ASPETTANDO GODO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
  
  
Roccarossa è un piccolo paese della Bassa Parmense del tutto simile a molti altri centri abitati che occupano la grassa striscia di terra a ridosso delle acque del Po.
   Il Bar dello Sport è rimasto l'unico bar aperto nel paese dopo la chiusura dell'Osteria del Gatto Nero e quella più recente della Locanda dello Storione.
   Nei lunghi pomeriggi d'inverno, quando la nebbia s'impadronisce della pianura, gli agricoltori si ritrovano seduti, attorno ai tavoli del bar, per giocare alle carte, bere lambrusco, e pasteggiare con piatti di cavallo pesto conditi con olio e sale.
   In estate, quando il lavoro nei campi non lascia tempo a situazioni di riposo, i giovani del paese diventano padroni del Bar dello Sport. Spacconi e bellimbusti arrivano dai paesi limitrofi, specie dalla sponda lombarda, esibendo auto sportive e moto di grossa cilindrata, per fare colpo sulle ragazze della Bassa che bazzicano nel locale.

   Seduti attorno a un tavolo, in compagnia degli abituali amici, Loris e Salvatore presero a vantarsi l'un l'altro delle loro prestazioni sessuali. Loris esaltò il record di otto scopate portate a termine nel volgere di sole tre ore con Flora, una ragazzona dall'aspetto florido, alta poco meno di un metro e ottanta, dotata di un culo curvy, tette grosse con cui da tempo memorabile era fidanzato.
   In paese tutti conoscevano la ragazza. Lavorava nel panificio del padre, unico esercizio di prodotti alimentari rimasto aperto in paese dopo l'inaugurazione del supermercato Coop Polesine, sorto a tempo di record a ridosso della strada provinciale per Parma.
   Erano molte le persone che giungevano dai paesi limitrofi per gustare le creme pasticcere a base di latte cotto, tuorli d'uovo e zucchero che Flora preparava con riconosciuta maestria. Nessuno era bravo quanto lei nel preparare dolci. Si sussurrava che facesse uso di particolari intrugli, dall'indubbio potere afrodisiaco, nella preparazione delle paste e delle torte che trovavano ampio consenso nella affezionata clientela.
   La bottega dalle antiche tradizioni, dove lavorava Flora, era ubicata a poca distanza dal Bar dello Sport, accanto alla farmacia, sotto le volte del porticato che circonda la piazza.

   Dopo avere menato gran vanto delle sue scopate, menzionando numero e qualità delle stesse, Loris si mise a filosofeggiare. Succedeva ogni volta che abbondava nel bere e il tasso alcolemico nel sangue raggiungeva quote così elevate da farlo sragionare.
   Nessuno degli astanti sollevò dubbi sulla veridicità delle sue asserzioni, forse perché ognuno di loro, avendone la possibilità, avrebbe desiderato seppellire il cazzo nel culo della Flora.
   Salvatore ribatté alle affermazioni dell'amico-rivale vantando un personale record di dieci scopate in un lasso di tempo pari a quello dichiarato da Loris, ma precedute da una serie di tre seghe consecutive che, a suo dire, gli erano servite per evitare di giungere precocemente all'orgasmo nelle successive scopate.

