CINEMA EXCELSIOR
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

           Per molti anni, nella semioscurità di qualche cinema a luci rosse, ho seguitato a masturbarmi. L’ho fatto dando sfogo alle fantasie erotiche che mi frullavano per la testa, mentre sullo schermo scorrevano le immagini erotiche di un film porno.
   Da bambino mi masturbavo anche un paio di volte al giorno. Mi piaceva toccarmi in compagnia dei miei coetanei. A volte facevamo a gara a chi veniva per primo, magari giovandoci della mano del compagno che ci stava seduto accanto. Io ero bravo nel masturbare i miei amici. Dicevano che avevo la mano delicata, ed ero capace di farli venire in breve tempo come nessun altro.
   Toccarci l'un l'altro lo consideravamo un gioco e nulla più. Ma ho sempre preferito masturbarmi utilizzando la mia mano, anziché essere toccato da quella di un amico. Toccarmi mi dava un intenso piacere, specie se dalla bocca lasciavo cadere dei filamenti di saliva sulla cappella per lubrificarla e facilitare lo scorrimento della mano. Muovere l'uccello nella cavità artificiosa, prodotta dalle dita serrate attorno alla cappella, mi dava la sensazione d'averla infilata nell'umido di una figa.
   Ho seguitato a masturbare i miei compagni e ricevere le loro attenzioni fino all'età dei quattordici anni, dopodiché ho smesso di farlo perché la sola attrazione sessuale che avvertivo era per le ragazze, quella e basta. Da allora non ho più avuto contatti con uomini, nemmeno ho mai pensato di averne, fintanto che, una sera, al cinema, ho fatto conoscenza con Vanessa e il marito.

   Non mi considero una persona normale. Infatti, mi intrigano le situazioni particolari, come quelle rappresentate in certe pellicola hard, e faccio di tutto per concretizzarle. Avventure ne ho avute parecchie, ma ho sempre considerato la donna al pari di un soggetto in grado di soddisfare il mio e il suo piacere, nient'altro. E sbagliavo, perché dopo avere conosciuto Vanessa mi si è rivelato un mondo erotico del tutto sconosciuto.

   E' in luoghi come i cinema, specie quelli di periferia, dove si proiettano film a luci rosse, che ho realizzato gran parte delle mie fantasie erotiche e ho avuto modo di coltivare le più disparate amicizie con donne e uomini viziosi.
   Ciò che fa di una sala a luci rosse un posto speciale è che chiunque, nella semioscurità, può dare libero sfogo al proprio esibizionismo, magari facendo del sesso anche spinto, da solo o con altri, senza avere la percezione di dare vita a qualcosa di proibito.
    Non trovo ci sia niente di squallido nel cercare di rimorchiare una donna in un cinema a luci rosse. Adescando o facendomi adescare non mi sono mai curato se le donne con cui entro a contatto sono lì da sole oppure in compagnia del proprio uomo. In più di una occasione sono stato avvicinato da donne che mi hanno lusingato con proposte indecenti a patto di fare del sesso anche con il loro compagno. Ma non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di andare a letto con un uomo, perlomeno fintanto che Vanesse me lo ha chiesto mettendolo come unica condizione allo stare insieme.

