|
E'
TUTTO UNO SBALLO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
In
città lo sballo è alla portata di
tutte le tasche. A fare uso di droghe
non sono soltanto emarginati e abbienti annoiati come accadeva
qualche anno fa, oggi a fare uso di
sostanze stupefacenti è la maggioranza
dei giovani.
Cocaina, eroina, e
qualsiasi altro tipo di droga si possono
reperire a ogni angolo delle strade. Gli
spacciatori, perlopiù albanesi, senegalesi e
magrebini, la offrono al prezzo di poche
decine di euro infischiandosene delle telecamere di
sorveglianza sparse in ogni piazza e
parco della città e del pattugliamento
di carabinieri e polizia.
Nonostante la facilità con
cui gli stupefacenti vengono collocati sul
mercato basta un niente per suscitare
negli spacciatori qualche sospetto verso
i clienti. Ma
ogniqualvolta gli spacciatori sono fermati dagli agenti
di polizia raramente si fanno cogliere
con della droga addosso. Rimessi in libertà
seguitano a spacciare indisturbati,
fregandosene degli effetti devastanti
che le droghe producono sulle persone a
cui le sostanze squagliano il cervello.
Dopo una notte
d'inferno per
le strade del centro è tornata la calma. E' l'alba e fa freddo.
Seduto su uno
dei gradini del sagrato della
cattedrale, in compagnia di Raffaella,
do ascolto alle sirene delle autopompe
dei vigili del fuoco che si muovono per
le strade adiacenti la nostra
postazione.
Quella di fare casino il
sabato notte è diventata una abitudine
per molti giovani. Succede ogni fine
settimana quando bande di teppisti,
impasticcati di sostanze stimolanti e
allucinogene, mettono a ferro e fuoco il
centro della città scagliandosi contro
poliziotti e carabinieri accorsi per
garantire l'ordine. Dare fuoco agli
sportelli delle banche, distruggere le
vetrine dei negozi di lusso,
scaraventandogli addosso bottiglie
incendiarie, è diventato il passatempo
preferito per un grande numero di
giovani frustrati e privi di illusioni.
Piazza del Duomo è
tappezzata dai residui di coriandoli e
stelle filanti metafore del carnevale
appena concluso. Presumo siano serviti
a colorare il pomeriggio di quei bambini
che li hanno lanciati per aria o contro
i coetanei mentre assistevano alla
sfilata dei carri mascherati. I piccoli
ritagli di carta colorata, resi
sfavillanti dalle prime luci dell'alba,
mi riportano indietro nel tempo a quando
ero bambino e ne facevo uso.
Adesso i coriandoli mi
galleggiano nella testa, ma non è per
effetto dei cocktail di pasticche d'ecstasy che molti dei miei coetanei sono
soliti ingollare, insieme all'alcool,
per sentirsi disinibiti e spigliati
nelle relazioni con l'altro sesso.
Quello di cui ho bisogno è di fare di
nuovo l'amore. E lo voglio fare al più
presto, anche se ho smesso di farlo da
poco. I coriandoli che fluttuano nella
mia testa sono frutto della vicinanza di
Raffaella. E' lei la mia droga.
Sono trascorse soltanto un
paio di settimane da quando ho
festeggiato il mio ventunesimo
compleanno. Raffaella invece ne ha il
doppio dei miei anni: quarantuno per
l'esattezza. Ci siamo conosciuti
nell'ipermercato dove lavoriamo: lei cassiera e io
magazziniere.
Raffaella ha iniziato a
piacermi dal primo giorno che ho messo
piede nell'ipermercato. L'ho subito
adocchiata seppure confusa fra le altre
cassiere. Ostentava un viso luminescente
che la faceva apparire incantevole. Per molto
tempo non ho avuto il coraggio di
avvicinarla, poi abbiamo cominciato a
cercarci a vicenda. Da prima
scambiandoci un semplice cenno di saluto
e qualche sorriso, poi abbiamo finito
con lo scambiare qualche parola. Quando
ho avuto l'impressione che il nostro
rapporto stesse per sfociare in qualcosa
di più importante, rispetto a una
semplice simpatia, allora mi sono fatto
coraggio e l'ho abbordata.
E' accaduto la scorsa
settimana mentre, sottratti alla vista
degli altri dipendenti dell'ipermercato,
conversavamo fra le scansie del
magazzino delle acque minerali. In
quella occasione, approfittando della
vicinanza dei nostri corpi, l'ho stretta
a me in modo abbastanza goffo. Ho
cercato di baciarla, ma lei si è
ritratta.
