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CINEMA
INZANI
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
La
piccola piazza a forma triangolare, là
dove si affaccia il Cinema Inzani, è
uno spazio all'aperto simile a molti
altri che caratterizzano il quartiere
dell'Oltretorrente. L'ingresso del
cinema si trova a pochi passi dalla
scultura di bronzo raffigurante frate
Lino da Maupas alle cui spalle, nei mesi
estivi, cresce su muricciolo una messe di fiori
lillà.
Dopo la chiusura del Cinema
Ritz il Cinema Inzani è l'unica sala
rimasta aperta in città, dove è
possibile assistere alla proiezione di
film hard-core ad alto contenuto
erotico.
Un biglietto del costo di
10 euro dà diritto agli spettatori di
intrattenersi nel locale dalle 14.00,
ora di apertura, sino a 2.00 di notte in maniera continuata.
Nel foyer del cinema,
insieme alla presenza alle pareti di
locandine di vecchi film pornografici, i
gestori della sala hanno affisso dei
cartelli che mettono in guardia la
clientela sulla possibilità d'incorrere
in persone che nella sala praticano
attività sessuali, e questo la dice
lunga su ciò che accade nel buio della
sala.
*
* *
Ludovico aveva l'abitudine di
masturbarsi almeno una volta al giorno,
talvolta anche due e persino tre. Manteneva
questo ritmo da quando era adolescente e
la voglia di toccarsi non si era mai
assopita. All'età di trent'anni
conservava intatta la smania di
praticare l'autoerotismo godendo dei
suoi orgasmi solitari.
Al Cinema Inzani
soddisfaceva le sue necessità ormonali
masturbandosi su una delle poltroncine del
cinematografo. Lo faceva in compagnia di
altri pervertiti, mantenendo lo sguardo fisso
sulle immagini hard-core che scorrevano
sullo schermo, arrestando il movimento
della mano soltanto quando era prossimo
a venire, ritardando l'orgasmo.
Ludovico aveva preso congedo
dall'ufficio verso le 18.00, con un'ora
di anticipo sull'orario consueto, causa un diverbio avuto con un
collega di lavoro. In prossimità
dell'Oratorio di Sant'Ilario, sotto i
portici dell'Ospedale Vecchio, attraversò
Strada D'Azeglio e andò dritto verso
Piazzale Inzani. Nella testa aveva un
solo pensiero: masturbarsi al più
presto.
Quando mise piede nel
cinematografo s'imbatté nella figura
della signora Gina. I lunghi capelli
biondi, scompigliati, che raramente si
prendeva la briga di riordinare, le
conferivano un'aria di trasandata
bellezza. La donna, una istituzione per
il cinema Inzani, si affaccendava a
svolgere in eguale misura il mestiere di
cassiera e di maschera guadagnandosi da
vivere.
Ludovico pagò i 10 euro
della tessera giornaliera ed entrò
nella sala. Impiegò qualche secondo per
adeguare gli occhi all’oscurità della
platea.
Sullo schermo una ragazza
dal corpo burroso, dalla pelle bianca
come una mozzarella, era impegnata a
fare una spagnola a un uomo dalla pelle
nera e dal cazzo pari a quello di un
asino.
Trovò posto a sedere su
una poltrona di seconda fila, appena
dietro i pervertiti che occupavano le
poltrone di prima fila: le più ambite
nei giorni in cui nel cinema si
esibivano le compagnie d'avanspettacolo.
Appena liberato il cazzo
dalla patta dei pantaloni cominciò a
masturbarsi. Passò poco tempo e un uomo
andò a sedersi nella poltrona accanto a
lui. Ludovico non fece
troppo caso alla presenza dello
sconosciuto, nemmeno si scandalizzò
quando liberò il cazzo dalla patta e
incominciò a masturbarsi, imitando nei gesti
tutti gli altri uomini che gli stavano
d'intorno, alcuni dei quali sicuramente
gay.
Gli era capitato altre
volte di essere avvicinato da qualcuno
di loro, molti si erano offerti di
prenderglielo in bocca e succhiarglielo,
ma non aveva mai acconsentito a farselo
toccare da nessuno, il cazzo.
- Hai mai baciato un uomo?
La domanda gli era stata
posta da Gianpaolo, a mezzogiorno,
durante un pranzo di lavoro. La
discussione aveva preso spunto dalla
presenza di una coppia di gay che
occupavano un tavolo a poca distanza da
loro.
- No. - aveva risposto.
- Però ti piace metterlo
nel culo a una donna, vero? - lo aveva
incalzato l'amico mettendo in imbarazzo
Elisa, una collega d'ufficio seduta al
loro medesimo tavolo.
- Le labbra di una donna
sono identiche a quelle di un uomo. -
penso, anche se non ne ho la prova.
- E allora?
- Un maschio che bacia un
altro maschio dovrebbe provare le
medesime sensazioni di piacere che io
provo baciando una donna, penso. Sei
d'accordo?
- Sbagli, perché non
è la stessa cosa. Per fartelo
capire ti porto l'esempio di una sega.