   La mia storia con Vanessa e suo marito ha avuto inizio un anno fa. Quella sera, dopo cena, misi piede al Cinema Excelsior, una sala a luci rosse situata alla periferia della città in prossimità della tangenziale nord. Staccato il biglietto d'ingresso attraversai il breve corridoio che dalla cassa conduceva alla platea. Mi avvicinai al drappo di stoffa che faceva da cuscinetto fra platea e la sala d'aspetto e mi ritrovai dietro l'ultima fila di poltrone.
   Sullo schermo mi diedero il benvenuto le forme giunoniche di Milly D'Abbraccio impegnata a succhiare la cappella a un maschio dalla pelle nera. L'uomo, un tipo tarchiato, seppure non troppo alto, oltre a essere superdotato possedeva due palle grosse come quelle di un toro.
   Trascorse un po' di tempo prima che i miei occhi si adattassero all'oscurità della sala. Quando incominciai a distinguere in modo chiaro le fila di poltrone davanti a me, discesi il corridoio centrale della platea, e andai a occupare una delle poltrone a metà sala, lontano dalle ultime file tradizionalmente occupate da culattoni abituati ad andare avanti e indietro nei gabinetti.
   Per niente incuriosito dall'intreccio del film cominciai a guardarmi d'intorno alla ricerca di qualche donna da rimorchiare. Preso atto della presenza di una decina di coppie sparse in platea, mi concentrai sulle immagini che comparivano sullo schermo coltivando la speranza che una qualsiasi di quelle coppie decidesse di sedersi accanto a me come già era accaduto in altre occasioni. Se non fosse accaduto avrei soddisfatto le mie necessità ormonali masturbandomi, mantenendo lo sguardo fisso sulle immagini della pellicola che scorrevano sullo schermo, prolungando la sega per tutta la durata del film come sono abituato a fare.

   I fotogrammi della pellicola tingevano di erotismo lo schermo. Con il cazzo duro, e una gran voglia di masturbarmi, stavo a osservare con curiosità le evoluzioni di una pornostar asiatica, impegnata a fare un pompino a un tipo atletico dotato di pettorali fuori misura, mentre un altro uomo la inculava, quando nel corridoio centrale della platea, poco distante dalla poltrona che occupavo, comparve una coppia. Girai lo sguardo nella loro direzione e feci in tempo ad apprezzarli entrambi quando i loro volti furono illuminati dal riverbero di luce che proveniva dallo schermo.
   Rimasero qualche istante immobili, guardando tutt'e due nella mia direzione, poi si scambiarono qualche parola. L'uomo precedette la donna lungo lo spazio della fila di poltrone dove mi ero accomodato. Arrivò fino alla poltrona dove ero seduto e volle passare oltre costringendomi ad alzarmi in piedi. La donna non lo seguì dappresso, ma preferì occupare la poltroncina alla mia destra mentre il compagno, dopo avermi sopravanzato, si sedette alla mia sinistra.
   Tutt'a un tratto mi ritrovai strangolato come un sandwich dall'uomo e dalla donna seduti ai miei fianchi, e la cosa mi sembrò piuttosto strana. Nelle precedenti avventure di cui ero stato protagonista con altre coppie, l'uomo era sempre rimasto seduto accanto alla compagna mentre la palpavo e mi facevo lavorare il cazzo con la mano o la bocca, invece i due mi strinsero nel mezzo.
   Appena la donna occupò la poltroncina accanto alla mia girai lo sguardo nella sua direzione. Mi soffermai a guardarle il viso, approfittando del riverbero della luce che proveniva dallo schermo, traendone subito soddisfazione. Vista di profilo, nella semioscurità della sala, mi diede l'impressione di una donna con qualche anno in meno dei miei quarant'anni. I capelli lunghi e mossi le nascondevano la linea del collo, mentre la maglietta attillata metteva in bella evidenza le forme delle tette prive di reggiseno. Abbassai lo sguardo e mi resi conto che indossava una minigonna che le lasciava completamente scoperte le cosce, mantenute di proposito appaiate anziché accavallate come è abitudine delle donne. 
   Ripresomi dall'iniziale stordimento seguitai a guardare le immagini del film sperando in una loro prossima mossa, se mai ci fosse stata, ma ero sicuro che accadesse.
   Un paio di maschi aitanti e muscolosi, affaccendati a infilare il cazzo nel culo e in bocca a una donna, sistemata carponi sulla sabbia di una spiaggia tropicale, comparvero sullo schermo. 