Quando c'ho riprovato le
sue labbra umide e calde si sono
dischiuse e come d'incanto ha ricambiato
le mie attenzioni. Le punte delle lingue
si sono incontrate per un breve istante
per poi ritrarsi. Subito dopo hanno
preso a rincorrersi, infine le ho
ficcato il resto della lingua in bocca.
Lei l'ha succhiata stampandosela sul
palato finendo per trascinarla fino in
gola.
Dopo quella circostanza,
approfittando dei rari momenti in cui ci
è capitato di sottrarci alla vista dei
nostri colleghi di lavoro, abbiamo
scambiato uno sciame di baci. Ieri
mattina mentre stavo per recarmi in
bagno per fare la pipì mi sono
imbattuto nella sua presenza.
Probabilmente era lì ad aspettarmi.
Senza curarsi dei rischi che stavamo
correndo, nel caso qualcuno ci avesse
sorpresi, mi ha trascinato dentro uno
dei bagni.
Non ho saputo sottrarmi
alle sue attenzioni, anzi mi ha fatto
piacere ricevere quell'invito. Ho
lasciato che chiudesse la porta dietro
di sé e mi sono trovato prigioniero fra
le sue braccia. Stavolta non ci siamo
limitati a scambiarci soltanto dei baci.
Determinata nel volere raggiungere il
suo obiettivo ha provveduto a liberarmi
della cinghia dei pantaloni. In tutta
fretta li ha abbassati insieme agli slip
sino a farli cadere ai miei piedi.
Devo averla stupita quando
ho messo in mostra il cazzo, forse non
se lo aspettava cosi grosso. E poi era
anche bello duro. Lo ha stretto nella
mano e ne ha assaggiato la consistenza,
soltanto allora si è affrettata a
sussurrarmi delle parole dolci
all'orecchio. In quell'istante non c'ho
capito più nulla, avevo gli ormoni a
palla e una gran voglia di appagare i
miei sensi. Abbiamo cominciato a
baciarci inumidendo le labbra con una
grande quantità di saliva mentre con la
mano mi masturbava. E' stata una cosa
dolce, piacevolissima per tutt'e due.
Sono venuto nella sua mano in breve
tempo per la troppa eccitazione che
avevo addosso. Raffaella ha fatto appena
in tempo a chinarsi per ricevere in viso
lo sperma che a spruzzi usciva
dall'uretra, poi è scappata via
lasciandomi di stucco con le brache
calate.
Mezzora dopo quanto era
accaduto fra le pareti del bagno ha
cominciato a tempestarmi di SMS. Ha
seguitato a farlo per il resto del
pomeriggio, fintanto che mi ha domandato
se avevo degli impegni per la sera.
Le ho risposto che mi sarei
incontrato con gli amici e tutt'insieme
saremmo andati in discoteca come è
nostra abitudine il sabato sera.
"Vacci piano con le
ragazze! Sono gelosa!" mi ha fatto
sapere con un altro SMS. Il tono del
messaggio aveva tutta l'apparenza di qualcosa di spiritoso, invece
non lo era per niente. L'ho capito poco
più tardi quando mi ha chiesto se avevo
voglia di tenerle compagnia rinunciando
agli amici.
Ho accettato l'invito e lei
si è premurata di rispondermi dandomi
appuntamento per le 21.00 all'ingresso
della stazione ferroviaria.
Abbiamo fatto l'amore per
molte ore di seguito e adesso siamo qui,
seduti sul sagrato della cattedrale, in
attesa di non so cosa. Non credo di
essere innamorato di Raffaella. La verità
è che mi sento fisicamente attratto da
lei. A dispetto dell'età ha ancora un
bellissimo corpo, tondo quanto basta,
occhi profondi, e tette sode nonostante
sia madre di due figli, un maschio e una
femmina, che hanno all'incirca la mia età:
17 e 19 anni. E' una fortuna che sia
sposata perché la cosa mi rende libero
da quegli impegni che altrimenti non
saprei sopportare.
Quando ho ricevuto l'invito
a uscire con lei l'emisfero di destra
del cervello mi spingeva ad accettare la
proposta, l'altra metà, quello di
sinistra, mi suggeriva di fare un passo
indietro. Ho voluto dare ascolto
all'emisfero di destra e non me ne sono
pentito.
Nei giorni scorsi, stando
in sua compagnia, ho avuto l'impressione
che mi volesse tutto per sé soltanto
perché sono giovane e brillante, invece
stanotte ho capito che non è così. Non
so niente di suo marito, ma da come ne
parla presumo sia abbastanza strano e
con abitudini sessuali piuttosto
inusuali.