Non pensi che se fatta da un altro uomo,
anziché dalla mano di una donna, sia
molto meglio? Un maschio gode di
maggiore esperienza, non credi?
Alla battuta aveva riso
anche Elisa, dopodiché avevano ripreso
a discutere di marketing e dei problemi
legati all'azienda per cui lavoravano,
abbandonando quelli più frivoli del
sesso.
Sullo schermo i fotogrammi
di scopate e pompini si erano succeduti
uno dopo l'altro mentre Ludovico
rifletteva su quanto aveva affermato
Gianpaolo all'ora di pranzo. Osservare
dei maschi affaccendati a metterlo nel
culo a delle femmine era una delle
situazioni che più lo arrapava mentre
si masturbava. La stessa eccitazione lo
coglieva ogni volta che si accoppiava
con prostitute. Incularle e sentire il
cazzo avvolto nell'anello dello sfintere
lo faceva godere più di un qualsiasi
pompino e scopata nella figa.
Mentre le immagini
scorrevano sullo schermo stringeva il
cazzo con una mano, mentre l'altra
l'adoperava a pizzicarsi i capezzoli. Si
masturbava con movimenti lenti
interrompendo ogni tanto l'azione della
mano per non venire troppo alla svelta,
accrescendo in questo modo il piacere
che sapeva offrirsi toccandosi in quel
modo.
L'uomo che gli stava seduto
accanto prese a sfiorargli la coscia con
il ginocchio insistendo nel toccarlo a
più riprese. Ormai ci aveva fatto il
callo a quel tipo di approccio, ma ogni
volta che qualcuno lo infastidiva se lo
levava d'intorno invitandolo a
soprassedere con le buone maniere.
Stavolta non lo fece, lasciò che lo
sconosciuto seguitasse nella sua opera
di corteggiamento, memore di quanto gli
aveva detto Gianpaolo a pranzo.
Incoraggiato dall'assenza
di un rifiuto lo sconosciuto depose il
palmo della mano sulla coscia di
Ludovico, dopodiché incominciò a
muoverla leggera come una piuma fino sul
ginocchio. Il tocco della mano, che in
altre occasioni aveva sempre rifiutato,
respingendola al primo approccio,
stavolta gli provocò una intensa
eccitazione. Si girò in direzione dello
sconosciuto e lo guardò in viso.
D'acchito gli sembrò abbastanza
giovane, ma di ciò non se ne fece
meraviglia.
Nel momento in cui la mano
dello sconosciuto gli afferrò il cazzo,
e glielo strinse d'intorno, ebbe un
sussulto. Si lasciò cullare dal
movimento della mano che scorreva lenta,
in modo delicato, dalla radice alla
cappella. Sollevò il diaframma del
torace sopraffatto da una improvvisa
ondata di calore, dopodiché si lasciò
sfuggire un lungo sospiro liberatorio
mentre con le mani, divenute sudaticce,
stringeva i poggioli della poltrona.
Non gli sembrò vero di
ritrovarsi in quella situazione. Essere
masturbato da un uomo anziché da una
donna gli risultò persino più
piacevole, come del resto aveva
pronosticato Gianpaolo. Non durò a
lungo prima di venire. Sborrò nella
mano dello sconosciuto che subito gli
accompagnò la mano sul proprio cazzo.
Sorpreso, ma non troppo, Ludovico
ritrasse le dita rifiutandosi di
masturbarlo, contravvenendo alla forma
di complicità che si era creata fra
loro.
Il ragazzo per niente
ferito da quel rifiuto andò avanti a
masturbarsi da solo. Ludovico asciugò
la cappella e le mani lorde di sperma
servendosi di alcuni fazzoletti di carta
che lasciò cadere uno dopo l'altro sul
pavimento. Terminata la pulizia volse lo
sguardo fra le cosce dello sconosciuto
che nel frattempo non aveva smesso
di masturbarsi nella penombra della
sala.
Il cazzo, visto da sopra,
era piuttosto sviluppato e la cosa lo
sorprese. Una piccola quantità di
saliva uscì dalla bocca del ragazzo e
andò a depositarsi sulla cappella
facilitando lo scorrimento della mano.
Assistendo a quella scena, Ludovico
avvertì l'acquolina in bocca, allo
stesso modo di quando aveva desiderio di
una cosa appetitosa. E quel cazzo lo era
per davvero, appetitoso.
Il ragazzo venne poco dopo
infradiciandosi le mani di sperma.
Ludovico proseguì nella visione del
film cui fece seguito la proiezione di
un'altra pellicola non troppo diversa
dalla precedente.
Rimase nella sala fino alle
10.00 poi uscì dal cinema. Il ragazzo
che gli aveva fatto la sega se n'era già
andato da un pezzo senza rivolgergli un saluto.
Ludovico si considerava un
tipo strano. Non aveva né amici né
compagne, era solo. Il sesso vissuto
dentro il Cinema Inzani era la sua unica
religione di vita, soprattutto perché
si considerava un uomo senza Dio.
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