   Verso mezzanotte le zanzare superarono la barriera di Autan che la maggior parte delle persone aveva spalmato sulla pelle. Gli insetti cominciarono a nutrirsi del sangue degli astanti e tutti presero a grattarsi. In quel frangente scaturì la proposta di una sfida. Fu Giorgio a lanciarla pungolando i due amici-nemici.
   - Che ne dite di sfidarvi? - suggerì.
   Né Loris né Salvatore diedero l'impressione di prendere sul serio le parole di Giorgio che, per nulla scoraggiato, rilanciò il discorso interrotto.
   - Che ne dite di una gara di durata? Conteremo il numero di sborrate effettuate nell'arco delle ventiquattrore. Vincerà chi fra voi due avrà eiaculato il maggior numero di volte. Come partner avrete a disposizione soltanto la vostra mano, anzi tutte e due. - soggiunse ridendo.
   Il gruppo di amici, formato da una decina di persone, stavano comodamente seduti sulle poltrone di vimini, sistemate a semicerchio attorno a un tavolo, protetti dall'imminente temporale dalle volte del porticato, quando Lella, una lesbica dalle gambe pelose e dai modi mascolini, che per tutto il tempo era rimasta zitta sorseggiando birra e ascoltando le smargiassate di Loris e Salvatore, a conclusione della serata prese la parola.
   - E' giunto il momento di dimostrare che avete davvero le palle grosse! Lo volete capire che non potete più tirarvi indietro? Se vi rifiutate ci farete la figura dei coglioni e ciò non conviene a entrambi. L'unica cosa che vi resta da fare è quella di mettervi in gioco e accettare il confronto. 
   Un borbottio di voci fece seguito alla dichiarazione della ragazza. Ognuno dei convitati prese a commentare le parole di Lella col vicino. Loris e Salvatore, sistemati uno di fronte all'altro, separati dal tavolo, sembrarono dare poco credito alle parole della ragazza. Altri sfidanti, in epoche diverse, avrebbero messo fine alla disputa affrontandosi al braccio di ferro o alla morra, ma in quel contesto sarebbe apparso ridicolo cimentarsi in simili duelli. Giorgio sembrava a suo agio nel gestire la situazione, non pago ricominciò a stuzzicare i due.
   - Beh, che fate? Vi tirate indietro adesso? Ma allora siete proprio dei culattoni. Ma va là, che aspettate ad accettare la sfida?
   - Sì, dai facciamo questa benedetta gara. - strillò Angelo, che molti sospettavano essere gay e interessato a vedere i loro cazzi duri mentre li menavano.
   Si sa che a volte la birra gioca brutti scherzi, specie se bevuta in grande quantità, forse fu questa la ragione che dalla bocca di Salvatore uscì la fatale parola:
   - Accetto!
   L'affermazione non mancò di suscitare compiacimento fra i presenti. I più non esitarono a congratularsi elargendogli delle strette di mano e pacche sulle spalle. Loris, consumato dalla rabbia, non poté fare altro che raccogliere la sfida.
   Un acquazzone estivo mise fine all'assemblea notturna. In un battibaleno ragazzi e ragazze si diedero alla fuga raggiungendo le autovetture dandosi appuntamento all'indomani. In quella occasione avrebbero concordato le procedure della gara.

   La notizia dell'inusuale competizione si diffuse in breve tempo fra gli abitanti del paese. A tarda mattinata la maggior parte della popolazione era a conoscenza della strana gara. Flora apprese la notizia da Lella che, all'apertura della panetteria, si era precipitata a farle visita informandola dell'accaduto. Contrariamente a quanto Lella aveva supposto la fornaia non si era scomposta, anzi si era mostrata lieta nell'apprendere che Loris amava vantarsi con gli amici delle performance di cui lei era coprotagonista.
   La sera successiva Loris e Salvatore si trovarono di nuovo al Bar dello Sport. Seduti intorno a un tavolo, uno di fronte all'altro, circondati da una folla di curiosi, si accordarono sulle modalità della gara. Non ebbero bisogno di bisticciare per scegliere il luogo della competizione. Il gestore del Bar dello Sport, interpellato a tale proposito, mise a disposizione il locale nel giorno di chiusura settimanale che giustappunto cadeva di lunedì. La gara, come concordato, avrebbe avuto luogo la domenica successiva, allo scoccare della mezzanotte. Sarebbe terminata solo ventiquattro ore più tardi con un vincitore.
   Prima di lasciarsi concordarono le norme comportamentali cui avrebbero dovuto attenersi durante la gara. Ognuno dei concorrenti avrebbe versato lo sperma in una boccetta di plastica graduata e trasparente. Ciò avrebbe permesso ai due concorrenti di controllare all'istante la quantità del proprio e dell'altrui liquido seminale, modificando, se necessario, la strategia di gara.
   Durante la competizione il locale sarebbe rimasto interdetto a donne, uomini e soprattutto ai bambini. Giorgio avrebbe svolto la funzione di testimone e giudice unico sorvegliando che nessuno dei due contendenti barasse.

