BASTARDO DENTRO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  

     La tavola calda, come ogni giorno a quest’ora, è affollata da impiegati e operai che consumano il pranzo di mezzogiorno. Il brusio delle voci è assordante e turba il silenzio del mio inconscio che chiede soltanto di essere ascoltato.
   Prima di essere assunta come cameriera in questo locale ero iscritta alla facoltà di giurisprudenza, ma ho preferito interrompere gli studi per rendermi autonoma dalla famiglia e andare ad abitare per mio conto.
   Non mi occupo della cucina, né della preparazione dei cibi, il mio compito è di ricevere le ordinazioni dai clienti e servire le pietanze ai tavoli. Di sconveniente in questo genere di lavoro c'è che a fine giornata mi rimane appiccicata sulla pelle una insopportabile odoraccio di fritto. Quasi me ne vergogno, eppure, mentre mi muovo fra i tavoli, agile come una gazzella, avverto stabilmente su di me gli occhi allampanati dei maschi che indagano le forme tonde del mio corpo e bramerebbero saccheggiarlo.
   Mentre servo un piatto di pasta e fagioli a una giovane coppia di liceali, impegnati a scambiarsi gesti affettuosi, intrecciando le dita delle mani, non posso fare a meno di pensare a Fabrizio; il mio ex.
   Non mi è mai accaduto di soffrire così tanto per colpa di un uomo. La nostra storia è finita soltanto da una settimana e adesso ho la morte nel cuore, soprattutto perché non so darmi una spiegazione credibile a quanto mi è accaduto. Mi sento una nullità, sono confusa, e non faccio altro che pensare a lui, così quando mi ritrovo da sola non so fare altro che piangere.
   Non ho grilli per la testa e conduco una vita modesta. Amo il quieto vivere e coltivo un piccolo sogno: trasformare la casa di campagna dei miei genitori in un agriturismo. Per raggiungere questo sogno sono pronta a impegnarmi per imparare a cucinare, allevare galline, oche e conigli, coltivare l'orto e occuparmi in prima persona dei mille lavori di chi vive in campagna. 
   Tutti sentiamo il bisogno di realizzarci: io vorrei farlo tornando a vivere in campagna, magari con un uomo che vuole avermi tutta per sé.

   La mia storia con Fabrizio era iniziata l'estate scorsa. E' stata Elena, una cara amica, cliente abituale della tavola calda dove lavoro, a presentarmelo. 
   E' stato un vero colpo di fulmine. Infatti, Fabrizio mi è piaciuto da subito.
   Ci siamo conosciuti alla festa di compleanno di Elena e abbiamo trascorso insieme tutta la serata, ballando, parlando e scherzando, infine quando è stato il momento di lasciarci ci siamo scambiati il numero del cellulare. 
   Mentre facevo ritorno a casa ho ricevuto un suo SMS. Era un messaggio divertente che ho gradito e a cui ho dato immediatamente risposta. Nel volgere di pochi minuti me ne ha spedito un secondo e subito dopo un altro ancora. Il giorno seguente mi ha cercata al telefono. La sera stessa siamo usciti insieme e da lì ha avuto inizio la nostra storia. 
   
