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UN
ANGELO ALLA PORTA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
La
suoneria del citofono emise un lungo
trillo. Un secondo trillo, ancora più
prolungato, fece seguito al precedente.
Lorenzo accostò la cornetta del
citofono all'orecchio e diede risposta.
- Chi è?
- Sono Wanda. Mi manda
l'agenzia.
- L'agenzia?
- L'agenzia Women-Shop.
- Ci deve essere uno
sbaglio, Non conosco nessuna agenzia di
nome Women- Shop.
- Scusi, ma lei è il
signor Lorenzo Alinovi?
- Sì, perché?
- Allora è proprio lei la
persona che cerco. Le assicuro che non
ho sbagliato recapito.
- Non capisco, ci deve
essere un errore, di che recapito sta
parlando?
- Oggi è il giorno del suo
compleanno, vero?
- Sì.
- Sono venuta per
consegnarle un regalo da parte di una
persona che le è amica.
- A quest'ora?
- Sì, che c'è di strano.
- E me lo chiede? E' quasi
mezzanotte!
- Beh, insomma che faccio?
Vuole che glielo consegni il regalo o me
ne vado via?
- Posso almeno sapere di
cosa si tratta.
- Scherza?
- Perché?
- Senta, non ho tempo da
perdere. Per me il tempo è denaro. Lo
vuole ritirare questo regalo oppure no?
- Ah! E me lo dice con
questo tono?
- Se apre il portone salgo
su da lei e glielo consegno.
- Va bene, apro. La mia
abitazione è all'ultimo piano, prenda
l'ascensore.
Lorenzo premette il
pulsante che comandava l'apertura del
portone condominiale e rimase in attesa
che sopraggiungesse l'addetta alla
consegna del regalo.
Come ogni sera, prima di
addormentarsi davanti al televisore,
aveva consumato la cena da solo. Alle
nove, risciacquato piatti e tegami,
aveva preso posto sul sofà del salotto
ed aveva assistito alla proiezione di un
film thriller con protagonisti Michelle
Pfeiffer e Harrison Ford. Il trillo del
campanello l'aveva distolto dalla
visione della pellicola quando il film
era prossimo alla conclusione,
seccandolo non poco.
Non era solito ricevere
regali. E poi perché consegnarglielo a
quell'ora tarda? Si domandò. Doveva
trattarsi di uno scherzo, oppure di un
oggetto molto speciale.
Prima che la donna
raggiungesse l'ultimo piano
dell'edificio Lorenzo si interrogò
sulla natura del regalo formulando più
di una ipotesi. Ma non poteva certo
immaginare la sorpresa che l'attendeva.
Andò ad aprire la porta in ciabatte,
indossando brache corte e a torso nudo.
Quando dall'ascensore uscì l'addetta
alla consegna del regalo rimase senza
parole.
La ragazza, sui vent'anni,
capelli rossi e mossi, qualche
lentiggine sulle guance, indossava un
impermeabile giallo canarino e scarpe
con tacchi a spillo così alti da
assomigliare a stalattiti. Esibiva una
carnagione chiara, pelle liscia, occhi
azzurri, e una bocca adescatrice come
quella di una cremeria. Si stupì nel
vederla agghindata in quel modo,
infatti, se l'era immaginata diversa e
con indosso la divisa da fattorino,
invece era sexy più del normale e
bellissima.
- E' lei il signor Alinovi?
- Sì. - disse Lorenzo
intimorito.
- Sono Wanda, il suo regalo
di compleanno. - disse la ragazza
schiudendo l'impermeabile giallo
canarino che portava indosso.
Lorenzo si ritrovò con il
corpo nudo della ragazza davanti a sé e
rimase senza parole nell'osservare la
pelle chiara come quella dell'alabastro.
I seni erano minuti con le areole dei
capezzoli rosa, appuntiti e sporgenti.
Il pube appariva rivestito da una
sottile peluria a forma di cuneo colore
del granoturco.
- Beh, non dice niente?
- Eh?
- Non mi lascia entrare
dentro casa?
- Ma che scherzo è questo?
- disse Lorenzo quando la ragazza serrò
l'impermeabile mettendo il coperchio al
corpo nudo.
- Sono il regalo per il suo
compleanno. Qualcuno le ha dato in dono
un'ora da trascorrere in mia compagnia.
