LE POLTRONE DEL CINEMA RITZ
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

 

      Le bollicine di sapone galleggiavano sulla superficie dell'acqua che riempiva la vasca da bagno. Assorto nell'inseguire i suoi pensieri Lorenzo manteneva il capo e le spalle appena fuori la superficie dell'acqua, mentre un mozzicone di sigaretta gli penzolava dalle labbra. I cristalli di sali da bagno disciolti nell'acqua emanavano un delicato profumo di bosco, la stessa fragranza di cui si sarebbe impregnati i pori della pelle venuti a contatto con l'acqua calda per lungo tempo. Per l'ennesima volta riempì i polmoni di nicotina e dalle labbra liberò alcuni cerchi di fumo che si dispersero nell'aria. Tutt’a un tratto allungò un braccio fuori dalla vasca, attuò un breve movimento delle dita, e lasciò cadere la cenere della sigaretta sul pavimento. Trascorse una buona mezzora in ammollo impegnato, come era sua abitudine, nella lettura di un libro. Infine si dedicò all'abluzione del corpo,

   Avvolto nell'accappatoio di spugna, senza curarsi della pelle umida, raggiunse il salotto. Le note del pianoforte di Susanne Ciani si liberarono dai diffusori del lettore DVD e consegnarono all’ambiente una gradevole atmosfera sensuale.
   Si avvicinò  alla finestra che si affacciava sulla strada. Volse lo sguardo nella direzione del cinema a luci rosse, dall’altra parte della piazza, e rimase in attesa.
   Una pioggerella sottile bagnava dal primo pomeriggio la città. Lorenzo sfiorò col pollice il labbro superiore e seguitò a sfregarlo sulla superficie carnosa della bocca. Giù nella strada lo spiazzo antistante l'ingresso del cinema Ritz era deserto. Jovanka, la prostituta che ogni notte occupava il marciapiede a poca distanza dalla porta d’accesso del locale, adescando i clienti fra coloro che entravano e uscivano dal cinema a luci rosse, non occupava il solito posto.
  Lorenzo aveva il vizio di perdersi a osservare, nascosto dalle tende dietro la finestra, i movimenti della prostituta mentre concordava prezzo e prestazioni con i clienti di passaggio. L'assenza della donna sembrò non preoccuparlo, persuaso com’era che da lì a poco avrebbe stazionato al solito posto.

   L'insegna al neon del cinema, puntellata da un intreccio di tiranti, prossima a schiodarsi dalle mura dell'edificio, pulsava a ritmo irregolare.
   Tutt'a un tratto una autovettura arrestò la corsa dinanzi all'ingresso del cinema. Dallo sportello anteriore, opposto a quello del guidatore, scese una donna. Salutò con un gesto della mano l'occasionale accompagnatore, lesto ad allontanarsi, e aprì l'ombrello. Jovanka andò a sistemarsi a lato della porta d'ingresso del cinema, davanti a una locandina con le foto del film porno in programmazione nella sala, e rimase in attesa.

   Jovanka calzava un paio di stivali neri, lucidi, che le giungevano sino a metà coscia. La gonna corta di pelle, verniciata di rosso, metteva in dovuto risalto le gambe lunghe e affusolate. Sul petto indossava un giubbotto di pelle scuro, col bavero tenuto opportunamente sollevato per ripararsi dal freddo della notte.
   Tracolla reggeva una borsetta dove custodiva l’oggettistica necessaria per l'esercizio della professione. Nessuno vedendola si sarebbe accorto che i capelli biondi, a cadere sulle spalle, fossero posticci, sennonché aveva dovuto fare ricorso a una parrucca perché soffriva di una grave forma di alopecia. Alla soglia dei cinquant’anni, malgrado una vita condotta in maniera sregolata, conservava ancora un bellissimo corpo. 

   L'ultima proiezione della sera avrebbe avuto inizio da lì a poco. Lorenzo si allontanò dalla finestra, si recò nella stanza da letto, e cominciò a vestirsi per uscire di casa. Prima di scendere in strada spense l'impianto hi-fi e la musica di Susanne Ciani si stemperò, infine lasciò l'abitazione.
   Appena fu in strada alzò il bavero del cappotto, attraversò la piazza, e si avvicinò alla prostituta.
   - Ciao.
   - Pensavo che stasera non saresti venuto.
   - Andiamo?
   - Sì, certo. Ehm... pagamento anticipato naturalmente.
   Lorenzo tolse dal portafoglio una banconota da cinquanta euro e la porse a Jovanka. Rimasero per qualche istante in silenzio. Lui non aveva niente da dirle e lei nemmeno. 
   Al cinema occuparono un posto in platea, a metà sala. Si accomodarono su due poltrone rosse in similpelle, le solite che occupavano ogni sera. Lorenzo infilò una mano fra le cosce di Jovanka e accostò il capo sopra una spalla della prostituta. Le luci in sala si attenuarono ed ebbe inizio la proiezione del film porno.
   Le immagini presero a scorrere sullo schermo. Erano le stesse che Lorenzo e Jovanka avevano visto la sera precedente e quella prima ancora. Lei cominciò ad accarezzargli con delicatezza le ciglia argentate con l'estremità delle dita. Lorenzo socchiuse le palpebre e poco per volta si addormentò.

 

 
 

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