     Quando Elena me lo ha presentato ho subito pensato: "questo è l'uomo della mia vita!". Infatti, conoscerlo è stato come ricevere una sassata allo stomaco. Abbiamo instaurato un rapporto sincero già dal primo incontro, almeno di questo ero persuasa. 
   Tutt'e due avevamo esibito una grande voglia di conoscerci. Eppure non abbiamo scopato la sera in cui ci siamo conosciuti, contrariamente a quanto mi è sempre accaduto quando incontro un uomo con cui ho voglia di divertirmi. Con Fabrizio c'ho scopato soltanto dopo un paio di settimane, anche se durante tutto questo tempo avevo patito una gran voglia di impadronirmi del suo cazzo.
   E' stato difficile sbloccarmi con Fabrizio. Dopo tante delusioni patite a causa degli uomini non credevo più nell'amore. Mi mancava il coraggio di mettermi in gioco, ma grazie alla sua dolcezza mi sono ricreduta.
   Sono rimasta colpita dal suo essere dolce, tenero, e premuroso. E adesso sto a chiedermi come ho potuto essere così sciocca da non accorgermi che stava prendendosi gioco di me.
   Sosteneva di essere pazzamente innamorato e di amarmi dal profondo del cuore. E io gli ho creduto. Da un paio di anni non instauravo rapporti seri con un uomo, anche se, durante tutto questo tempo, avevo seguitato a fare del sesso, ma a nessuno uomo ero rimasta devota. Dopo tante delusioni avevo paura di instaurare un legame duraturo perché non volevo più soffrire per amore. Invece mi sono ritrovata per l'ennesima volta ad avere a che fare con un bastardo d'uomo che mi ha raggirata.
   Sono consapevole che una storia d'amore può finire in qualsiasi momento, ma non così. Sabato scorso abbiamo pranzato insieme al ristorante e fra una portata e l'altra mi ha annunciato, senza una plausibile giustificazione, che era sua intenzione troncare la nostra relazione. Ha detto che la sua decisione era irrevocabile, e niente di più.
   Lo avrei perdonato se mi avesse detto che era confuso e bisognoso di un po' di tempo per chiarirsi le idee. Avremmo potuto affrontare la situazione che si era venuta a creare e, insieme, affrontare i problemi che l'avevano condotto a prendere quella decisione. Invece si è mostrato determinato nella scelta. 
   Quando siamo usciti dal ristorante l'ho salutato con la morte nel cuore, dopo avere versato più di una lacrima, salvo chiamarlo al telefono il giorno seguente per chiedergli di fornirmi delle spiegazioni perché sono una persona che dà valore ai sentimenti. 
   Della sua decisione di mettere la parola fine alla nostra storia quello che mi ha fatto maggiormente arrabbiare è stata l'assenza di un perché. L'unica spiegazione che ha saputo dirmi è stata: mi dispiace. 
   Questo suo atteggiamento mi ha lasciato un senso di prostrazione, perché dopo quanto c'era stato fra noi mi è parso incredibile che i sentimenti di una persona possano mutare in modo così repentino.
   Hanno ragione le mie amiche quando dicono che mi ha usata e basta. Il mondo è pieno di uomini falsi e viscidi. Lui è uno di quei bastardi a cui piace fare soffrire le donne. Immagino che abbia un'altra compagna e che durante tutto questo tempo io sia stata soltanto una seconda scelta. Ormai ne sono certa.


