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CINEMA
EXCELSIOR
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Per
molti anni, nella semioscurità di
qualche cinema a luci rosse, ho
seguitato a masturbarmi. L’ho fatto
dando sfogo alle fantasie erotiche
che mi frullavano per la testa, mentre
sullo schermo scorrevano le immagini
erotiche di un film porno.
Da bambino mi masturbavo
anche un paio di volte al giorno. Mi
piaceva toccarmi in compagnia dei miei
coetanei. A volte facevamo a gara a chi
veniva per primo, magari giovandoci
della mano del compagno che ci stava
seduto accanto. Io ero bravo nel
masturbare i miei amici. Dicevano che
avevo la mano delicata, ed ero capace di
farli venire in breve tempo come nessun
altro.
Toccarci l'un l'altro lo
consideravamo un gioco e nulla più. Ma
ho sempre preferito masturbarmi
utilizzando la mia mano, anziché essere
toccato da quella di un amico. Toccarmi
mi dava un intenso piacere, specie se
dalla bocca lasciavo cadere dei
filamenti di saliva sulla cappella per
lubrificarla e facilitare lo scorrimento
della mano. Muovere l'uccello nella
cavità artificiosa, prodotta dalle dita
serrate attorno alla cappella, mi dava
la sensazione d'averla infilata
nell'umido di una figa.
Ho seguitato a masturbare i
miei compagni e ricevere le loro
attenzioni fino all'età dei quattordici
anni, dopodiché ho smesso di farlo
perché la sola attrazione sessuale che
avvertivo era per le ragazze, quella e
basta. Da allora non ho più avuto
contatti con uomini, nemmeno ho mai
pensato di averne, fintanto che, una
sera, al cinema, ho fatto conoscenza con
Vanessa e il marito.
Non mi considero una
persona normale. Infatti, mi intrigano le
situazioni particolari, come quelle
rappresentate in certe pellicola hard, e
faccio di tutto per concretizzarle.
Avventure ne ho avute parecchie, ma ho
sempre considerato la donna al pari di un
soggetto in grado di
soddisfare il mio e il suo piacere,
nient'altro. E sbagliavo, perché dopo
avere conosciuto Vanessa mi si è
rivelato un mondo erotico del tutto
sconosciuto.
E' in luoghi come i cinema,
specie quelli di periferia, dove si
proiettano film a luci rosse, che ho
realizzato gran parte delle mie fantasie
erotiche e ho avuto modo di coltivare le
più disparate amicizie con donne e
uomini viziosi.
Ciò che fa di una sala a
luci rosse un posto speciale è che
chiunque, nella semioscurità, può dare
libero sfogo al proprio esibizionismo,
magari facendo del sesso anche spinto,
da solo o con altri, senza avere la
percezione di dare vita a qualcosa di
proibito.
Non trovo ci sia
niente di squallido nel cercare di
rimorchiare una donna in un cinema a
luci rosse. Adescando o facendomi
adescare non mi sono mai curato se le
donne con cui entro a contatto sono lì
da sole oppure in compagnia del proprio
uomo. In più di una occasione sono
stato avvicinato da donne che mi hanno
lusingato con proposte indecenti a patto
di fare del sesso anche con il loro
compagno. Ma non ho mai preso in
considerazione l'ipotesi di andare a
letto con un uomo, perlomeno fintanto
che Vanesse me lo ha chiesto mettendolo
come unica condizione allo stare insieme.
La mia storia con Vanessa e
suo marito ha avuto inizio un anno fa.
Quella sera, dopo cena, misi piede al
Cinema Excelsior, una sala a luci rosse
situata alla periferia della città in
prossimità della tangenziale nord.
Staccato il biglietto d'ingresso attraversai il
breve corridoio che dalla cassa
conduceva alla platea. Mi avvicinai al
drappo di stoffa che faceva da
cuscinetto fra platea e la sala
d'aspetto e mi ritrovai dietro l'ultima
fila di poltrone.
Sullo schermo mi diedero il
benvenuto le forme giunoniche di Milly
D'Abbraccio impegnata a succhiare la
cappella a un maschio dalla pelle nera.