Sarà contento, no?
- Beh.
- Allora che fa? Posso
entrare?
- Prego si accomodi. -
disse Lorenzo incredulo.
La ragazza si accomodò
nell'appartamento e Lorenzo chiuse la
porta alle spalle della sconosciuta
senza toglierle gli occhi di dosso.
- Dove ci accomodiamo?
- Il salotto è per di qua.
- disse Lorenzo indicando una porta alla
destra del corridoio che stavano
percorrendo.
- Il salotto?
- Non vuole riassestarsi?
- Mah! Come vuole lei. -
sbuffò la donna.
- Si accomodi. - disse
Lorenzo indicandole il sofà.
- Grazie.
La ragazza prese posto al
centro del divano, accavallò le gambe e
si mise a guardare le immagini
proiettate sullo schermo del televisore.
- Desidera qualcosa da
bere? Un caffè, del thé.
- Ce l'ha una Coca-Cola?
- Ho del Chinotto.
- Chinotto? Che roba è? -
disse la ragazza abbandonandosi a una
smorfia.
- E' una bevanda, ed è
anche meglio della Coca-Cola.
- Vada per il chinotto.
Lorenzo si allontanò e
tornò poco dopo stringendo nella mano
una bottiglia di San Pellegrino e
nell'altra due bicchieri prelevati da un
pensile della cucina. Riempì i
bicchieri di chinotto, dopodiché
sorseggiarono entrambi la bevanda.
- Non è male. - disse la
ragazza dopo avere assaporato la bibita.
- Ha un gusto amarognolo, sembra
rabarbaro.
- Sì, davvero. - disse
Lorenzo che per tutto il tempo era
rimasto in piedi davanti alla ragazza.
- Beh, adesso che facciamo?
- Sì, certo, è che...
- Non era preparato, eh!
- No, non lo ero.
- Non è la prima volta che
mi capita di essere rifiutata. Se pensa
che non sono il suo tipo me lo dica
pure. Mica mi offendo, sa.
- Lei è bellissima!
Altroché! Non è questo il punto, è
che da quando ha messo piede dentro casa
non ho cessato un solo istante di
chiedermi chi l'ha mandarla, ma
non so capacitarmene.
- Ha importanza?
- Per lei forse no, ma per
me sì.
- Non le va di scopare?
- Sì, certo, ma...
- Su, allora, si decida.
Andiamo in camera? O preferisce che lo
facciamo qui?
- Io...
- Eppure non mi sembra un
tipo timido, lei. - disse la ragazza
stendendo la mano verso Lorenzo che
insisteva a restare in piedi. - Venga a
sedersi qui, accanto a me.
Lorenzo si accomodò sul
divano al fianco dell’ospite. Lei non
perse tempo, infatti, gli abbassò la
lampo delle brache e con un po’ di
fatica gli strinse nella mano l'uccello
che non era duro, ma lo diventò qualche
istante dopo quando iniziò a fare
scorrere le dita.
- C'hai un bel cazzo lo
sai? - disse la ragazza passando a
dargli del tu.
- Eh?
- Dico sul serio, non mi
credi?
- Se lo dici tu.
- Fidati.
- Okay. - disse Lorenzo
mentre la mano dell'ospite scorreva
docile dalla radice in sù.
- Cosa vuoi che ti faccia,
eh?
- Cos'è compreso nel
regalo?
- Tutto.
- Tutto? Veramente?
- Sì.
Lorenzo posò le mani sul
capo della ragazza e lo spinse verso il
basso. Quando incominciò a
succhiarglielo Lorenzo slittò con il
bacino in avanti. Appoggiò la testa
sullo schienale del sofà, socchiuse gli
occhi, e spinse a più riprese il capo
della donna verso il basso fino a farle
mancare il respiro. Lei singhiozzò, ma
si riprese quando Lorenzo le staccò le
mani dal capo.
Mentre la ragazza succhiava
lui non pensava ad altro che a
prolungare all'infinito. Ma non tardò
molto a eiaculare. Venne fra labbra
della ragazza mentre gli spremeva le
palle per accrescergli il piacere.
Soddisfatto Lorenzo guardò
nella direzione dell'orologio a pendolo
sistemato alla parete sopra il
televisore. Le lancette indicavano le
23.30. Gli restava ancora mezz'ora da
trascorrere in compagnia della ragazza,
dopodiché se ne sarebbe andata per
soddisfare le necessità di un altro
cliente, pensò.
