CAR WASH
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

         Quando iniziai a lavorare alla stazione di servizio Q8 di Piazza Chaplin  avevo da poco compiuto sedici anni. Mi ci aveva spedito mio padre dopo la chiusura estiva della scuola, e avrei dovuto rimanerci sino all'inizio del nuovo anno scolastico. Il gestore e la moglie, deputati al rifornimento di combustibile e assistenza ai veicoli dei clienti, erano due personaggi abbastanza singolari. Lui amava appartarsi a scopare le donne nigeriane che si prostituivano sulla strada che costeggia l'argine del torrente Enza, a poca distanza dalla stazione di servizio. Lei, un tipo scafato con la pelle impregnata di una insopportabile puzza di petrolio, era interessata a sedurre gli adolescenti.
   Marito e moglie trascorrevano la giornata alle pompe dei carburanti, incuranti delle esalazioni dei gas tossici sprigionati dalle pompe mentre riempivano di nafta e benzina i serbatoi delle autovetture.
   Il tunnel del Car Wash a cui ero stato destinato si trovava nella parte posteriore della stazione di servizio. L'anima d'acciaio che reggeva l'intera armatura era rivestita da lamine in alluminio e da un succedaneo del vetro. La struttura, avveniristica per l'epoca, non aveva uguali sull'intero territorio della provincia di Parma.
   Il gestore e la moglie, di comune accordo, mi avevano delegato l'intera gestione del lavaggio degli autoveicoli. Un lavoro poco impegnativo, ma che svolgevo con assoluta diligenza. Conducevo le autovetture in prossimità del tunnel, collocavo le ruote anteriori dei veicoli all'interno di una guida metallica e, una volta agganciate, lasciavo che fossero trainate nella galleria per essere aggredite dai potenti getti d'acqua e sapone. Il filamento dei rulli provvedeva ad avvolgere per intero la carrozzeria delle vetture asportando il sudiciume accumulato sulla vernice. 

* * * 

   Ogni volta che il gestore della stazione s'intratteneva con una delle africane subito dopo veniva a raccontarmi i particolari della scopata costringendomi ad ascoltarlo.
   - Le africane sono la fine del mondo! Dovresti smetterla di sparati delle seghe e cominciare a scopare.
L'età ce l'hai! 
  
