|
PELLE
RUVIDA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
D a
qualche anno porto avanti una storia con una donna
che ha vent'otto anni più di me. Se
qualcuno si azzardasse a gettare
discredito sulla mia persona, sostenendo
che sono un gerontofilo, lo prenderei a
ceffoni, anzi, gli spaccherei il muso.
E' un delitto così orribile se ho una passione smisurata verso le donne
anziane?
Ho avvertito una forte
attrazione per questo tipo di donne già
da adolescente, fascino che
si è perpetuato nel corso degli anni
fino a oggi. E' così scandaloso tutto
questo?
Uomini e donne dovrebbero
essere liberi di amare chi vogliono. A
certi uomini piacciono le donne bionde,
ad altri le more. C'è chi prova
attrazione verso le donne grasse e chi
per le magre. C'è chi preferisce
scopare con donne dalla pelle nera e chi
con le bianche. Che c'è di così
strano? E' solo una questione di gusti,
nient'altro che una questione di gusti!
Se preferisco la compagnia
di una donna anziana, anziché di una
giovane, non è perché sono alla
ricerca di una donna che mi funga da
mamma. Non ho una mente malata come
qualcuno potrebbe supporre, nemmeno ho
sofferto di mancanza affetto da parte
dei miei
genitori durante l'infanzia. Sono stato
educato da una madre che ha profuso su
di me tanto amore, ma quello di cui ho
bisogno per eccitarmi è di una donna
matura, questo e basta.
Sono consapevole che la
maggior parte delle persone che mi
stanno d'intorno giudica in modo
sconveniente questa mia relazione
sentimentale. A tutti sembra impossibile
che una donna di settantaquattro anni
possa essere desiderata da un uomo di
quarantasette anni, invece è proprio
così.
C'è chi considera questa nostra
relazione immorale! E se al contrario
conducessi una storia con una donna più
giovane di me di trent'anni? Allora come
sarei considerato? Beh, sono sicuro che
in questo caso molti uomini verrebbero a
complimentarsi con me, mentre le donne
mi giudicherebbero un pedofilo. Il vero
problema, a mio parere, è che viviamo
in una società fondata su un falso
perbenismo, in cui tutto ciò che è
diverso ai più è incomprensibile.
Essere tacciato di gerontofilo mi
infastidisce parecchio, ma non ne faccio
una malattia, purché nessuno si azzardi
a dirmelo in faccia perché in questo
caso mi arrabbierei per davvero.
La donna che mi ha tolto la
verginità di anni ne aveva cinquanta:
trentaquattro più dei miei. Avevo
sedici anni e fino a quel
giorno avevo soltanto pomiciato con
qualche ragazza conosciuta sui banchi di
scuola, e soprattutto mi ero sparato
delle seghe guardando le immagini di
vecchi film in bianco nero eccitandomi
davanti alle figure di attempate dive
hollywoodiane.
Rossana, la donna con cui
ho avuto la mia prima esperienza di
sesso, occupava uno degli appartamenti
al primo piano del condominio, privo di
ascensore, dove risiedevo con la mia
famiglia al quarto piano del medesimo
edificio.
Verso la sua persona avevo
sempre provato una certa attrazione
fisica anche se non riuscivo a
spiegarmene la ragione. Non era granché
bella, ma nemmeno brutta. Era vedova e
non aveva figli. Di veramente
incantevole aveva le tette che esibiva
con molta naturalezza a chiunque.
Anch'io ne ero rimasto fortemente
attratto. Lei doveva essersene accorta
perché non mancavo di guardarle il
petto con malcelato appetito ogni volta
che c'incrociavamo per le scale. Un
giorno che era intenta a pulire con lo
straccio il pavimento del pianerottolo,
dinanzi alla porta della sua abitazione,
con le tette bene in mostra, si rivolse
a me.
- Ti piacciono? - disse
guardandomi negli occhi.
Non trovai il coraggio di
risponderle, rimasi muto, anche se avrei
voluto dirle di sì, ma ci pensò lei a
trarmi fuori dall'imbarazzo.
- Perché non vieni a
trovarmi uno di questi pomeriggi? Ti
preparo una cioccolata calda e
conversiamo un po'. Ti va? - disse
spostando gli occhi verso il basso, come
se volesse indicarmi il décolleté per
farmi capire che era disponibile a fare
del sesso con me.
- Sì, certo lo farò. -
dissi tirando fuori dai polmoni un po'
di voce, con il respiro accelerato che
sembrò avvicinarsi alla
iperventilazione per la troppa emozione
che mi colse in quel momento.
Dopo tre notti insonni,
consumate a spararmi una sega dietro
l'altra, eccitato come poteva esserlo
soltanto un adolescente, un pomeriggio
trovai il coraggio di andare a bussare
alla sua porta.