L'uomo, un tipo tarchiato, seppure non
troppo alto, oltre a essere superdotato
possedeva due palle grosse come quelle
di un toro.
Trascorse un po' di tempo
prima che i miei occhi si adattassero
all'oscurità della sala. Quando
incominciai a distinguere in modo chiaro
le fila di poltrone davanti a me,
discesi il corridoio centrale della
platea, e andai a occupare una delle
poltrone a metà sala, lontano dalle
ultime file tradizionalmente occupate da
culattoni abituati ad andare avanti e
indietro nei gabinetti.
Per niente incuriosito
dall'intreccio del film cominciai a
guardarmi d'intorno alla ricerca di
qualche donna da rimorchiare. Preso atto
della presenza di una decina di coppie
sparse in platea, mi concentrai sulle
immagini che comparivano sullo schermo
coltivando la speranza che una qualsiasi
di quelle coppie decidesse di sedersi
accanto a me come già era accaduto in
altre occasioni. Se non fosse accaduto
avrei soddisfatto le mie necessità
ormonali masturbandomi, mantenendo lo
sguardo fisso sulle immagini della
pellicola che scorrevano sullo schermo,
prolungando la sega per tutta la durata
del film come sono abituato a fare.
I fotogrammi della
pellicola tingevano di erotismo lo
schermo. Con il cazzo duro, e una gran
voglia di masturbarmi, stavo a osservare
con curiosità le evoluzioni di una
pornostar asiatica, impegnata a fare un
pompino a un tipo atletico dotato di
pettorali fuori misura, mentre un altro
uomo la inculava, quando nel corridoio
centrale della platea, poco distante
dalla poltrona che occupavo, comparve
una coppia. Girai lo sguardo nella loro
direzione e feci in tempo ad apprezzarli
entrambi quando i loro volti furono
illuminati dal riverbero di luce che
proveniva dallo schermo.
Rimasero qualche istante
immobili, guardando tutt'e due nella mia
direzione, poi si scambiarono qualche
parola. L'uomo precedette la donna lungo
lo spazio della fila di poltrone dove mi
ero accomodato. Arrivò fino alla
poltrona dove ero seduto e volle passare
oltre costringendomi ad alzarmi in
piedi. La donna non lo seguì dappresso,
ma preferì occupare la poltroncina alla
mia destra mentre il compagno, dopo
avermi sopravanzato, si sedette alla mia
sinistra.
Tutt'a un tratto mi
ritrovai strangolato come un sandwich
dall'uomo e dalla donna seduti ai miei
fianchi, e la cosa mi sembrò piuttosto
strana. Nelle precedenti avventure di
cui ero stato protagonista con altre
coppie, l'uomo era sempre rimasto seduto
accanto alla compagna mentre la palpavo
e mi facevo lavorare il cazzo con la
mano o la bocca, invece i due mi
strinsero nel mezzo.
Appena la donna occupò la
poltroncina accanto alla mia girai lo
sguardo nella sua direzione. Mi
soffermai a guardarle il viso,
approfittando del riverbero della luce
che proveniva dallo schermo, traendone
subito soddisfazione. Vista di profilo,
nella semioscurità della sala, mi diede
l'impressione di una donna con qualche
anno in meno dei miei quarant'anni. I
capelli lunghi e mossi le nascondevano
la linea del collo, mentre la maglietta
attillata metteva in bella evidenza le
forme delle tette prive di reggiseno.
Abbassai lo sguardo e mi resi conto che
indossava una minigonna che le lasciava
completamente scoperte le cosce,
mantenute di proposito appaiate anziché
accavallate come è abitudine delle
donne.
Ripresomi dall'iniziale
stordimento seguitai a guardare le
immagini del film sperando in una loro
prossima mossa, se mai ci fosse stata,
ma ero sicuro che accadesse.
Un paio di maschi aitanti e
muscolosi, affaccendati a infilare il
cazzo nel culo e in bocca a una donna,
sistemata carponi sulla sabbia di una
spiaggia tropicale, comparvero sullo
schermo.
Intrattenermi a guardare un
uomo che incula una donna è una delle
scene erotiche che più mi fanno
arrapare. Non c'è paragone fra il piacere
che provo a inculare e un qualsiasi
pompino o scopata di figa, anche se
fatta come Dio comanda.