   Intrattenermi a guardare un uomo che incula una donna è una delle scene erotiche che più mi fanno arrapare. Non c'è paragone fra il piacere che provo a inculare e un qualsiasi pompino o scopata di figa, anche se fatta come Dio comanda. 
   Ogni volta che al cinema mi capita di assistere a una scena dove c'è una inculata immagino di essere al posto del protagonista maschile. E va a finire che mi masturbo.
   Anche in quella occasione mi ritrovai con il cazzo in erezione, duro come il marmo. Lo sentivo pulsare sotto il tessuto dei pantaloni e non vedevo l'ora di liberarlo per dare sfogo all'eccitazione che mi portavo addosso. Stavo rimuginando l'idea di prendere l'iniziativa quando il ginocchio della donna prese a strusciarsi contro il mio.
   La donna si incaponì a compiere il medesimo gesto più volte fintanto che decisi di prendere l'iniziativa senza curarmi della presenza dell'uomo che mi era seduto accanto. Lasciai cadere la mano sopra la coscia della donna, dopodiché feci scivolare le dita, leggere come una piuma, sotto la gonna. Indugiai qualche istante prima di decidermi a carezzarla per appurare in che modo avrebbe reagito. Quando presi coscienza che non avrebbe posto alcun rifiuto al mio gesto cominciai a fare scorrere le dita sulla pelle nuda, priva di calze, e finii per farle scivolare all'interno della coscia fintanto che raggiunsi l'inguine.

   Non mi sorpresi quando scoprii che non indossava le mutandine. Lo speravo e ne fui felice perché trovai la figa bagna fradicia. Ricambiò il piacere che le stavo procurando e iniziò a lusingarmi con dei movimenti lenti della mano sopra la protuberanza della patta. Finimmo per dare inizio a una reciproca opera di corteggiamento fatta di carezze e sospiri. Eccitato da quei toccamenti le misi una mano dietro il capo e glielo spinsi verso il basso, fino a farle raggiungere le mie cosce.
   Lei non si ritrasse. Acconsentì a chinarsi e cominciò a strusciare il muso contro la patta, ansimando di piacere, senza decidersi ad abbassare la cerniera dei pantaloni come avrei desiderato che facesse al più presto.
   Tutt'a un tratto alzò il capo e guardò nella direzione del suo compagno, sino allora rimasto semplice spettatore, come fosse sua intenzione ricevere un cenno d'assenso. Dopo un po' che strofinava la bocca contro la sporgenza del cazzo abbassò la cerniera. E con una certa fatica riuscì a tirarlo fuori dalle mutande, duro com'era.

   Quando si trovò col muso a contatto del pezzo di carne che tenevo custodito fra le cosce sembrò non sorprendersi per la consistenza. Ne prese possesso con una mano e fu lesta ad avvicinarlo alla bocca. Prima di iniziare a succhiarlo inumidì la cappella riversandoci sopra della saliva, dopodiché incominciò ad alternare colpi di lingua con movimenti lenti della bocca. Dopo un po' che succhiava strinse le labbra tutt'attorno il cazzo e lo sospinse fino in gola.
   Occupato com'ero nel godere del piacere che sapeva infondermi il languore di quella bocca, non feci caso al suo compagno, dando per scontato che la sua presenza facesse parte del gioco che tutt'e tre stavamo conducendo, e non me ne diedi pensiero.
   Quando fui prossimo a eiaculare non mi diedi cura di avvertire la donna. Lei di sicuro se ne accorse, ma non si scostò. Le riversai nella bocca parecchi fiotti di sperma che deglutì senza staccare le labbra attorno alla cappella. Si staccò soltanto dopo avermi stirato con le dita il cazzo dalla radice fino alla punta, quando ormai non c'era più niente che sgocciolava. Restò col capo riverso sulle mie ginocchia un paio di minuti, dopodiché si alzò dalla poltrona. Prima di andarsene, seguita dappresso dal compagno, si rivolse a me.
   - Ci vediamo domani sera alla stessa ora? Se ti va.
   - Sì, certo, va bene... ci sarò. - dissi sorpreso dall'invito.
   Mi alzai dalla poltrona e lasciai che il suo compagno la seguisse dappresso. Passandomi davanti l'uomo strusciò il culo contro il mio cazzo mentre raggiungeva la compagna che lo aveva preceduto nel corridoio centrale della platea. La cosa non mi sorprese, ma non ci feci troppo caso.
   Ventiquattrore dopo l'avventura di cui ero stato protagonista nella sala del Cinema Excelsior mi presentai di nuovo in platea. Presi posto nella medesima fila di poltrone della sera precedente e rimasi in attesa che sopravvenisse la coppia. Giunsero con mezz'ora di ritardo rispetto all'ora concordata, quando ormai avevo perso ogni speranza di fare del sesso facile con quella donna.
   Apposta arrivarono in ritardo, ora ne sono certo. Probabilmente lo fecero per accrescere la mia eccitazione. Presero posto sulle poltroncine nel medesimo ordine della sera precedente. Anche stavolta, dopo i lunghi preliminari che mi portarono al settimo cielo, lei mi fece un interminabile pompino soddisfacendo il mio e il suo piacere e di riflesso anche quello del compagno. Abbandonarono il cinema subito dopo l'ingoio dandomi appuntamento ancora una volta per la sera seguente.

