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L'ANGELO
RIBELLE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Ieri,
nel cuore della notte, ho fatto
l’amore con una creatura celeste, ma
non una qualsiasi perché quella con cui
ho fatto sesso era il mio Angelo
Custode. Prima d'incontrarlo avevo
camminato a lungo, avanti e indietro, sulla corsia d’emergenza
dell’Autostrada della Cisa, in
corrispondenza del principale viadotto, decisa a portare a compimento il
progetto che mi frullava per la testa.
Certi luoghi esercitano un
fascino disperato sulle persone che
desiderano togliersi la vita. E’ il
caso di quel viadotto, imponente e
bello, assunto agli onori della cronaca
nera come il "Viadotto dei
Suicidi".
Avevo lasciato Parma in
automobile, all’imbrunire, intenzionata
a farla finita, decisa a buttarmi da
quel viadotto per trovare la morte nella
voragine sottostante. Stavo scavalcando
il muretto del parapetto, ostacolata nel
realizzare il mio progetto dall'handicap
fisico che mi porto appresso dalla
nascita, menomazione che mi rende
impraticabili certi movimenti, quando
alle mie spalle qualcuno mi ha
trattenuta per un braccio impedendomi di
spiccare il salto nel nulla. Sorpresa mi
sono girata e di fronte a me ho
percepito la presenza di una strana
figura maschile completamente vestita di
bianco.
La luce della luna ha
illuminato il suo viso. L'ho guardato
con attenzione e mi è parso che avesse
suppergiù la mia stessa età,
quarant'anni, ma soprattutto che
assomigliasse in maniera spudorata a
George Clooney, il bellissimo attore
hollywoodiano di cui sono piene le
pagine dei rotocalchi. Non ho fatto in
tempo a chiedergli chi fosse e cosa ci
facesse in quel dannato posto, che
subito mi ha investita con una domanda.
- Posso sapere cosa hai
intenzione di fare?
- Perché non ti sembra
abbastanza chiaro? - gli ho risposto
stizzita, guardandolo dal basso verso
l'alto a causa dell'esagerata differenza
d'altezza che c'era fra lui e me.
- Voglio sentirmelo dire
con tue parole.
- Farla finita con la vita!
Ecco cosa voglio fare.
- Perché?
- Perché sono stanca di
vivere, tutto qui.
- Solo questo?
- E non ti basta?
- Quello che non va è solo
dentro di te, io lo so bene.
- Ecco un altro stronzo che
sa tutto. Ma chi ti credi di essere, eh?
- Sei infelice, vero?
- Certo, e che altro.
- Il motivo?
- Ma lo sai che sei un bel
tipo, adesso ti metti a fare anche lo
psicologo? Mica sarai un prete che vuole
redimermi, eh?
- Nessuno dei due. Ma cos'è
che ti rende tanto infelice? Posso
saperlo?
- Dico, ma mi hai guardata
bene? Non noti niente di diverso in me
rispetto alle altre donne?
- No, magari sei soltanto
un po' piccola.
- Un po' piccola e basta? E
non hai notato nient'altro?
- No.
- E questa? - gli ho detto
facendo cenno alla gobba che m'incurva
la parte destra della schiena. - Questa
non l'hai notata?
- Quella? E' una gobba, e
allora?
- Cazzo! Ma ti rendi conto?
Sono una donna alta un metro e cinquanta
e ho la gobba! Non è sufficiente questa
malformazione del mio corpo per sentirmi
sfigata?
- Bisogna sapere accettare
le proprie diversità, ti assicuro che
nella vita c'è di peggio rispetto a una
semplice gobba.
- Mi stai prendendo per il
culo?
- No, te lo assicuro.
- E allora che cazzo vuoi
da me?
- Parlarti e farti
desistere dall'atto inconsulto che stai
per compiere.
- E' arrivato il mio
salvatore. Ah. Ah. Ah. Ma cosa ne sai
della mia persona e della vita che
conduco, eh?
- Tutto.
- Come sarebbe a dire
tutto?
- Te l'ho detto, io so
tutto di te.
- Anche che tipo di lavoro
faccio?
- Sì, certo.
- Dimmelo allora.
- Per molto tempo hai
lavorato in una cooperativa sociale,
attività che hai abbandonato un paio di
anni fa, mettendoti in proprio, per vendere biglietti delle lotterie
nazionali e gratta e vinci in giro per
le strade della città, giusto?
- Cazzo! Ma come fai a
saperlo? Ah, ci sono, ti ho venduto
qualche biglietto, eh? Ti ho fatto
vincere molto denaro? Dicono che porto
una fortuna sfacciata con la mia gobba,
in parecchi hanno azzeccato ambi e
qualche terno al gioco del lotto dopo averla
carezzata. Per questo sono molto
ricercata negli ambienti dei giocatori
d'azzardo.