Ogni volta che al cinema mi
capita di assistere a una scena dove c'è
una inculata immagino di essere al posto
del protagonista maschile. E va a finire
che mi masturbo.
Anche in quella occasione mi
ritrovai con il cazzo in erezione, duro
come il marmo. Lo sentivo pulsare sotto
il tessuto dei pantaloni e non vedevo
l'ora di liberarlo per dare sfogo
all'eccitazione che mi portavo addosso.
Stavo rimuginando l'idea di prendere
l'iniziativa quando il ginocchio della
donna prese a strusciarsi contro il mio.
La donna si incaponì a
compiere il medesimo gesto più volte
fintanto che decisi di prendere
l'iniziativa senza curarmi della
presenza dell'uomo che mi era seduto
accanto. Lasciai cadere la mano sopra la
coscia della donna, dopodiché feci
scivolare le dita, leggere come una
piuma, sotto la gonna. Indugiai qualche
istante prima di decidermi a carezzarla
per appurare in che modo avrebbe
reagito. Quando presi coscienza che non
avrebbe posto alcun rifiuto al mio gesto
cominciai a fare scorrere le dita sulla
pelle nuda, priva di calze, e finii per
farle scivolare all'interno della coscia
fintanto che raggiunsi l'inguine.
Non mi sorpresi quando
scoprii che non indossava le mutandine.
Lo speravo e ne fui felice perché
trovai la figa bagna fradicia. Ricambiò
il piacere che le stavo procurando e
iniziò a lusingarmi con dei movimenti
lenti della mano sopra la protuberanza
della patta. Finimmo per dare inizio a
una reciproca opera di corteggiamento
fatta di carezze e sospiri. Eccitato da
quei toccamenti le misi una mano dietro
il capo e glielo spinsi verso il basso,
fino a farle raggiungere le mie cosce.
Lei non si ritrasse.
Acconsentì a chinarsi e cominciò a
strusciare il muso contro la patta,
ansimando di piacere, senza decidersi ad
abbassare la cerniera dei pantaloni come
avrei desiderato che facesse al più
presto.
Tutt'a un tratto alzò il
capo e guardò nella direzione del suo
compagno, sino allora rimasto semplice
spettatore, come fosse sua intenzione
ricevere un cenno d'assenso. Dopo un po'
che strofinava la bocca contro la
sporgenza del cazzo abbassò la
cerniera. E con una certa fatica riuscì
a tirarlo fuori dalle mutande, duro
com'era.
Quando si trovò col muso a
contatto del pezzo di carne che tenevo
custodito fra le cosce sembrò non
sorprendersi per la consistenza. Ne
prese possesso con una mano e fu lesta
ad avvicinarlo alla bocca. Prima di
iniziare a succhiarlo inumidì la
cappella riversandoci sopra della
saliva, dopodiché incominciò ad
alternare colpi di lingua con movimenti
lenti della bocca. Dopo un po' che
succhiava strinse le labbra tutt'attorno
il cazzo e lo sospinse fino in gola.
Occupato com'ero nel godere
del piacere che sapeva infondermi il
languore di quella bocca, non feci caso
al suo compagno, dando per scontato che
la sua presenza facesse parte del gioco
che tutt'e tre stavamo conducendo, e non
me ne diedi pensiero.
Quando fui prossimo a
eiaculare non mi diedi cura di avvertire
la donna. Lei di sicuro se ne accorse,
ma non si scostò. Le riversai nella
bocca parecchi fiotti di sperma che
deglutì senza staccare le labbra
attorno alla cappella. Si staccò
soltanto dopo avermi stirato con le dita
il cazzo dalla radice fino alla punta,
quando ormai non c'era più niente che
sgocciolava. Restò col capo riverso
sulle mie ginocchia un paio di minuti,
dopodiché si alzò dalla poltrona.
Prima di andarsene, seguita dappresso
dal compagno, si rivolse a me.
- Ci vediamo domani sera
alla stessa ora? Se ti va.
- Sì, certo, va bene... ci
sarò. - dissi sorpreso dall'invito.