   I rendez-vous andarono avanti per una intera settimana fintanto che, un sabato sera, nel momento in cui stavo liberando il cazzo dalla patta dei pantaloni, in attesa che lei affondasse la bocca sulla cappella, la mano dell'uomo mi afferrò il cazzo alla radice e lo strinse tutt'attorno. Sorpreso dalla sua iniziativa mi irrigidii, ma non allontanai la mano eccitato dalla strana situazione in cui mi ero venuto a trovare. Mi lasciai cullare dal movimento della mano che incominciò a scorrere lenta, dalla radice sino alla cappella. Nel contempo la donna posò la lingua sulla cappella e seguitò a leccarla mentre l'uomo era impegnato a fare scorrere la mano su e giù senza un attimo di pausa.

   Subire allo stesso tempo le attenzioni di un uomo e di una donna mi fece emozionare. La situazione era davvero intrigante. Il cuore pareva uscirmi dal petto tanto palpitava seguendo un ritmo accelerato. Fui sopraffatto da continue ondate di calore. Costretto a dei lunghi sospiri per colpa del diaframma che seguitava a sollevarsi più del normale. Posai le mani sul capo della donna che mi stava spompinando e glielo spinsi verso il basso facendole ingoiare per intero il cazzo fino alla radice, inducendola a tossire. Non mi sembrò vero di ritrovarmi a fare del sesso con un uomo e una donna in quella situazione.
   Essere masturbato da un uomo, mentre la sua donna mi stava succhiando il cazzo, si rivelò molto più che piacevole. Non durai a lungo prima di venire. Le sborrai in gola mentre era china su di me lasciandomi sfuggire un lungo tremore delle gambe, una strizza ai muscoli del culo, e un sospiro liberatorio, anche se avrei desiderato che quella situazione durasse all'infinito. 
   L'uomo approfittò del mio stato di confusione per afferrarmi la mano e l'accompagnò sulla patta dei propri pantaloni. Sorpreso da quel gesto non contravvenni alla forma di complicità che si era instaurata fra noi. Glielo accarezzai da sopra il tessuto, fintanto che abbassò la cerniera e tirò fuori il cazzo. Nella semioscurità della sala mi accorsi che lo aveva abbastanza sviluppato e la cosa non mi sorprese, anzi ne fui attratto. 
   - Toccalo se ti va, dai. - disse la donna sussurrandomi quelle parole all'orecchio. - Mi farebbe piacere guardarti mentre masturbi mio marito. Mica ti tirerai indietro eh?
   Tutt'a un tratto mi scoprii attratto dal cazzo che usciva, dritto come un birillo, dai pantaloni dell'uomo seduto accanto a me.
   - Dai, cosa aspetti. - insistette lei.
   Preso atto che stavo esitando, nonostante le sue sollecitazioni, mi afferrò il polso e condusse la mia mano attorno il cazzo del marito, poi accompagnò per un paio di volte il movimento della mia mano dalla radice verso l'alto fintanto che proseguii a fare quel movimento da solo. Non durò a lungo prima di venire eccitato com'era. Non feci in tempo a ritrarmi che mi sborrò nella mano. Lei asciugò lo sperma depositato fra le mie dita con la lingua, infine si premurò di togliere dalla borsetta dei fazzoletti di carta per asciugarmi; una volta utilizzati li lasciò cadere uno dopo l'altro sul pavimento. Terminata la pulizia si rivolse a me.
