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AMORI
INQUIETI
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
L'appuntamento
lo abbiamo fissato circa una decina di giorni
fa. L'albergo è un palazzone simile a
un edificio carcerario con le finestre
quadre, piccole, e tutte uguali.
E' una stanza anonima
quella che ci ospita, come ce ne sono
molte altre in questo albergo piazzato poco
distante dal casello dell'autostrada.
L'ambiente è
squallido. L'arredo è ridotto
all'essenziale e il bagno è privo di
bidet, però la cosa non mi importa
granché, anzi, forse è meglio così.
L'uomo, dall'aspetto
giovanile, suppergiù sulla trentina,
l'ho conosciuto appena un mese fa in
una chat erotica, nella "Stanza dei
pompini" per la precisione. Prima
di fissare il giorno dell'incontro ho
preteso che mi spedisse una foto del suo
cazzo. Desideravo costatare con i miei
occhi se l'attrezzo di cui faceva gran
vanto fosse adeguato al caso mio oppure no.
Nella foto che si è premurato di
spedirmi, in allegato a una e-mail, ho
trovato l'immagine di un cazzo appetibile come
si era dilungato a
descrivermelo con dovizia di
particolari.
Un paio di ore fa,
quando mi sono presentata
all'appuntamento, l'uomo se ne stava
comodamente seduto su una poltrona nella
hall dell'albergo in attesa del mio
arrivo. Non ho avuto difficoltà a
riconoscerlo, ci siamo scambiati un
doppio bacio sulle guance e adesso sono
qui, sdraiata sul letto di una anonima stanza
d'albergo, a mordicchiargli la cappella.
Sono trascorsi molti
anni dalla prima volta che ho fatto
ricorso alla mia bocca per dare piacere a un
uomo. Il primo pompino l'ho praticato
quando avevo soltanto quindici anni e se
devo essere sincera all'epoca ero
piuttosto imbranata. In quella occasione
il mio ragazzo e io eravamo sdraiati sul
letto della sua camera e facevamo del
petting. Mi ero trovata a carezzargli il
petto, dopodiché avevo proseguito a
baciargli i capezzoli, mordicchiandoli,
poi ero scesa con la bocca verso
l'ombelico. Infine lui mi aveva spinto
il capo sul cazzo.
All'inizio glielo
avevo toccato soltanto con le mani.
Successivamente avevo proseguito la mia
opera facendogli una sega,
poi l'avevo baciato, il cazzo. Subito
dopo avevo iniziato a leccargli la
cappella cercando di cospargerci sopra
più saliva che potevo, infine l'avevo
messo in bocca tutto. Non avevo nessuna
idea su come mi sarei dovuta comportare
nel muovere le labbra, neanche mi resi
conto di avere portato a termine il mio
primo pompino.
Avevo eseguito i
classici su e giù con le labbra e il
tutto era terminato con l'ingoio. A
pensarci bene mi viene da ridere, ma sul
momento mi sarei lasciata seppellire
viva per la vergogna. Farlo non mi aveva
fatto schifo, ma vomitai subito dopo
avere ingoiato lo sperma.
Quando feci ritorno a
casa seguitai a pensare e ripensare al
pompino che avevo fatto, persuasa di
essermi comportata da idiota, ma per
fortuna accadde solo quella prima volta.
Oggi mi piace tantissimo praticare il
sesso orale, anzi, trovo che il contatto
della bocca con il cazzo sia più
eccitante rispetto alle volte in cui
qualcuno mi scopa.
Appena abbiamo messo
piede nella camera ha abbassato la
cerniera dei pantaloni e ha esibito il
cazzo in piena erezione, poi mi ha
chiesto di baciarglielo. Mi sono
inginocchiata ai suoi piedi e ho
iniziato a fare ciò che mi ha chiesto.
L'ho fatto con molta delicatezza,
afferrandogli nella mano anche i
testicoli, premendoli, senza fargli
troppo male.
Quando ero
adolescente consideravo il sesso orale
un atto disonorevole che non si
confaceva a una ragazza per bene, invece
dopo che ho cominciato a succhiare non
sono più riuscita a smettere di farlo
perché mi piace saziarmi di sperma.