Voglio portare avanti la
nostra storia in maniera razionale,
senza farmi troppi problemi, godendo dei
piaceri del suo corpo. Sono convinto che
nemmeno Raffaella sia innamorata di me,
probabilmente quello che cerca è
soltanto un'avventura e io non voglio
dolermene in un prossimo futuro.
Un paio di camioncini
adibiti alla pulizia delle strade fanno
il loro ingresso nella piazza. Il rumore
delle spazzole rotative è assordante.
Le macchine inghiottiscono i coriandoli
e le stelle filanti sparsi
sull'acciottolato sollevando una grande
quantità di polvere. Gli automezzi si
spostano con estrema lentezza nella
piazza seguendo un percorso di rette
parallele. Osservo il loro incedere e
non posso fare a meno di pensare al modo
in cui ho cavalcato il corpo di
Raffaella fino a un paio di ore fa.
Abbiamo fatto del sesso in
una stanza d'albergo a due passi dalla
stazione ferroviaria. Raffaella si è
premurata di prenotare la camera
sorprendendomi non poco. Non so in che
modo sia riuscita a rendersi
indipendente dagli obblighi famigliari
per una intera notte, ma non m'interessa
saperlo; quel che è certo è che adesso
è qui con me.
A letto si è mostrata
assatanata più di quanto avevo sperato.
Quando l'ho scopata sono venuto quasi
subito, deludendola probabilmente, forse
avrei dovuto sparami un paio di seghe
prima di uscire di casa, in questo caso
sarei durato più a lungo, invece non
l'ho fatto, però il cazzo ha
riacquistato vigore in breve tempo e
quando l'ho montata di nuovo mi sono
mostrato instancabile nel farla godere.
L'ho fatta urlare di
piacere a più riprese facendole
raggiungere più di un orgasmo, specie
quando ho cominciato a leccarle la figa.
Raffaella si è mostrata particolarmente
sensibile al movimento della mia lingua
che si muoveva a circolo sulla pelle
delle grandi e piccole labbra. Il suo
corpo ha iniziato a scuotersi e
sussultare percorso da una infinità di
brividi. Mi ha supplicato più volte che
le mordessi l'esile pelle rosata e ha
cominciato a strillare di piacere quando
l'ho fatto. Soltanto allora ho accostato
il clitoride fra le labbra e ho
cominciato a succhiarlo. L'ho succhiato
per una decina di minuti fino a farla
venire più di una volta fra un assalto
e l'altro. All'apice del piacere mi ha
urlato:
- Scopami!
Ha voluto che la scopassi e
l'ho fatto, ma stavolta sono durato più
a lungo di quanto era accaduto in
precedenza. Lo stesso è accaduto in
seguito perché abbiamo fatto l'amore
per tutta la notte. Alle 5.00, quando in
città era ancora buio, abbiamo abbandonato la
stanza d'albergo sorprendendo non poco
il portiere di notte.
Raffaella ha voluto
portarmi in Piazza Duomo insistendo
perché
prendessimo posto su questi gradini
senza darmi una spiegazione.
Il fracasso delle spazzole
rotative delle macchine adibite alla
pulizia delle strade copre il rumore di
un camion compattatore della nettezza
urbana, uno di quelli impiegati a
svuotare i cassonetti in giro per la
città, che si avvicina verso di noi.
D'improvviso l'automezzo arresta la
corsa. Dal finestrino posto a fianco del
sedile di guida dell'automezzo si
affaccia un uomo. Mostra d'avere
suppergiù una cinquantina di anni, ma
potrei sbagliarmi. Ha il volto tirato.
Resta a guardarci e sembra volere dire
qualcosa, magari è solo attratto dalle
cosce di Raffaella seduta accanto a me.
Sto per dirgli qualcosa, ma lui mi
precede e si rivolge alla mia compagna.
- Tutto bene?!
Lei lo guarda e si lascia
sfuggire un sorriso.
- Sì, tutto bene, non ti
preoccupare, ci vediamo più tardi a
casa. - risponde con la sua erre
arrotata.
Giro lo sguardo verso la
mia compagna, stupito dalla risposta che
le è uscita dalle labbra, mentre
l'automezzo della nettezza urbana si
allontana dai gradini dove stiamo
seduti.
Non le chiedo chi è quell'uomo. Non ho bisogno di conferme
per sapere di chi si tratta.
|
|
|