   Oggi non sopporto nessuno, tanto meno i clienti della tavola calda. Non vedo l'ora di terminare il turno di lavoro per fare ritorno a casa e ficcarmi sotto la doccia. Più di tutto voglio togliermi dalla pelle la puzza di fritto che ho addosso. 
   Sto per fare ritorno in cucina, dopo avere servito a un tavolo degli spaghetti allo scoglio, quando sono raggiunta da una voce maschile a me famigliare. 
   La voce di Giorgio la riconoscerei fra mille altre dopo quanto c'è stato fra noi. Giro il capo nella sua direzione e lo scorgo seduto a un tavolo in compagnia di due colleghi di lavoro. Anche lui guarda nella mia direzione. Mi saluta con un cenno della mano e mi invita ad avvicinarmi. Gli sorrido, ma proseguo nel mio cammino verso la cucina. 
   Giorgio è il classico tipo d'uomo che la chiede a tutte le donne e io c'ho fatto sesso in più di una occasione. Gli piace scopare e sa farlo bene. E' simpatico e, al pari di altre donne, sono cascata fra le sue braccia tutte le volte che mi sono trovata in astinenza di sesso. Posso sempre fare conto sul suo cazzo in caso di necessità, lo so bene; ma in questo momento non mi va di scopare nemmeno con lui.
   - Che faccia scura hai stasera. Posso sapere cosa ti tormenta? - mi chiede Giuditta quando mi affaccio oltre la porta della cucina dove è indaffarata ai fornelli.
   - Non posso fare a meno di pensare a quello stronzo di Fabrizio, e ai momenti in cui mi illudeva dicendomi di desiderarmi da morire. Diceva che il mio corpo è "uno spettacolo della natura", e non aveva conosciuto nessuna donna brava a scopare come me. Mi cercava anche quando io non lo cercavo, mostrava tanta passione e desiderio. Mi diceva che sono una donna intelligente, sensibile come poche, una delle poche che lo capiva, e che stava bene con me. Era dolce, romantico, pieno di attenzioni, invece l'unica cosa che gli premeva era di scoparmi. E una volta raggiunto il suo scopo mi ha scaricata.
   - Tu sei proprio scema! A vent'anni, quando ero ancora vergine, ho creduto alle avance di un ragazzo che mi cercava continuamente. Mi tempestava di telefonate, SMS, e io ero stata così ingenua da credere alle sue parole. Ci sono cascata a tal punto da andarci a letto. Per me era la prima volta, e lui lo sapeva bene. Mi sono data a lui con tutto l'amore. Ma una volta raggiunto il suo scopo mi ha scaricata. Lo ha fatto in modo vile scomparendo come se fra noi non ci fosse stato nulla di vero. Quindi non fartene una colpa perché tu non ne hai, l'unica ingenuità che hai commesso è di avere creduto alle stronzate che ti raccontava.
   - Mi ha manipolata per raggiungere i suoi scopi, ormai ne sono certa.
   - E' difficile da accettare, lo so. Io c'ho impiegato un sacco di tempo per dimenticarlo e non è stato facile, te lo assicuro. 
   - Perché?
   - Ero incinta.
   - Merda!
   - Lui non lo ha mai saputo, nemmeno i miei genitori ne sono al corrente. Tu sei la prima persona a cui confesso di avere abortito. 
   - Non ci posso credere.
   - Te l'ho detto perché penso che non valga la pena rovinarsi la vita per degli uomini come quello che ti ha abbandonata. Dimenticalo, so bene che è una impresa difficile perché ogni volta che pensi a lui ti viene in mente quanto stavate bene insieme, alle cose che diceva, ai suoi occhi che ti guardavano mentre facevate l'amore e ti sembra assurdo che il vostro rapporto sia finito, ma è così.
   Abbraccio Giuditta e la stringo forte a me. Lei fa altrettanto circondandomi le braccia attorno alle natiche nello stesso modo che molti uomini lo hanno fatto prima di lei. Tutt'e due abbiamo alle spalle più di una storia che ci ha lasciato il segno. La sento molto simile a me e non mi ritraggo. E' un momento magico quello sto consumando, ne sono cosciente. Abbiamo smesso di parlare. Ho voglia di qualcuno che si prenda cura delle mie pene. Lei mi accarezza il capo e mi bacia più volte sul collo, sull'orecchio e infine sulla guancia. 
   Muove le labbra lentamente verso le mie labbra finché le nostre bocche si congiungono. E' la prima volta che scambio un bacio con una donna. E' un gesto di una incommensurabile dolcezza quello che ci scambiamo. Non ho mai provato un simile turbamento nemmeno baciando un uomo. 
   Giuditta naufraga con la mano nei miei capelli e mi spinge il capo verso di sé. Affonda la lingua nella mia bocca e mi scopa muovendola avanti e indietro. Seguitiamo a baciarci titillando le lingue una contro l'altra incuranti del posto in cui ci troviamo. Tutt'a un tratto mi prende la mano e l'accompagna sul suo seno, poi in basso fra le cosce. Seguitiamo a toccarci senza mai parlare, senza mai stancarci di frugare con le dita nell'intimità dell'altra. Sto male e spero che questo strano turbamento passi in fretta, ma ora che ho provato questo nuovo piacere non ne sono tanto sicura.
   Ho immaginato molte volte di vivere una esperienza lesbica. Dalle amiche ho sentito dire che una donna etero quando ha una esperienza lesbica non torna più indietro. Ho la figa in liquefazione mentre bacio Giuditta, e non ho paura degli effetti che la cosa potrebbe avere su di me. Non ne sono dispiaciuta. Anzi! 
   E' tempo che ci stacchiamo prima che qualcuno ci veda allacciate. Lo faccio a fatica, ma devo farlo. Prima di lasciarmi andare Giuditta si rivolge a me afferrandomi entrambi i polsi..
   - Ci vediamo ancora?
   - Sì. - è tutto quello che riesco a dire prima di allontanarmi per fare ritorno in sala. E d'incanto non penso più a Fabrizio.

 

 
 

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