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DOPPIE
TASCHE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico
adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il
contenuto possa offenderti sei
invitato a uscire.
I l
sabato mattina, libero da impegni di
lavoro, ho l’abitudine di recarmi alla Biblioteca Civica di Vicolo Santa
Maria. Delle biblioteche comunali della città è senz'altro la più fornita
di materiale libraio da consultare, sia
per il numero di volumi sia per la
qualità dei testi catalogati. Mi piace
muovermi nel silenzio che gravita nelle stanze della biblioteca, Andare
in giro per i corridoi, soffermarmi
dinanzi alle fila libri custoditi nelle
scaffalature, e sedermi a un tavolo per
leggere un libro, possibilmente alla presenza
di una affascinante ragazza, è quanto di
più eccitante mi può capitare.
Il luogo trasuda una
rara essenza incorporea e spirituale. Mi
eccito nell'annusare gli odori che
sprigionano le pagine dei libri venute a
contatto con le mani delle altre
persone, preferibilmente quelle
femminili. E' in questo clima
accattivante che libero le passioni più
bieche, quelle che tengo nascoste anche
a chi mi ama.
Sabato scorso, dopo avere
effettuato un breve sopraluogo per le
stanze della biblioteca, mi sono recato dinanzi alla fila di scaffali
che custodiscono volumi di letteratura
francese. Ho spulciato le pagine di
alcuni testi, poi ho preso a prestito il
volume Histoire d'O di Pauline Regis, un
testo datato perché conferito alle
stampe negli anni cinquanta e
particolarmente ricco di spunti erotici.
Già in altre occasioni
avevo avuto modo di sfogliare quelle
pagine ed ero certo che avrebbero fatto al caso mio. Fatta la
scelta ho iniziato a muovermi fra i
tavoli della biblioteca con la
disinvoltura che mi è consueta.
Ho girovagato fra le
raccolte di libri, spostandomi da una
stanza all'altra, alla ricerca di una
ragazza, ma non una qualsiasi. La
prescelta doveva assomigliare a
Eleonora, la mia ex compagna. Inoltre,
per necessità, occorreva che occupasse un
tavolo da sola. Soltanto in questo caso
avrei potuto collocarmi di fronte a lei,
se volevo mettere in atto il piano che mi ero
fissato per la testa andando lì.
Dopo tanto girovagare sono
riuscito a individuare la ragazza che più
di ogni altra avrebbe potuto soddisfare le mie
esigenze. Mi sono seduto di fronte a lei
e ho iniziato la lettura del libro.
La ragazza mostrava d'avere
venti anni o poco più. Di
pelle olivastra possedeva capelli lunghi
e lisci che le scendevano fino alle
spalle. Il naso leggermente all'insù
faceva capolino su una bocca carnosa e
ben modellata. Sotto il golf nero,
sbottonato sul davanti, esibiva l'incavo delle mammelle sufficientemente
voluminose. Indossava una gonna corta di
colore grigio scuro. Le scarpe nere che
vedevo spuntare da sotto il tavolo erano
provviste di un tacco abbastanza pronunciato.
Mi sono perso a osservarla
in maniera sfacciata. Lei, per niente
intimidita dalla mia presenza, ha
proseguito nella lettura del testo che
aveva davanti agli occhi, apparentemente
senza degnarmi di uno sguardo. Le pagine
di Histoire d'O e la presenza della
ragazza mi hanno provocato l'immediata
erezione del cazzo. Ho infilato la mano
in una delle doppie tasche del loden e
ho raggiunto la patta dei pantaloni. Ho
abbassato la cerniera e liberato la
cappella.
Ho eseguito tutta la
manovra con circospezione, in modo che né
lei né nessun altro potesse accorgersi
di ciò che stavo facendo. Subito dopo
ho cominciato a masturbarmi, lentamente,
con calma. Non era mia intenzione
bruciare in pochi istanti le sensazioni
di piacere che mi stavo procurando, per
paura che qualcuno mi scoprisse mentre
mi masturbavo.
Toccarmi il cazzo davanti a
una donna, specie se inconsapevole
testimone, è una pratica sessuale che
mi eccita tantissimo. Ho cominciato a
sfiorarmi la cappella con le dita
sfregandola delicatamente, dopodiché ho
afferrato il cazzo alla radice e ho
iniziato a menarmelo con maggiore
intensità, incurante delle persone che
occupavano i tavoli d'intorno, cercando
di trovare nella bellezza della ragazza
che avevo davanti la carica erotica da
trasmettere alla mano.
Tutt'a un tratto una degli
evidenziatori colorati che la ragazza
utilizzava per sottolineare le frasi del
testo che le stava davanti è caduto
sul pavimento. D'istinto lo ha raccolto
chinando il capo sotto il tavolo. Nella
foga di masturbarmi non mi sono accorto
che il loden si era aperto sul davanti
rendendo visibile il cazzo che stringevo
nella mano.
