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COMPULSIONE
SESSUALE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
U n
atto d'amore. Ecco come hai avuto
l'impudenza di definire il gesto che mi
hai obbligato a compiere. Che ingenua
sono stata quando ho pensato che avevi
bisogno di una concreta prova della mia
arrendevolezza. Io te l'ho concessa nel
modo che parevi esigere, anche se ora, a
distanza di tempo, sto ad angosciarmi
ripensando a quanto è accaduto.
Nei tuoi confronti ho
sempre avvertito una forte sudditanza
psicologica. A essere sincera anche
sessuale, ma non ti è bastato tenermi
asservita al tuo volere, hai voluto
darmi molto di più rispetto a quello
che una qualsiasi donna potrebbe
sentirsi offrire dall'uomo a cui si è
consacrata. Così facendo hai stravolto
il nostro rapporto e lo hai fatto a mia
insaputa.
Quando hai esplicitato le
tue intenzioni ho pensato a una
provocazione, a un pesce d'aprile fuori
stagione, ma tu non scherzavi. L'ho
capito dal modo in cui articolavi le
parole che ti uscivano dalle labbra,
sputandole fuori dalla bocca con
veemenza, senza cedere alla tentazione
di metterti a sorridere, biascicando un
discorso che pareva non ammettere
riserve di sorta.
Ero persuasa che la nostra
relazione procedesse nel migliore dei
modi. Sesso e lavoro procedevano a
gonfie vele ed eravamo felici, perlomeno
questa è la sensazione che ne
ricevevo. Eri geloso di qualsiasi uomo
mi avvicinasse, anche di quelli propensi
a scambiare solo quattro chiacchiere, ma
anch'io ero sospettosa delle donne che
entravano in contatto con la tua persona.
Quando mi hai proposto di
fare del sesso con uno sconosciuto ho
sentito il sangue ribollirmi nelle vene.
Ho provato una rabbia profonda, ma non
te l'ho dato a intendere camuffando lo
sconcerto che mi aveva colto con la
maschera sorridente del mio viso. Me ne
hai parlato con strafottenza, senza
tradire nessuna emozione, sconvolgendo
le mie certezze, ferendomi nel profondo
del cuore, lacerandolo di dolore.
Una dimostrazione d'amore
la tua. Ecco qual era il significato del
tuo gesto quando hai deciso di darmi in
pasto a un altro uomo, ma non l'avevo
capito. Scema come sono sto ancora a
chiedermi dove hai trovato la forza per
obbligarmi a fare del sesso con uno
sconosciuto. Troppo tardi ho compreso
che non era tua intenzione mettere alla
prova il controllo che esercitavi su di
me, perché non ne avevi bisogno, l'ho
capito soltanto quando mi hai
definitivamente perduta.
A malincuore ho accettato
di fare sesso con chi volevi tu. E' pur
vero che una infinità di volte avevamo
ipotizzato di realizzare questa
fantasia. Ma era solo un gioco, un modo
per eccitarci a vicenda, dando forma a
situazioni che servivano a stimolare
l'impulso sessuale che alberga in
ciascuno di noi, ma non era mia
intenzione mettere in pratica alcun tipo
di tradimento. Hai sempre sostenuto che
nella vita non esiste niente di certo e
tutto è fittizio, e avevi ragione perché
questo tuo insegnamento é l'unica
certezza che mi è rimasta di te.
- E' per stanotte. - hai
bisbigliato al mio orecchio.
Eravamo sulla porta della
tua abitazione, in procinto d'uscire, e
quelle parole mi hanno colto di sorpresa. Non
ho opposto nessun rifiuto al tuo
annuncio. Ho accettato di seguirti di
buon grado, convinta che a te premeva
incassare una prova del potere che
esercitavi su di me. Ero pronta a
dartela, ma che ingenua sono stata, eh!
Quando abbiamo messo piede
al Momos, un american bar ubicato alla
periferia della città, in direzione
della tangenziale, il frastuono di una
musica reggae accompagnava le immagini
dei videoclip proiettati sui monitor
sospesi al soffitto. La sala era piena
di ragazzotti palestrati, dai modi rozzi
e sguaiati, desiderosi di scoparsi la
prima fica che gli sarebbe capitata fra
i piedi.
Hai individuato fra tutti
loro tre uomini e me li hai indicati,
uno per volta, lasciandomi il privilegio
di scegliere chi mi avrebbe scopata.
Mi erano tutt'e tre
indifferenti. Non sapevo chi preferire.