Era solito avvicinarmi mentre consegnavo le ricevute fiscali ai clienti in attesa d'entrare nel tunnel con le loro automobili. Mi scaricava addosso le sue confidenze sperando in una reazione che da parte mia tardava ogni volta ad arrivare.
   - Beh, non dici niente? Hai perso la lingua?
   Mi incuriosivano le smargiassate di quell'uomo, ma non volevo darglielo a vedere. Mi divertivo ad ascoltare le storie che mi raccontava.
   - Avresti dovuto vederla! Ch'aveva delle tette sode e appuntite come rare volte mi è capitato di toccare. Gliel'ho infilato nel culo e sono venuto quasi subito. Accidenti! 
   Restavo ad ascoltare le sue confidenze stupendomi per l'ostinazione che ci metteva nel seguirmi dappresso, raccontandomi persino il tipo di condom che utilizzava per proteggersi da eventuali contagi. Non ho mai saputo se la moglie fosse o meno a conoscenza di ciò che combinava il marito, forse sì.
   Era così preso dalla voglia di raccontarsi che mi veniva appresso anche quando, per liberarmi della sua presenza, mi sedevo nell'abitacolo di una qualsiasi vettura e attraversavo il tunnel del Car-Wash. Rimaneva seduto al mio fianco fino all'uscita raccontandomi ogni dettaglio delle sue performance sessuali.
   La moglie, per certi versi, non gli era da meno. Anche lei mi veniva appresso, specie dentro il tunnel del Car-Wash. Lei però, al contrario del marito, teneva la bocca chiusa, prendendosi cura del mio cazzo, stringendolo fra le labbra, succhiandomelo ogni volta per bene.
   Era brava nel farmi venire alla svelta. Per farlo occupava lo spazio di tempo necessario all'autovettura per transitare nel tunnel del Car-Wash. Succhiava la cappella inondandola di saliva, facendola scorrere fra le labbra che manteneva strette, molto strette, attorno il cazzo, mettendo fine al pompino prima dell'uscita della vettura dal tunnel. Forse è uno dei motivi per cui in seguito a quegli eventi ho avuto seri problemi di eiaculazione precoce. 
   La signora Emma, la moglie del benzinaio, non era brutta ma nemmeno bella. Macilenta, alta poco più del normale, mostrava d'avere una quarantina di anni. Il giorno che presi servizio nella stazione mi concesse un inconsueto benvenuto. Quando a metà mattina mi ero appartato nel gabinetto per svuotare la vescica anche lei entrò nel locale. Senza scomporsi si posizionò alle mie spalle, mi prese il cazzo nella mano calcandomi le tette contro la schiena.
   - Carino il tuo coso. - disse lasciandomi di stucco.
   Non riuscii a biascicare una sola parola sbalordito dal suo modo di fare. Non mostrò alcuna riguardo per la mia giovane età. Attanagliò il cazzo fra le dita e governò il getto di piscio verso la turca, incassata nel pavimento, fino al momento in cui uscì l'ultima goccia di urina. Mi scrollò per bene la cappella, poi si preoccupò d'asciugarla con il palmo della mano. Stimolato da quello sfregamento il cazzo aumentò di volume e lei prese a menarmelo. 
   Rimase alle mie spalle, sottratta alla mia vista, intrigata nel masturbarmi fintanto che arrivai sul punto di eiaculare, ma prima che succedesse s'inginocchiò ai miei piedi, prese posto sulla turca, e cominciò a succhiarmi la cappella. Non impiegai molto a venirle in bocca, lei ingoiò tutto lo sperma e lo trangugiò in gola.
   Nessuna ragazza si era mai presa cura del mio cazzo in quel modo, anche se qualche compagna di scuola aveva già provveduto a farmi delle seghe. Ma con la signora Emma era stato tutto diverso. Sottostare a quell'inusuale trattamento mi gratificò non poco. E mi sentii un uomo vero.
   Dopo essersi rialzata dal pavimento non disse una sola parola. Passò la lingua sulle labbra e asportò le residue tracce di sperma che le insudiciavano il volto, poi si allontanò dalla toilette girandomi le spalle. Fece ritorno alle pompe della benzina lasciandomi stordito davanti alla turca con il cazzo floscio.
   Il tunnel del Car-Wash era il posto dove la moglie del benzinaio preferiva succhiarmelo. Forse perché la eccitavano i continui getti d'acqua e le spazzole che roteavano sulle nostre teste. Di fronte a lei mi sentivo indifeso e incapace di respingerla, subivo le sue avance perdendomi nel piacere che sapeva offrirmi nello spompinarmi. Rifiutava di farsi toccare, allontanando le mie mani quando cercavo di esplorarle il corpo. Ciò che le premeva era scoparmi con la bocca oppure masturbarmi. 
   Rimasi vergine per tutto il periodo trascorso alla stazione di servizio, anche se me la sarei scopata volentieri la moglie del benzinaio. In assenza del marito mi saltava addosso anche più volte al giorno, se capitava, limitandosi a farmi un pompino negandosi se le chiedevo di farsi scopare. 
   La stagione dei pompini durò tutta l'estate. L'autunno coincise con l'inizio dell'anno scolastico. Abbandonai la stazione di servizio e feci ritorno a scuola. Nell'ultimo giorno di lavoro la signora Emma si accomiatò a modo suo. Approfittando dell'assenza del marito, che come al solito era impegnato a scopare con le africane, mi prese da parte e trascinò dentro il cesso. Il luogo era il medesimo dove avevo fatto conoscenza per la prima volta della sua bocca. Ancora una volta si diede da fare facendomi rizzare il cazzo. Stavolta però non mi succhiò il cazzo. Si chinò in avanti e appoggiò il torace al lavabo. Sollevò la veste da dietro e mi mostrò le natiche prive di mutandine.
   - Mettimelo dentro, stupidino! - disse indicandomi i glutei, che teneva opportunamente divaricati con le proprie dita mostrandomi il buco del culo.
   Rimasi sorpreso dall'invito. Non aveva mai voluto che la toccassi e d'improvviso mi supplicò di sodomizzarla. Ero vergine e non sapevo come comportarmi, l'unico foro di uguale bellezza che mi era capitato di vedere era quello del Pantheon quando era stato a Roma in gita scolastica, ma era tutt'altra cosa. Avvicinai la cappella all'ano e la spinsi con forza contro il foro senza riuscire a penetrarlo. Eiaculai, prima di riuscire a incularla, riempiendole di sperma il fondoschiena, beccandomi dello stupido.
 

* * *

   Sono trascorsi parecchi anni da quella estate. Dopo i mesi trascorsi a lavorare al tunnel del Car-Wash non ho più fatto ritorno alla stazione di servizio, nemmeno penso che ci tornerò. Suppongo che marito e moglie siano ancora là a inalare gas tossici dalle pompe, ma della donna mantengo intatto il ricordo di chi, per prima, si è presa cura del mio cazzo con la bocca.

 

 
 

------------------------------------

 
 

Racconti
1 - 100

Racconti
101 - 200

Racconti
201 - 300

Racconti
301 - 400

Racconti
401 - 500

Racconti
501 - 600

Racconti 601-700


.E' vietato l'utilizzo dei testi ospitati in questo sito in altro contesto senza autorizzazione dell'autore.
I racconti sono di proprietà di Farfallina e protetti dal diritto d'autore.
L'usurpazione della paternità dei testi costituisce plagio ed è perseguibile a norma di legge.