DALLA POLTRONA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

    Accovacciato sulla poltrona contemplo le natiche che troneggiano dinanzi ai miei occhi. Le rotondità del culo sono la parte che più apprezzo nel corpo di una donna. 
   Lei sta carponi davanti a me. Le guardo il culo e ne sono affascinato. Mani e ginocchia poggiano a terra. Le spalle, chine in avanti, inducono il mento a sfiorare il pavimento. Le gambe sono leggermente divaricate. La pelle attorno all'ano è corrugata e lievemente più scura rispetto al tessuto circostante.
   La fica, vista dalla mia prospettiva, ha le sembianze di una grossa susina ed è priva di peli tutt'attorno. Le dita di una mano si staccano dal pavimento e si allungano verso di me. Le vedo farsi largo fra le cosce, sfiorare le grandi labbra, e incunearsi nella vagina umida.
   Il luccichio dell'umore che trasuda dalla fica eccita la mia fantasia. Una sequela di fremiti attraversa il corpo della donna che li accompagna con dei mugolii. Non sto a chiedermi se ciò che vedo e sento appartiene alla sfera della finzione oppure se i suoi modi sono genuini, ma poco importa al mio scopo. Seguito a masturbarmi fintanto che vengo sborrandomi nella mano.
   Premo il pulsante del telecomando e l'immagine di nudo femminile, quella che mi ha tenuto compagnia durante la sega che mi sono sparato, scompare dal monoscopio dissolvendosi nel nulla.

 

 

 
 

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