Mi alzai dalla poltrona e
lasciai che il suo compagno la seguisse
dappresso. Passandomi davanti l'uomo
strusciò il culo contro il mio cazzo
mentre raggiungeva la compagna che lo
aveva preceduto nel corridoio centrale
della platea. La cosa non mi sorprese,
ma non ci feci troppo caso.
Ventiquattrore dopo
l'avventura di cui ero stato
protagonista nella sala del Cinema
Excelsior mi presentai di nuovo in
platea. Presi posto nella medesima fila
di poltrone della sera precedente e
rimasi in attesa che sopravvenisse la
coppia. Giunsero con mezz'ora di ritardo
rispetto all'ora concordata, quando
ormai avevo perso ogni speranza di fare
del sesso facile con quella donna.
Apposta arrivarono in
ritardo, ora ne sono certo.
Probabilmente lo fecero per accrescere
la mia eccitazione. Presero posto sulle
poltroncine nel medesimo ordine della
sera precedente. Anche stavolta, dopo i
lunghi preliminari che mi portarono al
settimo cielo, lei mi fece un
interminabile pompino soddisfacendo il
mio e il suo piacere e di riflesso anche
quello del compagno. Abbandonarono il
cinema subito dopo l'ingoio dandomi
appuntamento ancora una volta per la
sera seguente.
I rendez-vous andarono
avanti per una intera settimana fintanto
che, un sabato sera, nel momento in cui
stavo liberando il cazzo dalla patta dei
pantaloni, in attesa che lei affondasse
la bocca sulla cappella, la mano
dell'uomo mi afferrò il cazzo alla
radice e lo strinse tutt'attorno.
Sorpreso dalla sua iniziativa mi
irrigidii, ma non allontanai la mano
eccitato dalla strana situazione in cui
mi ero venuto a trovare. Mi lasciai
cullare dal movimento della mano che
incominciò a scorrere lenta, dalla
radice sino alla cappella. Nel contempo
la donna posò la lingua sulla cappella
e seguitò a leccarla mentre l'uomo era
impegnato a fare scorrere la mano su e
giù senza un attimo di pausa.
Subire allo stesso tempo le
attenzioni di un uomo e di una donna mi
fece emozionare. La situazione era
davvero intrigante. Il cuore pareva
uscirmi dal petto tanto palpitava
seguendo un ritmo accelerato. Fui
sopraffatto da continue ondate di
calore. Costretto a dei lunghi sospiri
per colpa del diaframma che seguitava a
sollevarsi più del normale. Posai le
mani sul capo della donna che mi stava
spompinando e glielo spinsi verso il
basso facendole ingoiare per intero il
cazzo fino alla radice, inducendola a
tossire. Non mi sembrò vero di
ritrovarmi a fare del sesso con un uomo
e una donna in quella situazione.
Essere masturbato da un
uomo, mentre la sua donna mi stava
succhiando il cazzo, si rivelò molto più
che piacevole. Non durai a lungo prima
di venire. Le sborrai in gola mentre era
china su di me lasciandomi sfuggire un
lungo tremore delle gambe, una strizza
ai muscoli del culo, e un sospiro
liberatorio, anche se avrei desiderato
che quella situazione durasse
all'infinito.
L'uomo approfittò del mio
stato di confusione per afferrarmi la
mano e l'accompagnò sulla patta dei
propri pantaloni. Sorpreso da quel gesto
non contravvenni alla forma di complicità
che si era instaurata fra noi. Glielo
accarezzai da sopra il tessuto, fintanto
che abbassò la cerniera e tirò fuori
il cazzo. Nella semioscurità della sala
mi accorsi che lo aveva abbastanza
sviluppato e la cosa non mi sorprese,
anzi ne fui attratto.
- Toccalo se ti va, dai. -
disse la donna sussurrandomi quelle
parole all'orecchio. - Mi farebbe
piacere guardarti mentre masturbi mio
marito. Mica ti tirerai indietro eh?
Tutt'a un tratto mi scoprii
attratto dal cazzo che usciva, dritto
come un birillo, dai pantaloni dell'uomo
seduto accanto a me.
- Dai, cosa aspetti. -
insistette lei.