Nel chinarsi la ragazza ha
senz'altro notato la mano che stringeva
il cazzo, ne ero certo. Una volta
afferrata l’evidenziatore ha alzato il
capo e si è rituffata nella lettura del
testo con la medesima applicazione di
poco prima. Spaventato ho liberato la
mano dalla tasca e l'ho appoggiata sopra
il tavolo, dopodiché ho cominciato a
sfogliare con finta indifferenza le
pagine del libro.
Dopo qualche istante la
ragazza si è alzata dalla sedia ed è
uscita dalla stanza. L'ho seguita
dappresso, timoroso, per paura che
potesse denunciare quanto aveva visto
agli addetti della biblioteca,
accusandomi di atti osceni. Stranamente
non ha preso la direzione dell'ufficio
delle bibliotecarie, ma ha arrestato il
passo dinnanzi la porta dei gabinetti.
L'ho vista girare il capo nella mia
direzione, dopodiché ha ammiccato un
sorriso. D’acchito ho interpretato il
gesto come un invito a seguirla e mi
sono precipitato verso la porta. Una
volta nell’antibagno ho incrociato lo
sguardo della ragazza che era ad
attendermi, mantenendo la schiena
appoggiata allo stipite della porta di
un gabinetto, nell'atteggiamento di chi
è attesa di qualcuno.
- E allora bello, ti sei
divertito a masturbarti? Non credi che
il piacere debba essere reciproco.
Anch'io ho diritto alla mia parte, ti
pare?
Preso alla sprovvista non
sono stato abile nel risponderle con la
medesima sfrontatezza. Lei è stata più
lesta dei miei pensieri. Ha allungato
una mano, mi ha afferrato la cinghia dei
pantaloni, poi mi ha attirato verso sé.
- Vieni, entriamo qui.
Nessuno ci disturberà.
Mi sono lasciato trascinare
all'interno di uno dei gabinetti senza
opporre alcuna resistenza, pago di come
stava evolvendo la situazione. Ha chiuso
la porta alle nostre spalle e l'ha
serrata con il chiavistello.
- Dai, togliti il cappotto
e fammi vedere cosa sai fare con il tuo
gingillo di carne.
Mi sono liberato del loden
e l'ho fissato all'attaccapanni. Lei mi
ha afferrato la cinghia dei pantaloni e
li ha trascinati insieme agli slip ai
miei piedi. Avevo il cazzo duro e lo
sentivo pulsare come raramente mi è
capitato in altre occasioni.
- Carino. - ha detto dopo
avermi tastato palle e cazzo.
Il respiro mi era diventato
affannoso e il cuore pulsava a ritmi
inusuali. Mi ha invitato ad abbassare la
tavolozza del water e obbligato a
sedermi sopra. Si è liberata della
gonna e delle mutandine ed è rimasta
con indosso la sola camicetta e il
maglione.
- Ti piace la mia fichetta?
Guardala bene è tutta per te, bada bene
di farla godere, eh!
Un esile ciuffo di peli
neri capeggiava all'apice della fessura
custodita fra le cosce. Quella stupenda
visione mi ha fatto perdere ogni residua
paura. Ho attirato la ragazza verso di
me e l'ho obbligata ad appoggiare il
culo sulle mie ginocchia.
Lo stato di eccitazione che
si era impadronito del mio corpo doveva
esserle manifesto. Ho
iniziato a baciarla sul collo mordendola più volte dietro la
nuca. L'inusuale violenza dei miei gesti
l'ha trovata impreparata. Se fino a
qualche istante prima era stata lei a
condurre il gioco, dopo si è sciolta al
calore dei miei baci.
Godeva, cazzo se godeva! Fremeva di piacere sotto i
colpi dei miei morsi. Ha cercato in
tutti i modi di divincolarsi, ma
inutilmente, tanta era la foga che avevo
messo nello stringerla a me.
I nostri corpi si sono
rincorsi in una lotta che ha
procurato a entrambi un intenso piacere. Dalle sue
labbra sono usciti dei gemiti e il corpo
ha cominciato a dimenarsi madido di
sudore. Ho risalito il bordo del
maglione con le mani e con piacere ho
costatato che non indossava il
reggiseno.
Le ho afferrato le tette e
ho cominciato a palpeggiarle. Erano
consistenti e sode. Mi sono soffermato a
sfiorarle i capezzoli strizzandoli fra
le dita, provocandole una sensazione di
dolore perché la sua bocca ha emesso più
di un gemito.
I suoi occhi erano accecati
dal desiderio. Ho lasciato cadere le
labbra sulle sue in un bacio
appassionato. Quel che ne è seguito è
stato un atto violento. Ho penetrato la
sua bocca con la lingua sbavandole
addosso una grande quantità di saliva.