   - Ti è piaciuto?
   Non risposi alla domanda. Ero troppo imbarazzato per farlo dopo quanto era accaduto. Non avevo sparato una sega a un uomo da quando, adolescente, ero solito farlo per gioco con i miei coetanei. Ritrovarmi a farlo da adulto fu eccitante più di quanto potessi immaginare, anche se feci fatica ad ammetterlo a me stesso. Quando mi vide esitante prese la parola.
   - Beh, non dici niente?
   - Cosa dovrei dirvi? Che mi è piaciuto? - dissi con tono di voce dimesso.
   - Non è stato così?
   - Non lo so.
   - Dillo che ti è piaciuto masturbare mio marito!
   Avrei voluto negare quella cosa, anche se ero conscio che stare a masturbarlo mi aveva eccitato più di quanto lei poteva immaginare, invece cercai di non dare troppa importanza alla cosa.
   - Sì, in effetti, ho trovato la cosa eccitante.
   - E non ti piacerebbe ripeterla al più presto, magari mentre mi scopi.
   - Qui, in questo cinema?
   - Potremmo andare a casa nostra se ti va.
   Non ero preparato a ricevere un simile invito, di solito le avventure imbastite in posti come i cinema iniziano e si concludono nello stesso posto. Avrei voluto scoparla al più presto, anzi più di tutto desideravo metterglielo nel culo, il cazzo. Ma se per raggiungere quell'obbiettivo avrei dovuto masturbare il marito, allora avrei pagato quel pegno.
   - Quando?
   - Domani sera, se non hai altri impegni.
   - Domani sera? Beh, si può fare, credo proprio di sì.
   Fino a quel momento la conversazione era intercorsa esclusivamente fra me e lei senza che il marito si mettesse nel mezzo con qualche parola. Ma dopo che ebbi accondisceso alla richiesta, dando la mia disponibilità a incontrarla, allora aprì bocca.
   - La nostra abitazione si trova in Via Campanili al civico 39. E' una villetta a due piani, con un vasto giardino tutt'intorno. E' abbastanza facile da individuare fra le altre case. - concluse. 
   - A che ora devo essere lì?
   - Quando vuoi. - disse lei.
   - Di sera naturalmente, vero?
   - Durante il giorno siamo tutt'e due impegnati nel lavoro. Per noi andrebbe bene verso le nove di sera o anche più tardi. - concluse.
   - Okay! Allora restiamo d'accordo così.
   - Via Campanili al numero 39. - insistette l'uomo.
   Si alzarono tutt'e due dalle poltrone e andarono verso il corridoio centrale della platea. Ancora una volta, come aveva fatto le sere precedenti, l'uomo approfittò del fatto che mi ero alzato dalla poltrona per strofinare il culo contro il mio cazzo, ormai rappreso, come se lo eccitasse toccarmi in quel modo. 
   La cosa non mi infastidì, ma nemmeno mi fece piacere. Avevo accettato il loro invito perché mi sentivo particolarmente attratto dalla sua compagna come non mi era mai accaduto con nessuna donna prima di lei. Ero pronto a tutto pur di riuscire a sfondarle il buco del culo, se me lo avesse permesso. Recandomi nella loro casa ero certo che avrei dovuto subire le attenzioni del suo compagno, come era accaduto al cinema mentre lei mi faceva il pompino, ma dopotutto la cosa l'avevo trovata persino eccitante.