   La domenica successiva, approfittando del giorno festivo, una folla di persone stava accalcata dentro e fuori il Bar dello Sport in attesa che sopraggiungessero i due avversari. I giorni che precedettero la gara furono carichi di tensioni e polemiche. Il parroco, venuto a conoscenza dell'inusuale scommessa, ebbe a condannare l'avvenimento durante l'omelia della Santa Messa domenicale. Il sindaco, di tutt'altra idea, si dichiarò contento della risonanza che l'evento aveva avuto fra la cittadinanza.
   Il paese era in subbuglio e la gente non parlava d'altro. Interi gruppi di persone erano giunti dai paesi limitrofi per vedere da vicino i duellanti. In maggioranza erano ragazze, mentre le donne anziane del paese se ne stavano rintanate dietro gli scuri delle finestre a curiosare.

   Loris giunse al Bar dello Sport poco dopo le 23.30 acclamato dalla folla di persone che occupava la strada davanti l'ingresso del locale. Al suo fianco c'era la Flora che, sotto l'effetto dell'improvvisa notorietà, prese a distribuire sorrisi a destra e manca salutando gli astanti con cenni della mano. Le braccia distese verso l'alto misero in bella evidenza le giunoniche forme delle tette bene aderenti alla maglietta. 
   Loris indossava una t-shirt blu e dei pantaloni dello stesso colore con bande laterali bianche. Calzava scarpe da training e tracolla sorreggeva una borsa da viaggio con dentro tutto il necessario per il breve soggiorno dentro il bar.
   La sala dei videogiochi, comunicante con i servizi igienici, fu destinata ad arena della disputa. Oreste, il gestore del bar, aveva provveduto a rimuovere il calciobalilla dal locale e al suo posto, al centro della stanza, aveva sistemato un tavolino e due poltroncine in similpelle. Sul ripiano del tavolo, in bella evidenza, trovavano posto due calici in vetro, millimetrati, che sarebbero serviti a contenere lo sperma.
   Loris s'incuneò nello stretto sentiero, disegnato da due ali di folla, fatto segno da pacche d'incoraggiamento che uomini e donne gli riversarono sulle spalle. A dispetto del sorriso, che con tanta disinvoltura esibiva, era teso e non vedeva l'ora che la competizione avesse inizio per liberarsi del branco di curiosi che infestavano il bar osservandolo con sospetto. Flora prese commiato dal compagno mollandogli un bacio sulle labbra e strizzandogli i coglioni fra le dita.
   - Fatti onore, eh. Fai vedere a tutti quanto vali!
   Loris si accomodò nella stanza dei videogiochi preceduto da Giorgio. Insieme stettero in attesa che sopraggiungesse lo sfidante. Poco prima della mezzanotte, allo scadere dell'ora fissata per l'inizio della competizione, Salvatore si presentò all'ingresso del locale accolto dalle grida di una folla festante. Anche lui indossava una tuta da tempo libero, identica a quella della squadra di calcio da lui preferita: la Juventus. Nella mano stringeva una borsa di plastica, raffigurata con il marchio "Coop Roccarossa", gonfia di roba. Si accomodò nella stanza dei videogiochi e con un certo imbarazzo salutò Loris con un cenno del capo.