- Sbagli, non ho mai
comperato biglietti della lotteria e
nemmeno ho avuto occasione di toccarti
la gobba, ma posso dire di esserti
rimasto sempre vicino.
- Uffa! Mi hai rotto le
palle, posso sapere chi cazzo sei?
- Non l'hai ancora capito?
- No.
- Guardami bene, ti sembro
simile a tutti gli altri uomini?
- No, in effetti,
osservandoti bene non lo sei per niente.
E poi scusa, ma con quella giacca bianca
e pantaloni dello stesso colore hai
l'aspetto di un cameriere. Lo sei?
L'uomo che mi stava davanti
si è messo a ridere e poi ha dato
risposta alla mia domanda.
- Sono il tuo Angelo
Custode, ecco chi sono, non l'hai ancora
capito?
- Ah, sì? Beh, allora io
sono Babbo Natale, ma vaaaaffanculo!
- Non ci credi?
- Senti finiamola con 'sta
storia dell'Angelo Custode, adesso sali
sulla tua automobile e vai per la
tua strada. Lasciami in pace che mi
butto giù dal ponte, va bene?
- Cosa posso fare per
convincerti che quello che ti ho detto
è tutto vero?
- Magari potresti
incominciare con lo sbattere le ali. -
gli ho risposto mettendomi subito a
ridere.
- Beh, se è solo questo
che vuoi.
Tutt'a un tratto alle sue
spalle sono spuntate due grandi ali
bianche. Ha cominciato a sbatterle e ha
accompagnato il movimento con quello
delle braccia e dei gomiti.
- Credi d'impressionarmi
con questo scherzetto da illusionista da
strada, davvero pensi che sia così
tonta da non accorgermi che è tutto
fasullo, frutto d’illusionismo, quello
che fai.
- Ne sei sicura?
- Certo! Girati e fammi
vedere dove tieni appiccicate le ali.
Si è girato e mi ha fatto
vedere la schiena dove erano fissate le
ali. Gliene ho stretta una nelle mani e
mi sono accorta che era bella calda e
non poteva essere fasulla. Impaurita mi
sono staccata da lui e per poco non sono
andata a cadere nel precipizio alle mie
spalle.
- Cazzo! Ma chi sei? - gli
ho domandato trattenendomi a un paio di
metri di distanza dalla sua persona.
- Te l'ho detto, sono un
Angelo. Il tuo Angelo Custode.
- Ce l'avrai un nome, no?
- Noialtri Angeli non
abbiamo un nome, siamo Angeli Custodi e
basta, ma se ti fa piacere attribuirmi
un nome, non mi offendo, fai pure.
- Beh, allora ti chiamerò
George come George Clooney. Gli
assomigli parecchio, lo sai? Ti va bene?
- Certo, non c'è alcun
problema, per te da stasera sarò George.
- Beh, adesso te ne puoi
andare e lascia che il mio corpo
scompaia per sempre nelle acque del
torrente che scorre sotto il viadotto.
- Mi riesce difficile
comprendere perché lo vuoi fare.
- Cazzo! Dici di sapere
tutto quanto riguarda la mia persona e
non hai ancora capito perché lo voglio
fare? Come Angelo Custode lasciami dire
che sei un po' ritardato, eh!
- So tutto di te, ma non mi
è permesso di sapere quello che stai
pensando, ti è chiaro adesso?
- Beh, allora guardami
bene. Ti sembro un tipo di donna
appetibile agli occhi di un qualsiasi
uomo?
L'Angelo mi ha osservato
con cura da capo a piedi, poi ha
abbassato la testa.
- Effettivamente, no. Però
sei bella dentro, e questo è molto più
importante della bellezza fisica.
- Cazzo! Ma lo vuoi capire
che tutti gli uomini mi schivano come
fossi una appestata. Soltanto quando c'è
di mezzo il denaro mi accarezzano. Sto
parlando della gobba, eh! Ho
quarant'anni e non sono mai stata a
letto con un uomo. Questa non ti sembra
una ragione sufficiente per farla finita
con la vita?
- Beh, però ti ho visto più
di una volta masturbarti.
- Ah! Mi guardi anche
quando faccio quella cosa lì. Che porco
sei! Proprio un Angelo Custode voyeur mi
doveva capitare. Ci scommetto che adesso
mi dirai che sono una pervertita e in
peccato mortale soltanto perché ogni
tanto mi faccio qualche ditalino, eh! Ma
vaaaffanculo!
- Sono un Angelo dalle idee
progressiste, non mi scandalizzo se ti
masturbi. Buon per te se riesci a godere
del tuo corpo in quel modo.
- Magari qualche volta lo
fai anche tu, ci scommetto.
La mia domanda lo ha messo
in imbarazzo perché ha volutamente
cambiato discorso per non rispondermi.