   Erano da poco passate le nove di sera quando mi presentai davanti alla villa dove la coppia, di cui sarei stato ospite, mi aveva dato appuntamento. Entrambi si erano ben guardati dal rivelarmi la loro identità, d'altronde anch'io mi ero comportato allo stesso modo. Le uniche cose che sapevo di loro due erano il numero civico e la strada della villa che avevano dichiarato essere la loro abitazione. 
   Sopra una delle colonne di mattoni, che fungevano da sostegno al cancello che dava accesso al parco della villa, mi soffermai a leggere i nomi incisi su una targa d'ottone di forma ovale. Il primo era quello di un uomo: Dott. Emanuele Filiberti. Il secondo nome era di una donna: Prof.ssa Vanessa Spongata. Premetti il campanello incastonato fra i mattoni e rimasi in attesa di una risposta, eccitato dalla insolita situazione in cui mi ero venuto a trovare.
   Trascorse solo qualche istante, dopodiché la porta d'ingresso della villa si illuminò. Ne uscì fuori un cane lupo che corse nella direzione della cancellata e si mise ad abbaiare mostrando una fila di denti bianchi e acuminati verso la mia persona.
   Nemmeno la voce di colei che si affacciò sullo stipite della porta di casa, che riconobbi essere la donna con cui avevo fatto sesso al cinema, sembrò calmarlo. Soltanto quando la donna raggiunse la cancellata dove ero in attesa il cane si calmò.
   - Ciao! - disse dopo avere fatto scattare la serratura del cancello. - Non avere paura di Roxy è tutta scena quella che fa il mio cane, in verità ha paura di tutto questo coglione di maschio.
   Venne verso di me e mi porse una guancia da baciare. Baciai anche l'altra guancia e lei fece lo stesso ricambiando il mio gesto. Procedemmo affiancati sul sentiero lastricato di pietre che conduceva alla abitazione. La luce dei lampioni, sparsi lungo percorso, rassicurarono il nostro incedere, con il cane che seguitava a girarci d'intono abbaiando di continuo.
   - Emozionato?
   - Dovrei esserlo?
   - Non lo so, io non la sono per niente, anzi non vedo l'ora di scopare con te.
   - Anch'io. - dissi senza tradire nessuna emozione.
   - Ci scommetto che ce l'hai già duro il tuo arnese da lavoro, eh! - disse facendo l'atto di prendermelo nel palmo della mano per assaggiarne la consistenza.
   - Che stupida che sei. Sì è vero, l'ho duro, e allora? E tu sei già bagnata?
   - Io? Uhm... tu che ne pensi?
   - Penso di sì, anzi ce l'hai già fradicia, vero?
   - Che sciocco che sei.
   - Tuo marito è in casa?
   - Ti spiace?
   - No, affatto, e poi ci ho fatto l'abitudine alla sua presenza durante i nostri incontri, anzi trovo la cosa persino eccitante. - dissi per farla contenta.
   - Mi fa piacere che tu lo dica, perché stasera è già eccitatissimo al pensiero che starà a guardarci mentre scopiamo.
   La notizia non mi colse impreparato, già sapevo che avrei dovuto fare fronte alla sua presenza, ma dopo quanto era accaduto la sera precedente al cinema, allorché mi aveva stretto nella mano il cazzo e avevo accettato che mi masturbasse, ero inquieto perché non sapevo dove si sarebbe spinto con le sue avance, d'altronde anch'io non sapevo fino a che punto avrei accettare i suoi eccessi.
   Quando mi trovai a pochi passi dalla porta d'ingresso della villa il marito di Vanessa fece la sua comparsa.
   - Buona sera! Spero che non abbia avuto difficoltà a trovare la nostra abitazione. - disse porgendomi la mano che di rimando strinsi forte. Si era rivolto a me dandomi del lei a differenza della moglie che invece mi aveva dato subito del tu, come aveva fatto le sere precedenti al cinema.
   - Non ho avuto difficoltà a trovarvi. La vostra villa non ha eguali con le case che ci sono qui attorno. - dissi per risultare simpatico.