- Ah, ti sei deciso
finalmente! - furono le parole che
pronunciò quando mi vide sul
pianerottolo davanti a lei. - Oramai non
ti aspettavo più, lo sai?
- Beh.
- Dai, non stare lì, vieni
avanti, accomodati dentro.
Avevo il cazzo che pulsava
duro e ingombrante sotto il tessuto dei
jeans. Lei se ne accorse perché la
protuberanza era abbastanza manifesta.
Appena chiuse la porta alle mie spalle
mi posò la mano sull'inguine e cominciò
a carezzarmi l'uccello. Sarei venuto
subito, al semplice tocco della sua
mano, se non mi fossi premurato di
spararmi un paio di seghe la notte
precedente. Fu lesta ad abbassarmi la
cerniera della patta e prendermi il
cazzo nella mano.
- Ce l'hai bello grosso, lo
sai? - furono le parole che pronunciò
prima di menarmelo.
Che l'avevo bello grosso
non era una novità, infatti, avevo
avuto modo di appurarlo confrontandolo
con quello dei miei coetanei, ma
sentirmelo dire da una donna che
presumevo avesse dell'esperienza mi fece
piacere. Rimase in piedi davanti a me e
seguitò a menarmelo, poi non esitò a
inginocchiarsi ai miei piedi.
Le palle parevano
scoppiarmi tanto erano gonfie e dure. Mi
prese il timore di venire troppo in
fretta, e sborrarle in viso, tanto era
delicato il movimento delle mani sulla
cappella. Seguitò a scappellarmelo
ripetutamente, andando su e giù con le
dita, alternando movimenti lenti ad
altri accelerati. Dopo un po' che mi
masturbava cominciò ad avere il fiatone
e prese ad ansimare. Tutt'a un tratto
avvicinò la cappella alle labbra e la
prese in bocca cogliendomi del tutto
impreparato. Nonostante l'avessi
avvertita, quando ormai ero prossimo a
eiaculare, trattenne la cappella in
bocca lasciando che le schizzassi lo
sperma in gola facendomi impazzire di
piacere.
Quel pomeriggio non
consumammo nessuna cioccolata in tazza,
invece fu lesta a consumarmi facendomi
sborrare parecchie volte nell'arco delle
due ore in cui rimasi in sua compagnia.
Venni dentro di lei senza adottare
nessuna precauzione. Sprovveduto com'ero
a quell'età non avevo pensato a
portarmi appresso dei preservativi, così
nei giorni successivi il nostro incontro
mi prese la paura che potesse rimanere
incinta. Quando glielo dissi si mise a
ridere, canzonandomi, rivelandomi che
era impossibile che succedesse, ma lì
per lì non capii quale fosse il motivo.
A quella età, nella mia manifesta ignoranza, ancora non sapevo cos'era la
menopausa, a malapena conoscevo il
mestruo e per me tutte le donne erano
fertili.
Rosanna mi offrì quella
dolcezza femminile che prima di lei
nessuna delle mie coetanee mi aveva
fatto conoscere, forse perché le donne
giovani, al contrario delle donne di una
certa età, non la posseggono.
Le grosse tette, finalmente
prive del reggiseno, si rivelarono
piuttosto cadenti. Nuda mostrava una
pelle flaccida e ruvida, mentre il viso
era pieno di adorabili rughe. Trovai la
cosa molto piacevole e mi persi con la
bocca a succhiarle i capezzoli, poi
decise di farmi anche una spagnola
infilando l'uccello fra le tette
sputandoci sopra un'enorme quantità di
saliva per fare scorrere più
adeguatamente la cappella fino a
raggiungerle la bocca.
La storia con Rossana fu
soltanto una avventura, infatti,
continuammo a frequentarci per circa un
anno, ma non m'innamorai di lei. Mi
piaceva scoparla, questo sì, e lei si deliziava
nel fare sesso con me, ma non c'era
amore fra noi e tutt'e due ne eravamo
consapevoli. Dopo l'esperienza
accumulata con lei tornai a frequentare
ragazze della mia età. Mi innamorai di
Carlotta, una compagna di liceo, ma fu
la prima e anche l'ultima ragazza con
cui feci del sesso perché me né
disamorai alla svelta. Mi
sentivo fortemente attratto soltanto dalle
donne anziane, forse perché mi ritenevo
più maturo della mia età. Infatti,
mentre facevo sesso con Carlotta serbavo
con nostalgia nella memoria la pelle
ruvida di Rossana, mentre la sua era
troppo liscia e morbida.
La seconda donna di età
matura con cui ho fatto del sesso è
stata una mia ex insegnante di storia e
filosofia. Avevo ottenuto la maturità
liceale soltanto da alcuni mesi quando,
un pomeriggio, mi capitò d'incontrarla
in compagnia di una sua amica a
passeggio in centro città. Di lei
conservavo un particolare ricordo,
infatti, quando faceva lezione mi
piaceva stare a masturbarmi per tutto il
tempo in cui rimaneva in classe,
nascondendo il gesto sotto il banco
mentre ammiravo l'accavallarsi delle sue
gambe sotto la scrivania.