Preso atto che stavo
esitando, nonostante le sue
sollecitazioni, mi afferrò il polso e
condusse la mia mano attorno il cazzo
del marito, poi accompagnò per un paio
di volte il movimento della mia mano
dalla radice verso l'alto fintanto che
proseguii a fare quel movimento da solo.
Non durò a lungo prima di venire
eccitato com'era. Non feci in tempo a
ritrarmi che mi sborrò nella mano. Lei
asciugò lo sperma depositato fra le mie
dita con la lingua, infine si premurò
di togliere dalla borsetta dei
fazzoletti di carta per asciugarmi; una
volta utilizzati li lasciò cadere uno
dopo l'altro sul pavimento. Terminata la
pulizia si rivolse a me.
- Ti è piaciuto?
Non risposi alla domanda.
Ero troppo imbarazzato per farlo dopo
quanto era accaduto. Non avevo sparato
una sega a un uomo da quando,
adolescente, ero solito farlo per gioco
con i miei coetanei. Ritrovarmi a farlo
da adulto fu eccitante più di quanto
potessi immaginare, anche se feci fatica
ad ammetterlo a me stesso. Quando mi
vide esitante prese la parola.
- Beh, non dici niente?
- Cosa dovrei dirvi? Che mi
è piaciuto? - dissi con tono di voce
dimesso.
- Non è stato così?
- Non lo so.
- Dillo che ti è piaciuto
masturbare mio marito!
Avrei voluto negare quella
cosa, anche se ero conscio che stare a
masturbarlo mi aveva eccitato più di
quanto lei poteva immaginare, invece
cercai di non dare troppa importanza
alla cosa.
- Sì, in effetti, ho
trovato la cosa eccitante.
- E non ti piacerebbe
ripeterla al più presto, magari mentre
mi scopi.
- Qui, in questo cinema?
- Potremmo andare a casa
nostra se ti va.
Non ero preparato a
ricevere un simile invito, di solito le
avventure imbastite in posti come i
cinema iniziano e si concludono nello
stesso posto. Avrei voluto scoparla al
più presto, anzi più di tutto
desideravo metterglielo nel culo, il
cazzo. Ma se per raggiungere
quell'obbiettivo avrei dovuto masturbare
il marito, allora avrei pagato quel
pegno.
- Quando?
- Domani sera, se non hai
altri impegni.
- Domani sera? Beh, si può
fare, credo proprio di sì.
Fino a quel momento la
conversazione era intercorsa
esclusivamente fra me e lei senza che il
marito si mettesse nel mezzo con qualche
parola. Ma dopo che ebbi accondisceso
alla richiesta, dando la mia
disponibilità a incontrarla, allora aprì
bocca.
- La nostra abitazione si
trova in Via Campanili al civico 39. E'
una villetta a due piani, con un vasto
giardino tutt'intorno. E' abbastanza
facile da individuare fra le altre case.
- concluse.
- A che ora devo essere lì?
- Quando vuoi. - disse lei.
- Di sera naturalmente,
vero?
- Durante il giorno siamo
tutt'e due impegnati nel lavoro. Per noi
andrebbe bene verso le nove di sera o
anche più tardi. - concluse.
- Okay! Allora restiamo
d'accordo così.
- Via Campanili al numero
39. - insistette l'uomo.
Si alzarono tutt'e due
dalle poltrone e andarono verso il
corridoio centrale della platea. Ancora
una volta, come aveva fatto le sere
precedenti, l'uomo approfittò del fatto
che mi ero alzato dalla poltrona per
strofinare il culo contro il mio cazzo,
ormai rappreso, come se lo eccitasse
toccarmi in quel modo.
La cosa non mi infastidì,
ma nemmeno mi fece piacere. Avevo
accettato il loro invito perché mi
sentivo particolarmente attratto dalla
sua compagna come non mi era mai
accaduto con nessuna donna prima di lei.
Ero pronto a tutto pur di riuscire a
sfondarle il buco del culo, se me lo
avesse permesso. Recandomi nella loro
casa ero certo che avrei dovuto subire
le attenzioni del suo compagno, come era
accaduto al cinema mentre lei mi faceva
il pompino, ma dopotutto la cosa l'avevo
trovata persino eccitante.
