L'OSPIZIO DI SILVIO B.
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  

   Nella casa di riposo le attività di riordino delle camere di degenza erano iniziate all'alba, quando era ancora buio. Le addette alle pulizie avevano provveduto a tirare a lucido i pavimenti, riordinare i bagni e rifatto i letti, dopodiché le infermiere si erano prese cura dell'igiene personale di uomini e donne non autosufficienti.
   Ricevere il saluto dei volti sorridenti delle operatrici della struttura assistenziale aveva messo Artemio di buon umore. La giornata che stava per iniziare non sarebbe stata come le altre che l'avevano preceduta, infatti, nel primo pomeriggio, dopo un mese di lontananza, avrebbe di nuovo incontrato Katarina, la puttana slava che periodicamente faceva visita agli ospiti di Villa Verde appartandosi con gli anziani che desideravano stare in sua compagnia.
   Da un po' di tempo le addette all'assistenza degli ospiti non facevano altro che offendere Berlusconi, dileggiandolo, specie dopo che avevano appreso delle feste che il Cavaliere era solito organizzare nella villa di Arcore. 
   In considerazione della vasta esperienza accumulata nell'assistenza agli anziani nessuna operatrice riusciva a capacitarsi, data l'età del Cavaliere, che potesse sostenere una attività sessuale esageratamente intensa, come era stata riferita da alcune delle donne che avevano preso parte alle feste organizzate nella villa di Arcore.
   Dalle confidenze che Artemio aveva udito scambiarsi fra le operatrici si era fatto l'idea che Berlusconi fosse un uomo speciale, anzi un "uomo bionico", specie dopo che una delle infermiere aveva rivelato a una collega che il Cavaliere era dotato di una "protesi peniena". 
   Lì per lì Artemio non aveva ben capito quale significato attribuire alla voce "protesi peniena", ma essendo interessato alla cosa, stante la tarda età, si era premurato di reclamare maggiori delucidazioni al medico geriatra che quotidianamente faceva visita alla casa di riposo. Costui, un giovane medico fresco di laurea, gliele aveva dispensate elencandogli, con dovizia di particolari, in cosa consisteva la suddetta protesi. 
   Intrattenendosi a parlare con il medico Artemio aveva appreso che un maschio, in presenza di conclamata difficoltà erettile, oltre a fare uso delle tanto reclamizzate pillole azzurre, poteva fare ricorso anche all'innesto di una protesi peniena, sottoponendosi a un piccolo intervento chirurgico che gli avrebbe permesso un gran numero di rapporti sessuali, in breve successione, al pari di quando era adolescente e forse anche di più.

* * *

   - All'interno dei corpi cavernosi. - aveva spiegato il medico dell'ospizio - il chirurgo provvede a inserire un paio di cilindri artificiali, di una sostanza realizzata con silicone, che conferisce al pene una rigidità soltanto abbozzata. Questi cilindri vengono riempiti da un liquido particolare, custodito in un piccolo serbatoio, inserito nello scroto, che l'interessato spreme ogniqualvolta desidera avere un rapporto sessuale.
   - Ma dall'esterno la donna si accorge di qualcosa? - aveva insistito l'anziano ospite di Villa Verde incuriosito dalle rivelazioni del medico.
   - Certo che no! Nemmeno l'incisione eseguita durante l'intervento chirurgico, per l'inserimento della protesi di silicone, è riconoscibile dall'esterno.
   - Accidenti! Ma che differenza c'è fra una erezione artificiale e una normale?
   - Nessuna, il pene mantiene la stessa sensibilità e capacità di eiaculare che aveva prima dell'intervento chirurgico.
   - Mi sembra impossibile. Ma l'aspetto del pene a riposo qual è?
   - Quando la protesi non è azionata, visivamente, il pene ha un aspetto normale; flaccido.
   - E sono affidabili queste protesi biotecnologiche?
   - In che senso?
   - Non c'è il rischio che possano deteriorarsi o peggio rompersi durante l'atto sessuale?
   - Non lo so. Ma penso che al pari delle tette al silicone, diffusissime fra le donne, anche le protesi peniene possono essere facilmente sostituibili all'occorrenza.
   - E io potrei sottopormi a un intervento di questo tipo?
   - Lei quanti anni ha signor Ferraguti?
   - Ottantadue appena compiuti.
   - Beh, diciamo che le protesi peniene, nonostante risolvano in modo definitivo i problemi di deficit erettili più gravi, sono un ostacolo pressoché insormontabile nell'età avanzata, come nel suo caso.
   - E allora Berlusconi come fa, alla sua età, a scopare una donna ogni cinque minuti come hanno raccontato alcune delle donne che hanno preso parte alle sue feste. L'ho letto sulle pagine dei giornali.
   - Quell'uomo deve avere fatto un patto col diavolo, ci può scommettere! Non lo sapeva?