   - In effetti, è vero. - concluse Vanessa. - Accomodati dentro casa, dai.
   Rimasi sorpreso nel costatare che entrambi si erano presentati vestiti in modo casual, con indosso pantaloni da footing e una t-shirt. Io invece ero andato lì vestito di tutto punto con giacca e pantaloni di lino, camicia bianca a mezze maniche e cravatta.
   Mi condussero in salotto e mi fecero accomodare sul divano. Emanuele prese posto su una delle due poltrone che mi stavano davanti. Vanessa si mise seduta sulle ginocchia del marito dopodiché guardò dritto nella mia direzione, poi prese a parlare.
   - Hai qualche desiderio particolare che posso soddisfare?
   Rimasi silenzioso indeciso se rivelarle o meno quello che avrei voluto fare con lei. Se non fosse stato presente il marito glielo avrei spiattellato di getto, dicendole che avevo voglia di ficcarglielo nel culo, il cazzo, invece esitai.
   - Beh, allora non hai nessuna fantasia che t'intriga realizzare con me che ancora non abbiamo fatto?
   - Più di tutto mi piacerebbe incularti. - dissi tutto d'un fiato cercando con gli occhi una reazione da parte sua o del marito che invece non ci fu.
   - Perdiana! E io che mi aspettavo chissà quale tipo di depravazione da uno come te. - disse rivolta al marito che di rimando le sorrise.
   - Di sicuro non amo le piogge dorate e tutte quelle stronzate con la pipì.
   - Anche noi. - disse Vanessa rassicurandomi, anche se il modo in cui mi rispose mi sorprese perché parlò al plurale mettendoci dentro anche il marito.
   - Nemmeno mi piacciono le porcate con la cacca!
   - Ah no, questo proprio no, te lo assicuro. E nemmeno del sesso con animali, in casa abbiamo un cane lupo, quello che hai visto muoversi nel giardino, ma è addestrato a fare il cane da guardia e basta, te lo assicuro.
   - Nemmeno voglio essere legato. Non amo il genere bondage o il sadomaso.
   - Dunque: no escrementi, no pissing, no animali, no sadomaso, niente strap-on, allora niente di tutto insomma? Cazzo! Ma un po' di cattiveria ci vuole nel fare del sesso, non credi? Io invece sono pronta a tutto. Il sesso a tre ti piace? - disse in conclusione
   - Preferibilmente dove ci sono più donne che uomini. - dissi aprendomi in un largo sorriso.
   - E allora cosa sei venuto a fare qua?
   - Per incularti. 
   - E mio marito credi che possa godere nel vedere che mi inculi?
   - Non lo so, intanto proviamo a farlo.
   La conversazione mi eccitò non poco, mi ritrovai con le palle dure come quelle del biliardo e il cazzo che pulsava con insistenza sotto il tessuto dei pantaloni. Non le chiesi di spogliarsi, ma fu Vanessa a liberarsi della t-shirt che aveva addosso e subito dopo dei pantaloni. Sotto la tuta non indossava nessun indumento intimo. Era la prima volta che scorgevo la sua pelle nuda. 
   Illuminata dal chiarore di una stanza e non più al buio di una sala cinematografica mi sembrò persino diversa. Alta più del normale, fianchi stretti, gambe affusolate, seni non troppo grossi, capezzoli rosa dritti a sfidare le leggi della gravità, pareva una dea. Bella la era per davvero, raramente mi era capitato di vedere una donna dalle forme come le sue. E poi a me sono sempre piaciute le donne dai capelli rossi con le lentiggini sulle guance e il corpo colore dell'alabastro.
   Il marito rimase a guardala quando lei si avvicinò al divano dove ero seduto dandomi l'impressione di essere soddisfatto nell'esibire la propria donna allo sguardo di un estraneo quale ero io. 
  - Allora lo facciamo il sesso a tre. - disse Vanessa. 
