ATTRAZIONE TOSSICA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

     Le storie d'amore giungono a termine per svariati motivi. Non c’è una ragione precisa che lo spieghi. C'è chi sostiene che il tempo guarisce tutte le ferite, ma è soltanto un frase trita e ritrita che ho sentito recitare più volte dagli amici, sennonché non è la regola perché il tempo che scorre, da solo, non è in grado di guarire le ferite d’amore. Ogni persona ha bisogno di un proprio tempo per riprendersi da un delusione amorosa. E io, dopo quello che è accaduto fra me e Alessandra, lo so bene.
        Sono trascorsi sei mesi da quando la mia storia con Alessandra è terminata. L'ho lasciata quando ho scoperto che mi tradiva con un’altra donna, sennonché ancora oggi mi trovo nella condizione di versare un mare di lacrime quando penso a lei. Eppure la nostra relazione sembrava così consolidata che mi ero persino illuso che potesse durare per sempre, snobbando i pochi o tanti segnali che mi erano arrivati di qualcosa che fra noi stava andando a rotoli, sbagliando nel considerare il tutto al pari di una crisi passeggere.
      Gli amici insistono nel dirmi che dovrei smetterla di commiserarmi perché da delusioni simili alla mia ci sono passati anche loro. Hanno ragione, però non tutte le separazioni sono uguali. Esistono coppie che smettono d’amarsi simultaneamente, altre che esternano la propria delusione in modo manifesto, poi c'è chi soffre in silenzio e chi invece è pronto a innamorarsi subito dopo una separazione. Alessandra seguito ad amarla e non riesco a dimenticarla nonostante quello che è accaduto.

        La nostra storia, seppure fra alti e bassi, è andata avanti per tre anni sino al giorno in cui ha conosciuto Isabella e se n’è pazzamente innamorata. Perlomeno è questo ciò che mi ha confessato fra le lacrime quando è venuta alla luce la loro tresca.
        Da un giorno all'altro mi sono ritrovato nelle condizioni di chiudere, in modo definitivo, l'interruttore che in questi tre anni ha fatto agitare d'amore il mio cuore e ho allontanato Alessandra dalla mia vita. Che altro avrei potuto fare?
        Prima della storia vissuta con lei mi ero chiesto una infinità di volte se in un rapporto di coppia è meglio lasciare oppure essere lasciati, ritenendo che entrambe le situazioni sono dolorose. Ma dopo essere stato tradito da Alessandra, per di più a favore di una donna, so per certo che è più doloroso essere tradito dalla donna che si ama, e con cui avevo iniziato a fare progetti per il futuro.

         Il mondo mi è crollato addosso il giorno in cui si è rivolta a me dicendomi: “Ho bisogno della mia libertà, sono confusa, non so più cosa provo per te”.
     Sino allora non avevo mai avuto sospetti sulla sua fedeltà, mica potevo immaginare che intrattenesse una relazione con una donna. Quando l’ho scoperto quello che ho provato è stato un accavallarsi di delusione, dolore, e rabbia.
        Le notti immediatamente successive al suo distacco sono state le più terribili della mia vita. Mi riusciva difficile guardare in faccia la realtà, eppure aveva fatto ricorso a parole schiette nel confessarmi che la sua confusione mentale aveva un nome di donna: Isabella.
        Per lei aveva preso una sbandata, anzi ne era innamorata.
        Eppure sino a quel momento non avevo mai avuto sentore di quello che stava succedendo. Alessandra non si era mai negata tutte le volte in cui desideravo fare l’amore con lei, anche se, ripensandoci, era da un po’ che a letto aveva smesso di cercarmi. E allora?

        Adesso ho la mente occupata dai suoi ricordi. A cominciare dalla sera in cui ci siamo scambiati il primo bacio. L'avevo accompagnata sino a casa, dopo esserci recati insieme al cinema Astra a guardare un vecchio film di Truffaut, e nel prendere commiato avevo provato a baciarla sulle labbra, ma ero stato stoppato dal palmo della sua mano che si è posata sulla mia bocca frapponendosi fra me e lei.
       