   Nel corso della settimana i protagonisti della sfida non si erano mai incontrati, ma attraverso i relativi supporter avevano convenuto di dovere cambiare i termini della gara, infatti, non avrebbero più gareggiato, come precedentemente concordato, calcolando il numero delle seghe portate a compimento nell'arco di 24 ore, bensì misurando il quantitativo di sperma eiaculato in quel periodo di tempo. Ciò non aveva impedito a entrambi di deglutire un certo numero di pastiglie di Viagra che già stavano facendo il loro effetto.
   Ognuno di loro, come da consiglio medico, aveva di proposito evitato qualsiasi tipo di rapporto sessuale nei giorni precedenti la gara, in modo da non svuotare i serbatoi di sperma e liquido prostatico. Loris, dietro suggerimento della Flora, aveva ingurgitato una grande quantità di cibo ad alto contenuto calorico, soprattutto zabaione e formaggio parmigiano-reggiano di cui era ghiotto. Pure Salvatore aveva inserito nella dieta degli ingredienti afrodisiaci. La senape, innanzitutto, che qualche amico bene informato gli aveva indicato per l'azione stimolante che svolgeva sulle ghiandole sessuali. Inoltre sulla pasta asciutta aveva provveduto a grattugiare della noce moscata, mentre nel ragù aveva associato dei chiodi di garofano, considerati potenti afrodisiaci naturali.
   Entrambi gli sfidanti avvertivano il peso dei testicoli gonfi oltremisura e non vedevano l'ora d'iniziare a masturbarsi per dimostrare alla popolazione del paese quanto di vero c'era in quello che avevano raccontato.
   Salvatore, meridionale di nascita, ma parmigiano d'adozione (i genitori erano emigrati dal sud Italia vent'anni prima per insediarsi come mezzadri in un cascinale a pochi chilometri dal paese) ci teneva a mostrare alla gente della Bassa che era dotato di un alto tasso di testosterone riconducibile, come pensava lui, alle proprie terre d'origine.

   A mezzanotte i clienti furono fatti sloggiare dal bar. Loris e Salvatore si ritrovarono da soli nella sala giochi. Presero posto sulle reciproche poltrone ed ebbe inizio la sfida.
   Per molto tempo restarono immobili, indecisi sul da farsi, cercandosi con gli occhi, senza che nessuno dei due iniziasse a masturbarsi, infine Salvatore abbassò l'elastico dei pantaloni della tuta stirandoli sino alle ginocchia, prese il cazzo fra le dita e cominciò a toccarsi. Loris, impressionato dalle dimensioni del sesso dell'amico, di gran lunga superiore al suo, tirò fuori il cazzo e iniziò a sfregarsi la cappella con le dita.
   Il regolamento della gara, concordato da entrambi, vietava l'uso di sostanze lubrificanti durante la masturbazione. La saliva, di gran lunga la sostanza più usata, rientrava nel tipo di unguenti vietati. Infatti, mescolandosi allo sperma ne avrebbe aumentato il volume e invalidato il risultato.
   In poco più di mezzora si spararono, una dopo l'altra, tre seghe, eiaculando con qualche difficoltà nelle rispettive boccette. Alle due di notte Salvatore risultava in netto vantaggio sull'avversario. L'indicatore graduato della boccetta segnava settantacinque millimetri cubi, cinque più dell'avversario.
   Alle tre di notte Giorgio uscì nella piazza e diede alle centinaia di persone concentrate in piccoli gruppi i primi dati sull'andamento della gara. Nel momento in cui rivelò la quantità di sperma eiaculato dai concorrenti, sui visi delle donne si fece largo un sorriso di consenso e stupore.

   Alle sei di mattina la piazza era semideserta. Alcuni ragazzi se ne stavano appisolati sulle poltroncine in vimini, altri raggomitolati sotto i portici in compagnia delle loro ragazze. Flora aprì la bottega alle otto in punto e distribuì pane e pasticcini ai clienti che si presentarono al banco augurandosi che la giornata fosse portatrice di buoni affari.
   Loris e Salvatore trascorsero la nottata menandoselo di continuo. All'alba del nuovo giorno si ritrovarono con il cazzo avvizzito, quasi morto. Entrambi avevano bisogno di riposo per recuperare le energie consumate nella notte. Mancavano quindici ore alla conclusione della gara e il meglio lo dovevano ancora dare.
   Oreste mise in pressione la macchina del caffè. Servì a Loris e Salvatore più di un espresso corretto con Vov, poi mise sul tavolo un vassoio colmo di pasticcini e brioche farcite con zabaione e marmellata, preparate dalla Flora, e si soffermò a chiacchierare con i due sfidanti.

