetrai nella vagina.
Mentre
andavo avanti e indietro, spingendo la
cappella sul fondo dell'utero, lei
accompagnò i miei movimenti con dei
gemiti di piacere, strofinandosi il
clito con le dita. Non mi sarei mai
stancato di scoparla in quel modo anche
perché non mi era mai capitato di farlo
con una ragazza così disinibita. Le
sborrai in bocca, infatti, fu lei a
chiedermi di farlo quando si accorse che
ero prossimo a venire, giunto all'apice
di quei momenti di passione.
Il
mattino seguente, dopo l'intera notte
trascorsa a fare l'amore, mi stupii per
essere riuscito a farla godere in quel
modo fantastico. Sul parquet vicino al
letto c'erano le tracce di quattro
preservativi, perfettamente annodati,
che avevo utilizzato durante i nostri
coiti. Chiusi gli occhi e mi tornò alla
mente una famosa frase della poetessa
Maya Angelou: "La vita non si
misura attraverso il numero di respiri
che facciamo, ma attraverso i momenti
che ci lasciano senza respiro".
E'
passato un anno da quella notte e Sophie
seguita tutt'ora a lasciarmi senza
respiro.
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