Rivedendola mi venne una
dannata voglia di conquistarla, ma non
sapevo come fare per farle capire che
avrei voluto conoscerla più
intimamente, fintanto che presi coraggio
e le scrissi una lettera in cui le
dichiarai tutto il mio amore.
Non mi vergognai a
rivelarle la mia identità e le
raccontai che durante le sue lezioni ero
solito masturbarmi seduto al banco a
pochi passi davanti a lei. Giocai
l'unica carta che avevo a disposizione:
la mia giovinezza.
L'insegnante era di
estrazione borghese e dotata di un
fascino assai particolare. Pensavo che
non avrebbe risposto alla mia missiva,
invece qualche giorno dopo averle
spedito il mio scritto, nella cassetta
della posta trovai una sua lettera.
- Caro Lorenzo, credi
davvero che non mi sia mai accorta che
ti masturbavi durante le mie lezioni? Mi
eccitavo a guardare il movimento della
tua mano mentre ti toccavi, spesso ero
bagnata fradicia sotto le mutandine, ti
stupirà sapere tutto questo, ma non
vedo l'ora d'incontrarti Ti lascio il
mio numero di telefono 0521- XXXXX
La lettera era piuttosto
scarna, ma lasciava supporre tante cose
e ne rimasi entusiasta. Qualche giorno
dopo le telefonai e lei m'invitò a casa
sua. L'andai a trovare nel primo
pomeriggio approfittando dell’assenza
del marito.
Ero in agitazione ma non ne
rimasi deluso. Mi accolse con indosso
una camicia da camera in seta che a
malapena nascondeva la sua nudità.
Capii che era eccitata quanto lo ero
anch'io. Avevo messo in preventivo che
avrei avuto a che fare con una donna
decisa, autoritaria, che mi avrebbe
conquistato col suo temperamento focoso,
perché così l'avevo sempre considerata
durante gli anni di scuola. Invece mi
trovai di fronte a una donna tenera e
appassionata che mi conquistò
immediatamente con i suoi modi
appassionati.
Per prima cosa mi fece
accomodare su di un divano. Mi servì un
caffè e restammo a lungo a conversare.
Fintanto che, annoiato da quella
situazione, mi rivolsi a lei.
- Davvero ti eri accorta
che mi masturbavo in classe?
- Sì.
- Ti piacerebbe che lo
facessi ora davanti a te, senza avere
davanti il banco che nasconde la mia
mano?
- Sì.
- Allora chiedimelo e io lo
farò.
Mi ordinò di abbassare
pantaloni e mutande e di farmi una sega
davanti a lei come le avevo confessato
che ero solito fare in classe durante le
ore di lezione. Quando vide come era
fatto il mio cazzo non mi diede il tempo
necessario per venire, prima che
accadesse lasciò cadere la vestaglia su
pavimento e si presentò nuda davanti a
me.
- Vieni... - disse
facendomi segno d'inginocchiarmi ai suoi
piedi.
Abbandonai la poltrona dove
ero impegnato a masturbarmi e mi portai
in ginocchio davanti a lei. Divaricò le
gambe e io appiattii le guance fra le
sue cosce, poi cominciai a leccarle la
vagina. Rimasi lì non troppo a lungo,
una decina di muniti, forse, inebriato
dal tremore del suo corpo preso
d'assalto dalle mie labbra. Quando
raggiunse il primo di una lunga serie di
orgasmi si lasciò cadere sul tappeto e
io la inseguii con la bocca mordendole
le grandi labbra, poi finii per
succhiarle il clitoride. Quel pomeriggio
la scopai un paio di volte e ogni volta
raggiunse l'orgasmo.
Diventammo amanti e
instaurammo uno splendido rapporto
d'amore e amicizia. La cosa durò una
decina di anni in cui riuscimmo a
fondere il suo carattere aggressivo e
impulsivo con quello affettuoso e
premuroso che era il mio, sempre pronto
nell'accontentare ogni suo desiderio. Il
nostro rapporto finì quando non
avevamo più niente da dirci perché
l'amore era venuto a spegnersi. Dopo di
lei ho avute parecchie donne, tutte di
una certa età, con alcune ho solo
scopato e con altre mi sono anche
innamorato, e adesso?
Da sedici anni a questa
parte sto insieme alla stessa donna. Il
suo nome è Marisa. Ha vent'otto anni più
di me e andiamo d'amore e d'accordo. Mi
piace viziarla, perché è una donna che
lo merita, non ci siamo ancora sposati,
ma penso che prima o poi lo faremo,
anche se sua figlia non è molto
d'accordo. Boh! Stiamo a vedere.
|
|
|