Una volta affondata
la cappella fra le labbra mi ha
afferrato il capo con entrambe le mani e
ha cominciato a muovere il cazzo
scopandomi nella bocca, fino a toccarmi
la gola, proprio come piace a me. Era
eccitatissimo e dopo pochi colpi il suo
corpo ha cominciato a ostentare dei
sussulti di piacere.
Mentre mi scopava
nella bocca ha iniziato a parlarmi
rivelandomi che non faceva sesso da
qualche giorno per serbare lo sperma
tutto per me. Ha detto che era sua
intenzione inondarmi la faccia per
celebrare in questo modo l'evento del
nostro incontro.
Non è durato molto
prima di venire, anzi, dopo che ha
iniziato a gemere di piacere, ha tolto
il cazzo dalla bocca e il suo seme mi è
arrivato dritto in faccia, con fiotti
violenti, impiastricciandomi la pelle.
Non ho chiuso gli occhi, anche se avrei
potuto farlo. Se non l'ho fatto è
perché volevo vedere sul nascere il
seme che usciva dall'uretra per
stamparsi sul mio viso e insudiciare la
mia vita.
Sono trascorsi
soltanto una decina di minuti da quando
mi ha sborrato in viso. Lo ha fatto come
piace a me, spruzzandomi un fiotto dopo
l'altro sulla pelle.
Sdraiata sul letto
sto di nuovo a mordicchiargli la
cappella. Gliela coccolo con la punta
della lingua, ma stavolta non lo farò
venire in fretta come è accaduto prima,
voglio godermelo a lungo il suo cazzo.
Roteo la lingua
attorno alla cappella inumidendola di
saliva. La cosa a lui però sembra non
piacere, vuole mettermelo di nuovo tutto
in bocca. Tiene entrambe le mani sul mio
capo e lo attira verso di sé
obbligandomi a ricevere il cazzo in
gola. Mi ritraggo e lui mi torce i
capelli provocandomi un certo
fastidio.
Fare un pompino non
lo considero un atto di sottomissione,
tutt'altro. Sono una donna a cui piace
dominare, non voglio che i mie partner,
anche se occasionali, prendano il
sopravvento su di me. Stringo nella mano
il cazzo e mi aiuto da sola a tenere il
ritmo giusto mentre con l'altra mano gli
accarezzo le palle. Stavolta voglio che
mi venga in bocca con quello che gli è
rimasto nel serbatoio, senza fretta,
però. Lui continua a tirarmi per i
capelli con le dita e io gliele scosto.
Sfilo il cazzo dalla bocca e lo guardo
in viso con lo sguardo di chi è
adirata. Lui abbandona la stretta e
lascia che conduca a termine il pompino.
Lo sento di nuovo
gemere, ma non voglio che venga subito.
Allento i movimenti delle labbra
ritardando l'eiaculazione. Ho infilato
un paio di dita nella passera e vado
avanti a toccarmi il clitoride. Voglio
venire anch'io quando mi sborrerà nella
bocca, anche se non gliel'ho ancora
detto.
Sento la
tensione aumentare. Stavolta a tirarmi
non sono i capelli ma è la vagina che
ho in liquefazione. Lui geme di piacere
perché nessuna donna è brava quanto me
a succhiare. Non ce la fa più, sta per
venire, ne sono sicura, certe cose le
percepisco al volo. Accelero il
movimento delle dita sul clitoride e
sono prossima a venire anch'io mentre
con l'altra mano, in pratica, gli sto
sparando una sega.
Il suo corpo
incomincia a tremare ed è prossimo a
venire. Ci siamo! Ci siamo!!
Finalmente!!! I fiotti di sperma mi
arrivano in bocca in breve successione
uno dopo l'altro. Lo sperma è denso,
caldissimo. Lo assaporo fra lingua e
palato, poi mi scosto e mi lascio cadere
con la schiena sul letto mentre finisco
di masturbarmi.
Chiudo gli occhi e
vengo.
Sono attratta dalla
perfezione e masturbarmi mentre faccio
un pompino è un piacere ineguagliabile.
Siamo solo all'inizio di una lunga
giornata di sesso, altri piaceri, altri
orgasmi mi attendono.
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