Per facilitarmi la scelta avresti potuto
stringere nella mano tre steli di
saggina di diversa lunghezza e abbinarli
a ciascuno dei ragazzotti, e poi farmi
sollevare un gambo. In questo modo la
scelta sarebbe stata casuale, invece hai
preteso che fossi io a scegliere l'uomo
con cui scopare.
Belli e dotati di fascino
li erano tutt'e tre. Non ho avuto che
l'imbarazzo della scelta. Infine ho dato
la preferenza al più moro dei tre. Un
tipo con i capelli brillantati di gel e
con i pettorali sporgenti dalla camicia
sbottonata. Tu con un cenno del capo hai
approvato la mia scelta e hai sorriso.
Ti sei avvicinato al suo
tavolo e gli hai parlato. Mi riesce
difficile ancora oggi immaginare quali
parole hai utilizzato nell'offrirgli la
possibilità di scoparmi. Mentre gli
parlavi, sciorinando le tue intenzioni,
sarei sprofondata sotto il tavolo per la
vergogna, specie quando hai girato lo
sguardo nella mia direzione e, con un
gesto della mano, gli hai indicato che
ero io la donna da scopare. Ho abbassato
gli occhi per l'imbarazzo e una vampata
di calore ha foderato le mie guance. Ho
avuto la tentazione di fuggire, se non
l'ho fatto è perché non potevo
deluderti. Volevo essere all'altezza del
compito affidatomi e appartarmi nel
cesso in compagnia di quell'uomo.
Sei tornato a sederti al
nostro tavolo e con voce perentoria hai
detto:
- Tutto okay, vai con lui
nel cesso!
Ho guardato nella sua
direzione e l'ho visto abbandonare la
compagnia degli amici per avvicinarsi
alla toilette. Avrei potuto rifiutarmi
di seguirlo, scongiurandoti di
trattenermi lì con te, ma non l'ho
fatto. Mi sono alzata dalla sedia e ho camminato
attraverso la sala per raggiungere il
mio anfitrione.
Non sapevo quale tipo di
prestazione avevi pattuito con lui. Di
proposito non mi avevi informata, doveva
essere una appagante sorpresa. Perlomeno
secondo il tuo modo di intendere le
cose.
L'uomo era ad attendermi
nel cesso con le scarpe appoggiate sul
pavimento della turca. Teneva i
pantaloni abbassati e il cazzo era in
piena erezione. Mi ha fatto cenno di
chinarmi e mi sono trovata inginocchiata
ai suoi piedi, col cazzo davanti alla
bocca, pronta a doverlo succhiare.
Ho seguitato a spompinarlo
fintanto che è venuto fra le mie labbra
sborrandomi nella bocca. Sono fuggita
via per tornare da te con le labbra
lordate di sperma. Ho passato la punta
della lingua sul seme lattiginoso
davanti ai tuoi occhi, asportando i
residui lattescenti che deturpavano il
mio viso, a riprova di quanto avevo
appena consumato.
Le prime parole che mi hai
rivolto sono state:
- Ti è piaciuto?
Ma davvero hai creduto che
fosse mio desiderio fare del sesso orale
con un altro uomo? Che stronzo che sei.
- Ho fatto quello che
volevi tu. - ti ho risposto, certa di
averti fatto piacere con il mio atto di
sottomissione.
Con voce tremula hai
confessato che stavolta la prova d'amore
eri stato tu a darmela, permettendo che
realizzassi una mia fantasia erotica,
facendomi scopare in bocca da un
estraneo, persuaso di farmi piacere. E
invece non hai capito un cazzo di come
sono fatta io. Dovevi per forza intuire
che la mia era solo una fantasia, un
gioco e niente di più, invece hai
condotto l'azione fino alle estreme
conseguenze e mi hai perduta per sempre.
Se era tua intenzione
dimostrare quanto grande era l'amore che
nutrivi per me, spingendoti a
condividermi con un altro uomo, hai
fallito nell'intento. Non tradire mai è
una delle regole che sta alla base di
ogni amore. Tu hai preteso di
sovvertirla dando libertà alla mia
bocca d'infrangerla. Ho ubbidito al tuo
volere perché ti amavo ed ero pronta a
tutto, anche a farmi scopare da chi
avevi stabilito tu.
Hai posseduto ogni cosa del
mio corpo e della mia anima, ora sei
un'ombra che non tornerà più a
sovrapporsi alla mia perché è così
che voglio. Avevo bisogno di un uomo a
cui essere sottomessa, invece hai voluto
sovvertire il nostro rapporto: che
stronzo sei.
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