   Quando si trovò di fronte a me si inginocchiò sul tappeto e rimase in attesa di una risposta da parte mia che tardò ad arrivare.
  - Possiamo provare - dissi eccitato dalla sua presenza nuda.
   Depositò le mani sulle mie ginocchia e cominciò a carezzarmi.
   - Spogliati, dai, che aspetti?
   In un baleno mi levai gli abiti di dosso e mi ritrovai completamente nudo davanti alla coppia di marito e moglie che sembravano attratti da quanto di più prezioso inalberavo fra le cosce.
   - Hai un bel gioiello. - disse indicandomi l'uccello. - Visto alla luce è ancora più bello. Te lo hanno mai detto?
   - Un sacco di volte. - dissi prendendole il capo da dietro deciso a sospingerle la bocca verso la cappella. Oppose una certa resistenza come fosse sua intenzione rendere chiaro che toccava a lei decidere cosa avremmo dovuto fare. Quando infilò il cazzo in gola mi sembrò di toccare il cielo con un dito tanto provai piacere. Seguitò a succhiarmelo fintanto che, ormai prossimo a venire, tirò fuori la cappella dalla bocca e si rivolse a me.
   - Voglio che mi scopi alla pecorina, adesso! Subito!
   Si mise carponi con le mani poggiate sul tappeto e il viso rivolto verso suo marito che per tutto il tempo del pompino era rimasto seduto sulla poltrona a guardare la moglie impegnata a succhiarmi il cazzo. Quando ormai glielo avevo ficcato nella vagina, stretta come me l'ero immaginata, si rivolse al marito.
   - E tu cosa aspetti? Che venga?
   Lì per lì non capii se si stava riferendo a me oppure a lei stessa, sta di fatto che il marito si liberò degli indumenti e si mostrò nudo con il cazzo in tiro. Mi fu chiaro quali fossero le sue intenzioni quando, subito dopo, si collocò cavallo dei fianchi della moglie, in piedi col cazzo rivolto verso di me che gli stavo scopando la moglie alla pecorina. Sorpreso dalla strana situazione in cui mi ero venuto a trovare seguitai ad affondare la cappella nella figa, mantenendo le mani attorno i fianchi di Vanessa a fare da leva, con il cazzo del marito che mi ronzava rasente le labbra, adescatore, fintanto che lei girò il capo nella mia direzione.
   - Che stronzo che sei! Che aspetti a prenderlo in bocca? Cosa sei venuto a fare altrimenti?
   Quelle parole anziché offendermi accrebbero il mio e il suo piacere. Il cazzo di Emanuele pulsava davanti alla mia bocca mentre, tutto sudato, seguitavo a scopare Vanessa indeciso se prenderlo o meno in bocca..
   - Succhialo! Succhialo! Te lo ordino! - urlò da sotto Vanessa.
   Accostai le labbra alla cappella. Un sottile velo acquoso ricopriva la superficie della sottile pelle. Incominciai a leccarla, schifato dal sapore di piscio, fintanto che ci presi gusto e incominciai a succhiarlo con lo stesso ritmo del mio andare avanti e indietro nella figa di Vanessa. Non avevo mai provato una simile eccitazione, ero fuori di testa e non avrei voluto venire troppo presto per il troppo piacere che stavo provando. Venne per primo Emanuele che mi sborrò in bocca nonostante avessi fatto di tutto per ritrarmi. Qualche istante dopo venni anch'io urlando addosso a Vanessa tutto il mio piacere mordendola sulla nuca come fanno i gatti quando scopano le femmine perché non si diano alla fuga.

   E' trascorso un anno da quando è iniziata la mia avventura con Vanessa e Emanuele. Ormai ci incontriamo regolarmente un paio di volte alla settimana nella loro villa. Scopare con loro mi fa sentire un uomo completo, ormai non potrei più fare del sesso in altro modo se non con una donna e un uomo che alle volte mi incula. Oltre a fare sesso con me Vanessa e Emanuele seguitano a frequentare i cinema a luci rosse della città. Io no.

 

 

 
 

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