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CHE
TI SUCCEDE?
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Attraverso
le fessure delle imposte filtravano
nella camera le prime luci dell'alba.
Caterina si svegliò di soprassalto.
Spaventata si mise seduta sul letto.
Curvò il viso sulle ginocchia,
mantenute flesse, e rimase immobile in
quella posizione. Quando Gilberto la
vide piegata su se stessa, con le
braccia a nasconderle il viso, si mise in
apprensione.
- Ehi, Cucciola che c'è?
- Niente.
- Non stai bene?
- Ho fatto un brutto sogno.
Gilberto stese una mano
sulla schiena della compagna e
l'accarezzò. Caterina si divincolò
dall'abbraccio e andò a collocarsi
dall'altra parte del letto, di fronte a
Gilberto. Rimase con lo sguardo fisso
sul guanciale dove fino a poco prima
aveva mantenuto appoggiato il capo
mentre i suoi pensieri facevano il
bozzolo.
- Si può sapere che ti ha
preso?
- Niente! Uffa, te l'ho
detto.
- Posso fare qualcosa?
- Non credo.
Gilberto si avvicinò alla
compagna e si mise seduto al suo fianco.
Le carezzò la fronte umida di sudore e
le diede un bacio sulle labbra. Caterina
scostò la bocca, scivolò giù dal
letto, e si allontanò dal marito.
A piedi nudi percorse il
breve tratto che la separava dalla
finestra. Spalancò i battenti e la luce
dell'aurora entrò nella stanza da letto
insieme a una folata di vento fresco.
Gilberto si perse a
guardare il corpo nudo di Caterina
trafitto dai raggi del sole. Ormai ci
aveva fatto l'abitudine a vederla nuda,
stavano insieme da cinque anni e i loro
corpi non avevano segreti una per
l'altro. Eppure vedere le forme tonde
del corpo della sua donna, illuminato
dalle prime luci del giorno, gli mise
addosso il desiderio di fare l'amore.
Rimase a contemplare le
nudità di Caterina, ferma davanti alla
finestra, poi scese dal letto e si
avvicinò alla moglie. Si fermò alle
sue spalle con il cazzo turgido. Avvolse
le braccia attorno al torace di Caterina
e avvertì al tatto la pelle umida di
rugiada.
- Che sogno hai fatto? Me
lo vuoi dire?
- Ho sognato di te. - disse
dopo avere appoggiato la guancia sul
dorso della mano di Gilberto accostata
al seno.
- Di me?
- Sì, di te.
- E' stato un bel sogno?
- No, affatto!
- Il sogno era molto reale.
Ho ancora davanti agli occhi il volto
della donna con cui mi stavi tradendo.
- Ah. Magari è anche una
di nostra conoscenza.
- Sì, proprio così.
- E chi è questa donna
favorita dalla sorte? Posso sapere il
suo nome?
- Lo sai già di chi parlo,
vero? - trasalì.
- No.
Caterina si mise a
piangere. Le lacrime le rigarono le
guance e caddero una sull'altra sui
listelli di legno del parquet.
- Ma perché piangi, dai,
non fare la sciocchina. C'è
qualcos'altro?
- Non ti basta quello che
ti ho rivelato?
Caterina girò lo sguardo
verso Gilberto. Si fissarono negli occhi
entrambi, confusi, incapaci di parlare.
Lui le cinse le braccia intorno alla
vita, l'attirò a sé e la baciò.
Caterina accostò il capo sul petto del
marito e lui le accarezzò i capelli.
Nudi, carne contro carne,
si baciarono di nuovo. Incrociarono le
labbra sfiorandosi fuggevolmente con la
punta della lingua lasciandosi scappare
più di un lamento di piacere.
Gilberto la trascinò di
peso fino al letto. Si mise seduto sul
bordo del materasso con i piedi a
toccare il pavimento. Caterina lo cavalcò
incrociando le gambe sui fianchi del
marito, cingendogli le braccia attorno
al capo. Seguitarono a baciarsi fintanto
che lei affondò i denti sul collo del
compagno. Gilberto scostò il capo di
lato, ma Caterina tornò di nuovo a
morderlo, poi gli prese il cazzo nella
mano e lo condusse fra le cosce dentro
di sé.
Gilberto avvicinò la
lingua alla bocca della compagna e prese
a baciarla, poi le cinse le natiche con
le mani. Le strinse forte accompagnando
il movimento del bacino della compagna
che oscillava divinamente avanti e
indietro mentre lo scopava standogli
sopra.
Caterina lo afferrò per i
capelli e gli trascinò la faccia fino
al proprio seno spezzando il movimento
del bacino. Gilberto avvolse il
capezzolo fra le labbra, prese a
succhiarlo e poi a morderlo provocando
nella compagna più di un brivido.
Tornarono di nuovo a scopare fintanto
che vennero entrambi catapultandosi sul
letto in un lungo e ansimante abbraccio.
Quando si staccarono Gilberto posò la
mano sul viso della moglie e l'accarezzò
a lungo.
- Va tutto bene adesso? -
le domandò
- Sì. - disse Caterina
accucciandosi contro il petto del
compagno.
- E' stato un sogno. Solo
un sogno.
- Lo so, è solo un sogno.
- sorrise.
- Non ti tradirò mai. -
mentì Gilberto.
Mentre formulava quelle
parole pensò a Giorgia, una delle
compagne di lavoro. Quello stesso
pomeriggio aveva appuntamento con lei e
avrebbero fatto l'amore. Al pensiero del
corpo di Giorgia il cazzo gli tornò di
nuovo a pulsare.
- Non sei mai sazio, eh? -
disse Caterina stringendogli il cazzo
nella mano.
- No, mai.
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