   Da adolescente, quando esistevano le case di tolleranza, Artemio Ferraguti aveva preso l'abitudine di scopare con le puttane, vizio che aveva conservato negli anni anche da sposato. Considerava le donne a pagamento più comode delle amanti. Non era la voglia di trasgressione che lo spingeva ad accoppiarsi con le prostitute. La verità è che da loro sapeva trarre il massimo del piacere con un minimo investimento di denaro. 
   Il sesso a pagamento lo eccitava a dismisura, soprattutto perché con le puttane poteva soddisfare ogni desiderio recondito, facendo tutte quelle cose che sua moglie non sopportava e lui si vergognava a confessarle. Invece le puttane di qualsiasi razza e colore della pelle erano sempre disponibili alla sottomissione, ma soprattutto non aveva bisogno di sedurle come invece avrebbe dovuto fare con le altre donne.
   Tutto quello che le prostitute volevano da lui era il denaro, soltanto il denaro, e poi scopando con loro non correva il rischio di mettere in gioco i propri sentimenti, né tanto meno quei coinvolgimenti emotivi che avrebbero potuto creargli dei problemi e mettere in discussione il rapporto con la propria famiglia. 
   Per tutta la vita aveva patito una forte dipendenza dal sesso. Infatti, aveva seguitato ad accoppiarsi con le puttane almeno una volta alla settimana per soddisfare un impulso sessuale che non sapeva in alcun modo reprimere, perché fare sesso con le donne a pagamento gli procurava un immenso piacere, diversamente da chi raffigurava il congiungersi con le prostitute come un atto di masturbazione eseguito senza fare uso della propria mano.

* * *

   Katarina, 24 anni, cittadina romena, di professione prostituta, si era specializzata nel soddisfare le pulsioni erotiche dei clienti ultra settantenni e quelle dei disabili. Artemio, con altri due pensionati della casa di riposo, era uno dei clienti abituali della ragazza. Ogni volta pagava cento euro (tariffa standard di Katarina) per restare un'ora in sua compagnia. 
   Operatori sanitari e assistente sociale facilitavano in tutti i modi i contatti tra la giovane prostituta e gli anziani ospiti della casa di riposo. Katarina raggiungeva Villa Verde alla guida del suo camper una volta al mese. Parcheggiava l'automezzo fuori dai cancelli della residenza e rimaneva in attesa che andassero da lei gli anziani che desideravano incontrarla. 
   All'età di ottantadue anni Artemio aveva voglia di ricevere quelle carezze che nessuna delle ospiti di Villa Verde avrebbero potuto dargli. Il classico rapporto di sesso che un uomo consuma con una puttana non era l'unica sua richiesta. Quello di cui aveva bisogno era soprattutto di tenerezza o più semplicemente di una donna che desse ascolto alle sue necessità insieme a un po' di sano erotismo. 
   Dal tardo mattino, in odore della venuta di Katarina, se ne stava appostato dietro i vetri della finestra, nella sua camera, in attesa che sopraggiungesse il camper. Alle tre del pomeriggio, per niente discreta nel suo abbigliamento provocante, la ragazza arrestò l'automezzo in prossimità dei cancelli della struttura residenziale, così da rendersi bene visibile e permettere agli anziani clienti un tragitto abbastanza breve per raggiungerla. Una volta spento il motore scese dal camper e si mise in bella mostra. Tacchi a spillo, stivali di pelle nera, vertiginosa minigonna, trucco pesante al viso, era pronta a offrire agli anziani qualsiasi tipo di prestazione sessuale bramavano da lei.
   Artemio, prima di precipitarsi fuori dalla stanza, spingendo con il palmo delle mani le ruote della carrozzina da invalido su cui era seduto, dopo che un ictus gli aveva procurato un principio di emiparesi, ingerì una compressa di Viagra da 100 mg. illudendosi che il farmaco potesse fargli effetto. 
   Quando si ritrovò nel parco prese la direzione del camper, solleticato dalla presenza di Katarina ferma davanti l'automezzo in attesa di essere raggiunta dai clienti. Avrebbe consegnato l'anima al diavolo per un trapianto di protesi peniena, pur sapendo che la cosa era pressoché impossibile da realizzare. 
   Quando si trovò a pochi metri da Katarina pensò che si sarebbe accontentato di una flaccida erezione, ma sapeva bene che avrebbe dovuto accontentarsi di farsi toccare ed effettuare qualche carezza sulle forme giunoniche del corpo della ragazza, mentre lei lo ascoltava. Ma sarebbe stato sufficiente per farlo sentire ancora vivo.

 

 

 

 
 

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