   Nel corso della mattinata nessuno dei duellanti ricominciò a masturbarsi, rimasero per tutto il tempo seduti sulle poltroncine a sonnecchiare ignorandosi a vicenda. Dopo pranzo, ritemprati da un pasto iperenergetico, ripresero a menarselo. Verso sera a entrambi doleva il cazzo. Gli attributi sessuali si presentavano tumefatti e arrossati. Le boccette graduate contenenti lo sperma erano colme del liquido seminale. Prima dello sprint serale Salvatore era ancora in vantaggio sull'avversario.
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   Loris e Salvatore avevano perso il conto delle seghe che si erano sparati interessati soltanto a osservare il livello di sperma nelle due boccette graduate. Dal primo pomeriggio la piazza era andata via via riempiendosi di persone, ognuno voleva dire la sua e tutti si erano meravigliati quando Giorgio, uscendo dal bar, poco prima di cena, diede notizia che entrambi i concorrenti avevano superato le venticinque seghe ed erano prossimi a effettuare lo sprint finale.

   La cena fu servita alle otto in punto da un cameriere del ristorante "Il Barcaiolo" ubicato alla periferia del paese, sulla strada per Zibello. A ciascuno dispensò un piatto di tortelli d’erbetta e una bistecca di chianina cotta alla griglia del peso di mezzo chilogrammo.
   Al tavolo prese posto anche Giorgio che cenò in loro compagnia accontentandosi di assaggiare un piatto di tortelli d'erbetta.
    Tutt'a un tratto Loris tolse dalla borsa una bustina con dei canditi di petali di rosa, dagli enormi poteri afrodisiaci, e li cosparse sulla carne. Salvatore per non essere da meno lo imitò ricoprendo di crema di acciughe i tortelli d’erbetta. L'espediente di Loris risultò il più efficace, infatti, nello spazio di tempo fra la cena e mezzanotte, ora in cui terminò la gara, riuscì a tirare fuori dall'uretra la quantità di sperma necessaria per pareggiare il conto con il rivale che sino allora era in vantaggio.
   Poco dopo mezzanotte la porta del Bar Sport si aprì. Giorgio diede notizia della raggiunta parità dichiarando che ambedue i concorrenti avevano eiaculato trecento millimetri cubici di sperma. Il pubblico rumoreggiò sbalordito per l'enorme quantità di liquido seminale e applaudì.
   - Qui ci vuole un vincitore sentenziò una voce femminile fra il pubblico.
   - Sì, giusto! - fece eco una ragazza che stava appoggiata con la schiena al muro d'ingresso del bar.
   - Si potrebbe misurare il peso dello sperma. Sicuramente non sarà uguale. - suggerì la farmacista del paese.
   - Sì... Sì... Sì... - gridarono tutti all'unisono.
   - Va bene. - disse Giorgio rivolgendosi agli sfidanti. - Lei dottoressa. - disse, rivolgendosi all'anziana farmacista. - Vada a prendere in bottega una bilancia. Calcoleremo il peso dello sperma!
   La donna assentì e si allontanò per procurarsi il congegno di misura. Giorgio, coadiuvato da alcuni amici, preparò il tavolo dove effettuare la pesa pubblica. Loris e Salvatore, esausti e con gli occhi pesti, si prepararono ad assistere alla pesata. Lella, che si era offerta di fare da valletta, posò i due recipienti colmi del materiale lattiginoso sul ripiano del tavolo dove avrebbe preso posto la bilancia.
   La folla si zittì in attesa dei risultati. Appena la farmacista sistemò la bilancia sul tavolo, Lella, incaricata della misura, sollevò uno dei due recipienti e, prima che qualcuno si affrettasse a fermarla, avvicinò una delle boccette alle labbra.
   D'un fiato inghiottì il liquido vischioso deglutendolo per intero. Gli astanti non riuscirono a fermarla, nessuno riuscì a capacitarsi di ciò che stava succedendo. Lella, approfittando dello stupore generale e dello smarrimento che regnava fra la folla, afferrò anche l'altra boccetta e ne ingerì il contenuto fino all'ultimo vischioso sorso.
   La folla si mise ad applaudire Lella. Il record da battere diventò il suo. Chi in futuro vorrà superarlo dovrà ingurgitare un quantitativo di sperma superiore ai seicento millimetri cubi. Le iscrizioni alla gara sono aperte. Possono partecipare tutti. Uomini compresi.

 

 
 

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