Eccitato com'ero ho
iniziato a schernire i denti contro i
suoi. Lei si è allontanata per
penetrarmi a sua volta con la lingua.
Abbandonate le mani dalle tette le ho
afferrato i capelli da dietro il capo e
l'ho trascinata con forza verso di me.
La sua lingua ha incrociato la mia in un
balletto di punte che si sono date
battaglia duellando una contro l'altra.
In preda a un incredibile
stato di eccitazione ha affondato le
unghie nella mia schiena. Questo suo
modo di fare l'amore, con violenza e
rabbia, mi ha messo addosso un inusuale
euforia. Aveva la fica bagna fradicia e
l'umore le colava fra le cosce. Con
l'estremità delle dita sono andato alla
scoperta di quel luogo nascosto senza
smettere di esplorarle la bocca con la
lingua.
Le pareti della vagina,
morbide e accoglienti, hanno preso a
contrarsi a ogni atto di penetrazione
della lingua nella sua bocca. Allora la
ragazza ha cominciato a implorarmi:
- Sì, voglio il tuo cazzo.
Mettilo dentro tutto e fammi godere!
Fammi godere!
Desiderava che la
penetrassi al più presto. Ha stretto il
cazzo nella mano e lo ha accompagnato
nella vagina. L'aveva così stretta che
la cappella ha faticato non poco a farsi
largo nella mucosa. Non è facile
trovare donne così fatte e la cosa mi
ha fatto immenso piacere.
Semiseduto sulla tavola del
water mi sono trovato in difficoltà nel
muovere il bacino. Ci ha pensato lei a
guidare i movimenti dei nostri corpi e
l'ho assecondata stringendole le mani
intorno alle natiche.
Governare la scopata le
dava immenso piacere, non a caso mi
aveva obbligato ad assumere quella
posizione. Manteneva le braccia stese
sulle mie spalle dinoccolandosi col
bacino tutt'intorno il cazzo.
D'improvviso il suo respiro si è fatto
trafelato. Ha cominciato ad ansimare e
mormorare frasi incomprensibili godendo
del piacere che le stavo offrendo
scopandola in quel modo. Muoveva il
bacino effettuando spostamenti sinuosi e
serpeggianti, traendo il massimo piacere
dal cazzo che le avevo seppellito nella
fica e teneva prigioniero.
Abbiamo seguitato a scopare
per una decina di minuti ancora, con la
medesima intensità, fino a quando le
oscillazioni del suo corpo hanno
accelerato le movenze. L'ho assecondata
cercando di non venire troppo alla
svelta per non privarla del suo piacere,
ma tutt'a un tratto ha iniziato a
gridare.
- Godo! Godo!
Mentre urlava ha cominciato
a stringermi le mani attorno alle
spalle. Ha affondato le unghie nella
carne fino a farla sanguinare.
- Vengo! Vengo!
Non ricordo quante volte
nel giro di pochi secondi ha seguitato a
urlare quella frase. Quello che è certo
è che ha iniziato a tremare tutta, da
capo a piedi, inarcando la schiena
all'indietro. Sono venuto dopo che lei
è venuta più volte sfilandomi appena
in tempo dalla vagina che cercava di
trattenermi il cazzo dentro di sé.
Ci siamo ritrovati uniti in
un tenero abbraccio, poi si è
allontanata. Ha indossato le mutandine
di pizzo nere, aggiustandole sul bacino,
e subito dopo ha infilato la gonna. L'ho
imitata e ho recuperato i miei indumenti
abbandonati sul pavimento.
- Sei stato bravo, mi è
piaciuto fare sesso con te. Un'altra
volta però stai più attento a
masturbarti di fronte a una qualsiasi
donna, potresti incappare in una ragazza
che
invece d'eccitarsi va a denunciarti per
oscenità.
Prima d'andarsene mi ha
fatto dono di un lungo bacio sulla
guancia, dopodiché ha aperto la porta e
fatto ritorno in biblioteca. Ho lasciato
trascorrere alcuni minuti prima di
andarle dietro. Quando ho fatto ritorno
nella stanza dove avevo cominciato a
masturbarmi ho trovato la ragazza seduta
al medesimo tavolo. Il capo era chino
sopra un libro intenta a sottolineare
con l’evidenziatore alcune frasi del
testo. Nonostante fossimo stati in
intimità non le avevo chiesto il nome e
neppure rivelato il mio. Ho afferrato il
libro Historie d'O, appoggiato sul
tavolo, e sono andato a riporlo nello
scaffale dove l'avevo tolto.
Mi sono diretto verso
l'uscita della biblioteca sperando che
l'inverno non dovesse mai terminare, in
questo caso avrei seguitato a indossare
il loden blu dalle doppie tasche, lo
stesso che in quella fredda mattina
d'inverno mi aveva procurato tanto
piacere.
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