Erano da poco passate le
nove di sera quando mi presentai davanti
alla villa dove la coppia, di cui sarei
stato ospite, mi aveva dato
appuntamento. Entrambi si erano ben
guardati dal rivelarmi la loro identità,
d'altronde anch'io mi ero comportato
allo stesso modo. Le uniche cose che
sapevo di loro due erano il numero
civico e la strada della villa che
avevano dichiarato essere la loro
abitazione.
Sopra una delle colonne di
mattoni, che fungevano da sostegno al
cancello che dava accesso al parco della
villa, mi soffermai a leggere i nomi
incisi su una targa d'ottone di forma
ovale. Il primo era quello di un uomo:
Dott. Emanuele Filiberti. Il secondo
nome era di una donna: Prof.ssa Vanessa
Spongata. Premetti il campanello
incastonato fra i mattoni e rimasi in
attesa di una risposta, eccitato dalla
insolita situazione in cui mi ero venuto
a trovare.
Trascorse solo qualche
istante, dopodiché la porta d'ingresso
della villa si illuminò. Ne uscì fuori
un cane lupo che corse nella direzione
della cancellata e si mise ad abbaiare
mostrando una fila di denti bianchi e
acuminati verso la mia persona.
Nemmeno la voce di colei
che si affacciò sullo stipite della
porta di casa, che riconobbi essere la
donna con cui avevo fatto sesso al
cinema, sembrò calmarlo. Soltanto
quando la donna raggiunse la cancellata
dove ero in attesa il cane si calmò.
- Ciao! - disse dopo avere
fatto scattare la serratura del
cancello. - Non avere paura di Roxy è
tutta scena quella che fa il mio cane,
in verità ha paura di tutto questo
coglione di maschio.
Venne verso di me e mi
porse una guancia da baciare. Baciai
anche l'altra guancia e lei fece lo
stesso ricambiando il mio gesto.
Procedemmo affiancati sul sentiero
lastricato di pietre che conduceva alla
abitazione. La luce dei lampioni, sparsi
lungo percorso, rassicurarono il nostro
incedere, con il cane che seguitava a
girarci d'intono abbaiando di continuo.
- Emozionato?
- Dovrei esserlo?
- Non lo so, io non la sono
per niente, anzi non vedo l'ora di
scopare con te.
- Anch'io. - dissi senza
tradire nessuna emozione.
- Ci scommetto che ce l'hai
già duro il tuo arnese da lavoro, eh! -
disse facendo l'atto di prendermelo nel
palmo della mano per assaggiarne la
consistenza.
- Che stupida che sei. Sì
è vero, l'ho duro, e allora? E tu sei
già bagnata?
- Io? Uhm... tu che ne
pensi?
- Penso di sì, anzi ce
l'hai già fradicia, vero?
- Che sciocco che sei.
- Tuo marito è in casa?
- Ti spiace?
- No, affatto, e poi ci ho
fatto l'abitudine alla sua presenza
durante i nostri incontri, anzi trovo la
cosa persino eccitante. - dissi per
farla contenta.
- Mi fa piacere che tu lo
dica, perché stasera è già
eccitatissimo al pensiero che starà a
guardarci mentre scopiamo.
La notizia non mi colse
impreparato, già sapevo che avrei
dovuto fare fronte alla sua presenza, ma
dopo quanto era accaduto la sera
precedente al cinema, allorché mi aveva
stretto nella mano il cazzo e avevo
accettato che mi masturbasse, ero
inquieto perché non sapevo dove si
sarebbe spinto con le sue avance,
d'altronde anch'io non sapevo fino a che
punto avrei accettare i suoi eccessi.
Quando mi trovai a pochi
passi dalla porta d'ingresso della villa
il marito di Vanessa fece la sua
comparsa.
- Buona sera! Spero che non
abbia avuto difficoltà a trovare la
nostra abitazione. - disse porgendomi la
mano che di rimando strinsi forte. Si
era rivolto a me dandomi del lei a
differenza della moglie che invece mi
aveva dato subito del tu, come aveva
fatto le sere precedenti al cinema.