- Cosa posso fare per farti
recedere dal proposito di mettere fine
alla tua esistenza terrena?
- Un uomo! Voglio un uomo
che mi tolga la verginità e con cui scopare ogni volta che mi prude la
vagina.
- Non dipende da me
trovartelo, non è nelle mie facoltà.
Devi pensarci tu.
- Allora che ci stai a fare
se non sei capace di aiutarmi a trovare
un cazzo con cui scopare?
- Faccio tutto quello che
mi è consentito di fare,ma non mi è
consentito fare miracoli
- E allora scopami!
- Eh?
- Hai capito bene, lo sai,
e non fare finta di niente. Ti ho
chiesto di scoparmi, ti faccio tanto
schifo?
- No, è che...
- Ti faccio schifo eh, lo
so. - ho urlato mente mi sporgevo dalla
balaustra del viadotto col chiaro
intento di gettarmi da basso.
Ancora una volta il mio
Angelo Custode è giunto in mio
soccorso. Mi ha afferrato, cingendomi un
braccio intorno alla vita, e mi ha
trascinata lontano dalla balaustra.
- Si può sapere cosa vuoi
fare? Davvero vuoi morire perché quello
che avverti è la mancanza di un cazzo?
- Sei duro a capire, eh.
- Non posso permettertelo.
- E allora scopami.
- Non posso fare nemmeno
questo.
- Ma il cazzo ce l'hai? -
gli ho domandato incuriosita.
- Sì, certo che ce l'ho,
come tutti gli Angeli Custodi.
- Ma voi Angeli non siete
asessuati?
- Ma chi lo ha detto? Chi
è che mette in giro queste fregnacce?
Noi abbiamo entrambi i sessi.
- Siete ermafroditi?
- Non proprio, ma qualcosa
del genere.
- E il tuo cazzo è grosso?
- E' normale.
- Me lo faresti vedere?
Sono curiosa.
- Ma...
- Se me lo fai vedere
potrei anche recedere dal mio intento e
decidere di non buttarmi giù dal ponte.
- Ma se decido di fartelo
vedere allora deve rimanere un segreto
fra noi, non voglio che si sappia in
giro che lo mostro alle donne. Me lo
prometti?
- Sì certo, dai, fammelo
vedere. Mi hai incuriosita con 'sta
storia dell'ermafrodita.
Senza perdere tempo ha
liberato i pantaloni e ha tirato fuori
il cazzo.
- Ma ce l'hai bello duro. -
gli ho fatto notare.
- Noi Angeli l'abbiamo
sempre così. Che c'è di male?
- Ah, e non ti fa male
averlo sempre così in tiro?
- No, e perché dovrebbe
farmi male?
- Ho sentito dire che agli
uomini fa male averlo duro per lungo
tempo. A voi Angeli non succede?
- No.
- Ma qualche sega te la
fai?
- Scherzi?
- Ti spiace se te lo tocco,
il cazzo.
- No, fa pure.
Gliel'ho preso nella
mano, pulsava, ed era bello caldo.
Strano, perché pensavo il contrario.
Non ho resistito a lungo prima di
cominciare a masturbarlo.
- Ma cosa ti prende? Sei
pazza? - ha urlato cercando di ritrarsi.
Invece l'ho rincorso e ho
continuato a menarglielo. Si è
appoggiato con le ali e le spalle contro
uno dei piloni del cavalcavia e io mi
sono inginocchiata davanti a lui.
Gliel'ho preso in bocca, il cazzo, poi
gli ho fatto un pompino mentre sbatteva
tutt'e due le ali per la contentezza.
Quando è venuto si è sollevato
leggermente da terra come se stesse
lievitando.
Ho perso la verginità
qualche istante dopo, infatti, ho fatto
appena in tempo a portare a termine il
pompino che già l'aveva di nuovo duro,
il cazzo. Mi ha presa alla pecorina, sul
bordo della autostrada, mentre le
macchine seguitavano a transitare nelle
due direzioni senza che nessuno degli
automobilisti si fermasse. Mi ha scopata
mantenendo una mano sulla gobba come
sono soliti fare i miei clienti quando
gli rifilo qualche biglietto della
lotteria. A lui invece ho regalato la
mia verginità e... pure il culo, perché ha
voluto anche quello, il porco.
Nel cuore di una nottata
ormai prossima a morire sono di nuovo
qui, a distanza di ventiquattrore, sulla
balaustra del medesimo viadotto, in
attesa che si faccia vivo il mio Angelo
Custode.
Spero che lo stronzo non si
faccia attendere troppo perché ho tanto
bisogno di fare l'amore, altrimenti
mentre lo spompino gli stacco il cazzo
con un morso, poi voglio vedere cosa va
a raccontare al suo capo che sta lassù.
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