- Ti devo confessare una cosa. - aveva detto compassata da fare paura.
        - Parla, non tenermi sulle spine. - avevo risposto deluso per essere stato respinto.
        - Non giudicarmi male. Quello che sto per rivelarti potrà sembrarti strano, anzi persino inverosimile, perché è difficile da credere. - aveva detto incuriosendomi non poco.
        - Cioè?
        - Da pochi giorni ho compiuto ventitré anni e non mi sono mai fatta baciare da un uomo.
        - Ah. - avevo risposto stupito, pensando che mi stesse prendendo per il culo, invece avrei dovuto capire all'istante che, avendo sottolineato che non era mai stata baciata da un uomo, ciò poteva stare a significare che lo aveva fatto solo con qualche donna. Ma ero rimasto ancora più confuso quando mi aveva rivelato di essere vergine.
        - Ti ho stupito?
        - Abbastanza!
        - Eppure è la verità.
        Disorientato da quella rivelazione avevo lasciato cadere le labbra sulle sue e l’avevo baciata delicatamente, stavolta senza essere respinto. E quella sera ha avuto inizio la nostra storia d'amore.

        Non mi è mai passato per la mente che Alessandra potesse essere lesbica o bisessuale. Con il senno di poi, giudicando certi suoi atteggiamenti, tutto mi appare più chiaro.
        Dopo che ci siamo lasciati ho evitato di isolarmi. Ho riallacciato i rapporti con gli amici e ho evitato di cercarla per riaccendere un rapporto che si è estinto anche in modo poco carino, soprattutto perché l'ho presa a schiaffi.
        A volte mi ritorna alla mente il giorno in cui, recandoci insieme a fare la spesa al supermercato, avevo fatto conoscenza con Isabella. Alessandra si era premurata di presentarmela come una sua amica, ma non ci avevo fatto troppo caso perché fisicamente non mi aveva granché colpito. Allora non sapevo nemmeno chi fosse, sennonché salutandosi si erano baciate sulla bocca. Lì per lì non avevo dato molto peso a quello scambio di effusioni anche se mi aveva stupito la loro intimità e glielo avevo pure detto.
        - Sì, hai visto bene, Isabella l’ho baciata sulla bocca. Lo trovi strano? 
        - Sono abituato a vedere ragazze che si scambiano un doppio bacio sulle guance, ma è la prima volta che mi capita di vedere due ragazze che si baciano sulla bocca. Tutto qui.
        - Le ragazze come me e Isabella si baciano per salutarsi o solo per divertirsi, lo facciamo sempre lei e io. Qual è il problema?
        - Non c’è nessun problema. - le avevo risposto chiudendo il discorso.
        - Di sicuro non scambierei mai un bacio sulla bocca con un amico maschio, poiché sono certa che scambierebbero il saluto per qualcosa che va oltre il saluto e dopo farei fatica a liberarmene.
        - E poi prima di baciarmi non avevi mai baciato nessun altro uomo, vero?
        - Dimmi la verità. A voi uomini piace stare a guardare le ragazze che si baciano. E’ così?
        Dopo quella breve discussione, fatta mentre uscivamo dal supermercato, non avevo più pensato a quello scambio di baci, sbagliando perché avrei dovuto afferrarne compiutamente il significato, invece ho infilato la testa sotto terra come fanno gli struzzi e ho sottovalutato il segnale che mi era pervenuto. In seguito mi erano arrivati certi silenzi che mi avevano messo a disagio, come se non avessimo più niente da dirci senza però mai dovere litigare, come purtroppo succede alla maggioranza delle coppie la cui relazione sta andando in pezzi.
        Durante i tre anni che siamo stati insieme ho pensato soltanto al bene della nostra coppia e soprattutto al suo, facendo tabula rasa attorno a me. Adesso che la nostra relazione è finita mi sento perso. Forse dovrei uscire più spesso di casa, frequentare discoteche, andare in palestra, organizzare qualche viaggio e smetterla di ascoltare canzoni strappalacrime che non fanno altro che ricordarmi Alessandra. Dovrei farmi forza e trovare sufficiente coraggio per cancellare le immagini scolpite nella mia memoria e le foto che la ritraggono, conservate gelosamente nella memoria del mio computer, eliminare i suoi messaggi dal cellulare e le foto che conservo nel portafoglio. Non è per niente facile cancellare le tracce di un amore, ma nessuno mi può aiutare a dimenticare Alessandra: posso farlo solo io.

