CONFESSIONI
La manomorta
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  

Antonella - Nella mia quotidiana odissea di incallita pendolare che ogni mattina è costretta suo malgrado a servirsi di treno, metro e autobus per recarmi al lavoro, sono perfettamente a conoscenza del gran numero di uomini che scelgono questi luoghi affollati per strofinarsi contro il corpo di noi donne, eccitandosi e gratificandosi sessualmente. Tempo fa, sulla pagina di una rivista, mi era capitato di leggere la notizia di un quarantenne che, mettendo in atto questo atto morboso, si era organizzato avvolgendo attorno l’uccello un foglio di plastica per non macchiarsi i pantaloni nel caso avesse avuto l’eiaculazione. Una volta partito il convoglio individuava la vittima su cui riversare le proprie attenzioni ed entrava in azione. Accostava l’uccello contro il culo della donna prescelta, poi cominciava a strusciarsi immaginando di avere un rapporto sessuale, godendo di quegli attimi. Una donna si era ribellata e gli aveva rotto in testa una bottiglia di olio che aveva nella borsa della spesa fracassandogli il cranio. A nulla era servito l’intervento dei medici accorsi dopo che il convoglio era stato bloccato alla prima stazione della metro. Quando frequentavo il liceo avevo un amico che nelle ore di punta, viaggiando in autobus, aveva l’abitudine di strofinarsi contro il culo delle ragazze, confidando che il suo contegno, in quella bolgia, sarebbe passato del tutto inosservato. Lui era solito raccontarmi, vantandosene, quelle che descriveva come occasioni di grande erotismo e intimità condivise da parte dalle ragazze, a suo parere consenzienti, senza rendersi conto che la sua era soltanto una forma di perversione. L’ho perso di vista da molti anni, poi di recente sono venuta conoscenza che svolge la professione di ginecologo. Spero per il suo bene e soprattutto per quello delle sue pazienti che abbia abbandonato certe idee ossessive verso il sesso delle donne, ma non ne sono tanto certa.
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Valentina - La manomorta l’ho vista fare da un ragazzo in metropolitana. La ragazza presa di mira era confusa e chiaramente a disagio, ma per il poco spazio a sua disposizione non sapeva come fare a uscire da quella dannata situazione. Stavo per intervenire, andando in suo soccorso, quando è scesa alla fermata seguente.
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Luana - A me è capitato una sola volta di ricevere questo tipo di attenzioni perché raramente salgo sull’autobus, ma la situazione in cui mi sono venuta a trovare si è rivelata parecchio eccitante. L’uomo non l’ho visto in viso, ma ho sentito il duro del suo uccello sulle mie chiappe ed è durato fintanto che ho abbandonato il mezzo pubblico.