Ancora una volta si domandò
chi fosse l'autore o l'autrice di quello
strano regalo di compleanno, ma non
riuscì a trovare una risposta adeguata
al quesito. Tutte le ipotesi che formulò
gli parevano verosimili e inverosimili
nello stesso tempo.
- Beh, non dici niente? Ti
è piaciuto?
- Sì, certo.
- E adesso?
- Non so, mi devo
riprendere, mi hai strapazzato per bene.
- Scusa se te lo domando,
ma quanti anni hai?
- Ventitré.
- E vivi in questo
appartamento da solo?
- Sì, che c'è di strano?
- E come fai a mantenerti?
- A mantenermi ci pensano i
miei genitori. Sono iscritto al quarto
anno della facoltà di medicina e spero
di laurearmi entro un paio di anni,
dopodiché sarò indipendente
economicamente anche se dovrò seguitare
a studiare per specializzarmi in qualche
branca della medicina.
- Beh, sei fortunato ad
avere un appartamento tutto per te. La
ragazza ce l'hai?
- Una fissa no.
- Perché?
- Mi piacciono le ragazze,
ma sto bene da solo.
- Non ci credo.
- Dico sul serio.
- Ti piace il culo?
- Il culo di una donna è
una mia fissazione.
- Il mio non ti piace.
- Non pensavo che a quello
mentre mi scopavi con la bocca.
- Vuoi sodomizzarmi?
- Sì.
- Lo hai mai fatto?
- No, mai.
La ragazza gli strinse
nella mano il cazzo e cominciò a
masturbarlo per farlo rinvenire, poi si
mise carponi sul tappeto.
- Questo è il tuo vero
regalo di compleanno. - disse ruotando
il capo all'indietro, indicando con la
mano, fatta passare fra le cosce, il
buco del culo.
Lorenzo sputò più di un
grumo di saliva sull'ano e sul cazzo
come le suggerì la donna. Quando la
penetrò gli sembrò di toccare il cielo
con un dito tanto gli piacque entrarle
nel culo in quel modo. Lei ebbe un
sussulto, ma non si lamentò più di
tanto. Lorenzo seguitò a scoparla
mantenendo le gambe flesse, muovendosi
senza fretta per non farle male. Non gli
era mai capitato di godere con quella
intensità. Le gambe gli tremavano
mentre la sodomizzava, stringendole con
le mani i fianchi e affondando la
cappella dentro e fuori l'ano, e tutto
ciò lo considerò meraviglioso.
Quando ormai stava per
venire gli venne spontaneo gridarlo ad
alta voce alla occasionale compagna.
Aveva ancora l'uccello sprofondato
dentro al culo, dopo essere venuto,
quando sentì la voce della donna
implorarlo di non uscire, di restare
ancora qualche istante dentro di lei
mentre si masturbava il clitoride.
Tutt'a un tratto la sentì stringere
cosce e natiche attorno al cazzo mentre
stava venendo. E di questo si stupì.
Allo scoccare della
mezzanotte, al pari di una moderna
cenerentola, la ragazza lasciò
l'appartamento. Prima di uscire dalla
porta tolse dalla borsetta una busta da
lettera e la consegnò a Lorenzo.
- Mi hanno incaricata di
consegnarti questa lettera nel caso
avessi accettato di fare l'amore con me.
E' sigillata e non so cosa contenga.
Beh, adesso ti saluto e ti auguro un
Buon Compleanno.
- Grazie, sei stata molto
carina con me. Non dimenticherò tanto
facilmente questa serata.
- E' stato divertente anche
per me, sei un ragazzo simpatico e mi
spiacerebbe saperti fra le braccia di
qualche uomo anziché una donna. Ciao.
- Non accadrà. - la
rassicurò.
Lorenzo accompagnò la
ragazza dall'impermeabile giallo sino
all'ascensore. Quando il vano mobile si
fermò al piano le aprì la porta e
prese commiato da lei, poi tornò dentro
casa.
Seduto sul sofà aprì la
busta e si mise a leggere la lettera. La
scrittura era quella di sua madre.
Allora tutto gli fu chiaro, e non ebbe
bisogno di andare a leggere sino
all'ultima riga per capire qual era il
significato di quelle parole.
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