        La natura mi ha dotato di una fantasia erotica particolare. Ho sempre trovato piacere nel fare l’amore in posizioni singolari, spesso complicate, mentre Alessandra era più portata a fare sesso nei modi più tradizionali, quelli che trasmettono un piacere naturale. A lei piaceva strofinare il corpo contro il mio rimanendoci incollata ventre contro ventre, inguine contro inguine, bocca contro bocca, strisciando il corpo come un serpente su di me, facendo sesso come bestie in calore desiderose di darsi piacere l'un l’altro.
        La prima volta che ho visto Alessandra completamente nuda ho pensato che era come me l’aspettavo. Da subito ero rimasto conquistato dalle forme del corpo, bello a vedersi, pari allo splendore del volto. I seni non troppo grossi, tesi, con l’areola dei capezzoli colore vinaccia, puntavano dritti all’insù invitanti e provocanti. Le gambe perfettamente affusolate prendevano l'avvio da fianchi larghi e un sedere grande anche se non irresistibile. Ero rimasto stupito dall’inguine molto peloso con il colore dei peli che apparivano più scuri rispetto a quello dei capelli. La vagina piccola, dall’aspetto delicato, con il clitoride in bella evidenza, sporgente dalla fessura delle grandi labbra, le conferiva nell’insieme un aspetto incantevole.
        Mi è sempre piaciuto baciare Alessandra. La sua bocca, con le labbra sporgenti e adescatrici, ha sempre suscitato nella mia persona una profonda attrazione. Tanto che quando ci baciavamo, eccitato com’ero, a fatica riuscivo a staccarmi dalla sua lingua quando la infilava nella mia bocca. Quel genere di unione voluttuosa, labbra contro labbra, lingua contro lingua, l'ho provata soltanto baciando lei, soprattutto mentre la scopavo nella posizione della tarantola o quella a cavallo a dondolo, mantenendo le mani appiccicate ai suoi seni, carezzandoli, torcendo i capezzoli mentre seguitavamo a baciarci.
        Alessandra non era solita fare ricorso a un linguaggio osceno quando facevamo l’amore, eppure era oscenamente carnale, impudica, vogliosa. Mi bastava un suo sguardo per farmelo rizzare, il cazzo. E poi era succosa e avida di sperma. Ma più di tutto era la piccola dimensione e la forma dell’apertura che custodiva fra le cosce a rendermi desiderabile la sua vagina.

        Alessandra era sempre disponibile a fare l’amore. Di solito mi aspettava nuda sotto le coperte perché detestava essere spogliata. Ma se a lei piaceva fare sesso, assumendo la posizione ventre contro ventre, a me piaceva montarla sino allo sfinimento delle mie forze alla maniera dei cani, dando libero sfogo ai miei istinti più viscerali e animali. Scopare Alessandra messa a quattro zampe, con me che la penetravo da dietro, era di una eccitazione senza pari, ma anche a lei piaceva, penso, proprio per ragioni animalesche anche se non era la posizione che prediligeva perché non ci permetteva di scambiarci coccole, baci e sguardi appassionati.
        Mi piaceva montarla da dietro tenendo le mani appoggiate ai suoi fianchi raggiungendo una penetrazione profonda dandole modo di masturbarsi il clitoride, se non lo facevo io, stimolandolo sino a farle raggiungere l’orgasmo che il più delle volte era multiplo perché coincideva con quello vaginale.
        A volte succedeva che facevamo l’amore stando in piedi. Mi piaceva sorprenderla alle spalle, sollevarle la veste, abbassarle le mutande, obbligarla a chinare la schiena e scoparla da dietro. Una sveltina istintiva, primordiale, e passionale che praticavamo nei posti più impensati mentre andavamo in giro per la città, lontano da sguardi indiscreti ma senza preoccuparci di essere visti.

        Quello con Alessandra è stato un amore importante, lungo e travagliato, e non so se riuscirò a superare il malessere che adesso mi pervade anche se spero di sì, perché, come dicono le persone che mi stanno vicine, ognuno ha dentro di sé una forza incredibile per uscire dalla fine di una storia, seppure bella e importante come è stata quella con Alessandra.
        Oramai penso di avere quasi superato la fase del dolore che mi ha portato ad avere sempre il nodo alla gola, piangere, disperarmi, portandomi appresso quel genere di tristezza che mi fa contrarre lo stomaco, passando notti a sfogarmi con amiche e amici col pensiero che non sarei più riuscito a rialzarmi. Quello che provo adesso è solo rabbia, ma voglio seguitare a guardare in avanti, perché in fondo non era del tutto vero che il nostro rapporto fosse perfetto. Ho troppo idealizzato la nostra storia, ma so bene che il tempo è la migliore medicina per curare i mali dell’anima. Ciononostante quello che auspico maggiormente è il suo ritorno.

 

 

 

 
 

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