Isabella - A me è capitato di sera, durante un concerto all’aperto. Nell'arena  c’era pieno di gente e faceva un caldo bestiale. Quella sera mi ero vestita senza reggiseno e una camicetta tutta scollata senza pensare all’effetto che avrei potuto provocare nei maschi che mi stavano d’intorno. Mentre si ballava e si saltava ho cominciato a sentirmi addosso delle mani di più persone che mi toccavano la schiena. Tutt’a un tratto alcune mani si sono infilate sotto la camicetta e mi sono sentita palpare le tette. Ho lasciato che lo facessero per qualche secondo poi mi sono scostata. Ripensandoci devo ammettere che è stato eccitante, molto eccitante essere palpata da sconosciuti.
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Emanuela - A me è accaduto più di una volta di essere palpata, tornando a casa da scuola, su un autobus strapieno di persone, calcati come sardine in scatola, incastrata fra i corpi di maschi e femmine. Ogni tanto qualcuno mi appoggia il suo gingillo di carne contro il sedere e io sono stata costretta a subire quel tipo di attenzioni. All’inizio mi arrabbiavo, parecchio, poi visto che non posso farci niente essere parlata è diventata una di quelle abitudini cui non faccio nemmeno più caso. Però sono contenta che con l’arrivo della primavera potrò usare il motorino così avrò risolto, seppure in parte, il problema.
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Alfredo - Qualche giorno fa stavo sull’autobus quando è salita una tipa mora sui trent’anni che si è posta davanti a me girandomi le spalle. Complice una brusca frenata dell’autobus la tipa è finita con il sedere contro il mio uccello. Non ero eccitato, ma quando piano piano, in maniera quasi impercettibile, ha cominciato a spostare il culo sempre più indietro a quel punto mi sono eccitato. La tipa aveva un retrotreno non trascurabile, capelli profumati, e con i tacchi era alta quasi quanto me che supero di poco il metro e ottanta. Ho cominciato a spingere l’uccello verso il suo culo fintanto che lei si è girata verso di me e mi ha fatto un sorriso. In quel momento mi sono vergognato tantissimo, poi sono dovuto scendere dall’autobus, ma se fossi rimasto lì sarei venuto di sicuro imbrattandomi le mutande di sperma.
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Cristina - Mi servo spessissimo dell’autobus perché è il mezzo di locomozione più agevole che ho a disposizione per recarmi al lavoro. Vi assicuro che palpeggiamenti ne ho ricevuti parecchi. All’inizio mi davano fastidio, poi confesso che riceverli ha cominciato a piacermi tanto che mi mancano nei periodi in cui per necessità sono costretta a utilizzare il motorino. 
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Valerio - Quello che posso dire da maschio è che si sente subito, al primo contatto fisico, se lei gradisce o meno d'essere palpata. Quindi andare avanti nell’esplorazione, con lei che si irrigidisce, si chiude, rifiuta il contatto, è un gesto ignobile, anzi una violenza. 
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Francesco - Un sabato sera, in discoteca, hanno interrotto la musica per dare spazio a un mini spettacolo. Mi trovavo in uno spazio sopraelevato rispetto la pista da ballo, con i gomiti appoggiati a una ringhiera, quando mi si avvicina una ragazza, in compagnia del fidanzato, e a forza di spingermi per trovare spazio si viene a trovare davanti a me. Io ho approfittato della sua vicinanza e le ho incollato il palmo della mano sul sedere. Dopo un po’, costatato che ci stava, sono sceso con la mano sino al centro delle cosce e mi sono accorto che non indossava le mutandine. Purtroppo la cosa non è durata molto perché mi ha preso la mano e l’ha tolta da lì. Ci ho riprovato, ma lei me l’ha tolta di nuovo, una volta finito lo spettacolo mi ha dato una occhiata e mi ha sorriso prima di allontanarsi.
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Sonia - Qualche anno fa, quando ero giovane e timida, mi è capitato di mettere a posto un cosiddetto “manomorta” urlandogli dietro del porco in mezzo alla gente e costringendolo alla fuga. Da adulta faccio in modo di prevenire che questo possa succedere, l’ultima volta che ho avvertito il contatto di una mano mentre viaggiavo sulla metro gli ho pestato malamente col tacco il piede e gli ho chiesto scusa con aria di finta innocenza. Non mi eccita la palpata rubata a uno sconosciuto, le mani preferisco che me le metta addosso soltanto chi voglio io.
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Wanda - Stavo viaggiando sull’autobus pressata dalla vicinanza di un ragazzo che da dietro appoggiava il pistolino duro sul mio culo. L’autobus era stracolmo di persone e anche se avessi voluto spostarmi non ci sarei riuscita. Ogni volta che si verificavano dei sobbalzi ne approfittava per pressarmi più forte. A un certo punto decido di stare al suo gioco e comincio a muovere il culo e pressarlo… credo sia venuto il porco!
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Marta - A me è capitato diverse volte di subire questo tipo di attenzioni da parte dei maschi e a dire la verità mi è sempre piaciuto riceverle. E’ sempre stata una delle mie ricorrenti fantasie erotiche quella di subire delle palpazioni mentre viaggio sull’autobus e ogni volta mi eccito da morire. La cosa strana è che mi bagno a prescindere dall’uomo che appoggia il suo arnese contro il mio culo o mi tocca. E’ una cosa che mi fa impazzire.
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Sara - Mi è capitato di essere palpata mentre ero sulla metro diretta all’università. Ricordo che mi vergognai da morire, diventai tutta rossa in viso, ma nello stesso tempo non mi riuscì di ribellarmi. Eravamo ammucchiati uno all’altro quando all’improvviso avvertii una mano che mi stava palpando un gluteo, per fortuna indossavo i pantaloni, ma poi la mano s’intrufolò verso il basso e rimase lì per almeno cinque minuti. Scesi alla prima stazione e aspettai che sopraggiungesse il convoglio successivo.
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Monica - A proposito di palpate dalle mie parti è praticamente impossibile non essere palpati quando si viaggia in autobus come se fossimo su un carro bestiame. Se poi fuori piove corri anche il rischio di trovarti la punta di un ombrello nel culo.
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Cinzia - A me è capitato di essere fatta oggetto a palpate al cinema. Ero in fila per raggiungere la cassa, il mio ragazzo stava davanti a me, mentre dietro avevo un ragazzo che si strofinava contro il mio culo con la scusa della fila di persone che lo spingeva da dietro. Sentivo il suo gingillo strusciarmi il sedere e non nascondo che la cosa mi è piaciuta. Avevo l’impressione di sentirlo sempre più duro, ma probabilmente era solo una impressione… 

Costanza - Mi è capitato di ricevere palpate ma non ho mai trovato la cosa eccitante. E poi quelli che fanno queste cose mi fanno solo pena perché chi arriva al punto di strusciarsi contro una donna sull’autobus deve condurre una vita grama e di merda!
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Amilcare - Sull’autobus non ci salgo mai, però mi capita spesso di trovarmi in posti affollati. L’ultima volta in aeroporto, mentre ero in coda per salire sull’aereo, c’era alle mia spalle una ragazza che mi strusciava le tette dure come il marmo contro la schiena, poi sulle braccia e di nuovo contro la schiena: una sensazione stupenda! 
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Cosetta - A me piace parecchio essere palpata nei posti affollati, anzi, sono arrivata al punto di provocare questo tipo di situazione. Una volta mi è capitato di ritrovarmi sull’autobus circondata da un gruppo di liceali appena usciti dalla scuola. Uno di loro, dietro di me, si eccitò parecchio a strusciarsi contro il mio culo e mi vergognai molto di me stessa per non essermi spostata.
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Arianna - Anche a me è capitato più di una volta e non l’ho mai trovato piacevole. E’ una cosa meschina fatta da uomini che non sanno come fare a eccitarsi con una donna. Odio i mezzi pubblici, eppure a volte mi toccano…
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Rosanna - Trovo che sia una cosa d’infinita tristezza, soprattutto per quel disperato che non vedendo una figa dal giorno in cui è stato partorito, è talmente alla canna del gas da ridursi a raschiare il fondo della padella. Una volta in autobus mi è capitato di essere fatta segno da una palpata, in quella occasione ero in compagnia di una mia amica e lo coprimmo di ridicolo prendendolo a male parole in mezzo alla gente.
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Lucilla - A me è successo ieri. L’autobus era affollatissimo e mi sono trovata con una mano ben piazzata nel culo. Mi sono girata, ho guardato in viso il lestofante, e stavo per partire con una gomitata nelle costole, poi ho visto che era un vecchio decrepito e mi ha fatto pena, allora ho fatto finta di nulla.

   

 

 

 
 

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