- Non ho avuto difficoltà
a trovarvi. La vostra villa non ha
eguali con le case che ci sono qui
attorno. - dissi per risultare
simpatico.
- In effetti, è vero. -
concluse Vanessa. - Accomodati dentro
casa, dai.
Rimasi sorpreso nel
costatare che entrambi si erano
presentati vestiti in modo casual, con
indosso pantaloni da footing e una
t-shirt. Io invece ero andato lì
vestito di tutto punto con giacca e
pantaloni di lino, camicia bianca a
mezze maniche e cravatta.
Mi condussero in salotto e
mi fecero accomodare sul divano.
Emanuele prese posto su una delle due
poltrone che mi stavano davanti. Vanessa
si mise seduta sulle ginocchia del
marito dopodiché guardò dritto nella
mia direzione, poi prese a parlare.
- Hai qualche desiderio
particolare che posso soddisfare?
Rimasi silenzioso indeciso
se rivelarle o meno quello che avrei
voluto fare con lei. Se non fosse stato
presente il marito glielo avrei
spiattellato di getto, dicendole che
avevo voglia di ficcarglielo nel culo,
il cazzo, invece esitai.
- Beh, allora non hai
nessuna fantasia che t'intriga
realizzare con me che ancora non abbiamo
fatto?
- Più di tutto mi
piacerebbe incularti. - dissi tutto d'un
fiato cercando con gli occhi una
reazione da parte sua o del marito che
invece non ci fu.
- Perdiana! E io che mi
aspettavo chissà quale tipo di
depravazione da uno come te. - disse
rivolta al marito che di rimando le
sorrise.
- Di sicuro non amo le
piogge dorate e tutte quelle stronzate
con la pipì.
- Anche noi. - disse
Vanessa rassicurandomi, anche se il modo
in cui mi rispose mi sorprese perché
parlò al plurale mettendoci dentro
anche il marito.
- Nemmeno mi piacciono le
porcate con la cacca!
- Ah no, questo proprio no,
te lo assicuro. E nemmeno del sesso con
animali, in casa abbiamo un cane lupo,
quello che hai visto muoversi nel
giardino, ma è addestrato a fare il
cane da guardia e basta, te lo assicuro.
- Nemmeno voglio essere
legato. Non amo il genere bondage o il
sadomaso.
- Dunque: no escrementi, no
pissing, no animali, no sadomaso, niente
strap-on, allora niente di tutto
insomma? Cazzo! Ma un po' di cattiveria
ci vuole nel fare del sesso, non credi?
Io invece sono pronta a tutto. Il sesso
a tre ti piace? - disse in conclusione
- Preferibilmente dove ci
sono più donne che uomini. - dissi
aprendomi in un largo sorriso.
- E allora cosa sei venuto
a fare qua?
- Per incularti.
- E mio marito credi che
possa godere nel vedere che mi inculi?
- Non lo so, intanto
proviamo a farlo.
La conversazione mi eccitò
non poco, mi ritrovai con le palle dure
come quelle del biliardo e il cazzo che
pulsava con insistenza sotto il tessuto
dei pantaloni. Non le chiesi di
spogliarsi, ma fu Vanessa a liberarsi
della t-shirt che aveva addosso e subito
dopo dei pantaloni. Sotto la tuta non
indossava nessun indumento intimo. Era
la prima volta che scorgevo la sua pelle
nuda.
Illuminata dal chiarore di
una stanza e non più al buio di una
sala cinematografica mi sembrò persino
diversa. Alta più del normale, fianchi
stretti, gambe affusolate, seni non
troppo grossi, capezzoli rosa dritti a
sfidare le leggi della gravità, pareva
una dea. Bella la era per davvero,
raramente mi era capitato di vedere una
donna dalle forme come le sue. E poi a
me sono sempre piaciute le donne dai
capelli rossi con le lentiggini sulle
guance e il corpo colore dell'alabastro.
Il marito rimase a guardala
quando lei si avvicinò al divano dove
ero seduto dandomi l'impressione di
essere soddisfatto nell'esibire la
propria donna allo sguardo di un
estraneo quale ero io.
- Allora lo facciamo il sesso a
tre. - disse Vanessa.
Quando si trovò di fronte
a me si inginocchiò sul tappeto e
rimase in attesa di una risposta da
parte mia che tardò ad arrivare.
- Possiamo provare - dissi
eccitato dalla sua presenza nuda.
Depositò le mani sulle mie
ginocchia e cominciò a carezzarmi.
- Spogliati, dai, che
aspetti?
In un baleno mi levai gli
abiti di dosso e mi ritrovai
completamente nudo davanti alla coppia
di marito e moglie che sembravano
attratti da quanto di più prezioso
inalberavo fra le cosce.
- Hai un bel gioiello. -
disse indicandomi l'uccello. - Visto
alla luce è ancora più bello. Te lo
hanno mai detto?
- Un sacco di volte. -
dissi prendendole il capo da dietro
deciso a sospingerle la bocca verso la
cappella. Oppose una certa resistenza
come fosse sua intenzione rendere chiaro
che toccava a lei decidere cosa avremmo
dovuto fare. Quando infilò il cazzo in
gola mi sembrò di toccare il cielo con
un dito tanto provai piacere. Seguitò a
succhiarmelo fintanto che, ormai
prossimo a venire, tirò fuori la
cappella dalla bocca e si rivolse a me.
- Voglio che mi scopi alla
pecorina, adesso! Subito!
Si mise carponi con le mani
poggiate sul tappeto e il viso rivolto
verso suo marito che per tutto il tempo
del pompino era rimasto seduto sulla
poltrona a guardare la moglie impegnata
a succhiarmi il cazzo. Quando ormai
glielo avevo ficcato nella vagina,
stretta come me l'ero immaginata, si
rivolse al marito.
- E tu cosa aspetti? Che
venga?
Lì per lì non capii se si
stava riferendo a me oppure a lei
stessa, sta di fatto che il marito si
liberò degli indumenti e si mostrò
nudo con il cazzo in tiro. Mi fu chiaro
quali fossero le sue intenzioni quando,
subito dopo, si collocò cavallo dei
fianchi della moglie, in piedi col cazzo
rivolto verso di me che gli stavo
scopando la moglie alla pecorina.
Sorpreso dalla strana situazione in cui
mi ero venuto a trovare seguitai ad
affondare la cappella nella figa,
mantenendo le mani attorno i fianchi di
Vanessa a fare da leva, con il cazzo del
marito che mi ronzava rasente le labbra,
adescatore, fintanto che lei girò il
capo nella mia direzione.
- Che stronzo che sei! Che
aspetti a prenderlo in bocca? Cosa sei
venuto a fare altrimenti?
Quelle parole anziché
offendermi accrebbero il mio e il suo
piacere. Il cazzo di Emanuele pulsava
davanti alla mia bocca mentre, tutto
sudato, seguitavo a scopare Vanessa
indeciso se prenderlo o meno in bocca..
- Succhialo! Succhialo! Te
lo ordino! - urlò da sotto Vanessa.
Accostai le labbra alla
cappella. Un sottile velo acquoso
ricopriva la superficie della sottile
pelle. Incominciai a leccarla, schifato
dal sapore di piscio, fintanto che ci
presi gusto e incominciai a succhiarlo
con lo stesso ritmo del mio andare
avanti e indietro nella figa di Vanessa.
Non avevo mai provato una simile
eccitazione, ero fuori di testa e non
avrei voluto venire troppo presto per il
troppo piacere che stavo provando. Venne
per primo Emanuele che mi sborrò in
bocca nonostante avessi fatto di tutto
per ritrarmi. Qualche istante dopo venni
anch'io urlando addosso a Vanessa tutto
il mio piacere mordendola sulla nuca
come fanno i gatti quando scopano le
femmine perché non si diano alla fuga.
E' trascorso un anno da
quando è iniziata la mia avventura con
Vanessa e Emanuele. Ormai ci incontriamo
regolarmente un paio di volte alla
settimana nella loro villa. Scopare con
loro mi fa sentire un uomo completo,
ormai non potrei più fare del sesso in
altro modo se non con una donna e un
uomo che alle volte mi incula. Oltre a
fare sesso con me Vanessa e Emanuele
seguitano a frequentare i cinema a luci
rosse della città. Io no.
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