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ABUSO
COMMERCIALE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Da
un po' di tempo dilaga in città il
fenomeno del commercio abusivo. Sembra
inarrestabile il numero di Vù cumprà
che a ogni angolo di strada e piazze
offrono ai passanti copie di oggetti
griffati, cd musicali, e film in dvd.
Il centro storico di
Parma, in certe ore del giorno, specie
nelle zone mercatali adiacenti Piazza
della Ghiaia e Palazzo della Pilotta, è
terreno di conquista di gruppi di
extracomunitari da cui è possibile
acquistare oggetti contraffatti a prezzi
vantaggiosi.
A scoraggiare la
presenza dei venditori illegali non
serve la costante attenzione dei vigili
urbani che, ottemperando alle direttive
degli amministratori comunali,
sequestrano la mercanzia ai Vù cumprà.
Ma chi di mestiere fa l'ambulante
abusivo sembra infischiarsene della
presenza delle guardie municipali,
infatti, dopo essere fuggito, tirandosi
appresso la merce, ritorna a occupare la
medesima postazione, pronto a scappare
appena una nuova pattuglia di agenti
viene segnalata nelle vicinanze della
bancarella.
Alla sottoscritta i
Vù cumprà non danno fastidio, anzi, li
trovo persino simpatici, invece non
sopporto gli extracomunitari che
prendono di mira le donne nei parcheggi
dei supermercati e, senza essere
interpellati, si propongono di aiutarle
a spingere, svuotare, e riporre i
carrelli negli apposti luoghi di sosta
in cambio della moneta impiegata per
sbloccare la catenella di sicurezza.
Nel supermercato dove
faccio la spesa mi è capitato
d'assistere a più di un litigio fra
clienti ed extracomunitari, questo
perché, quest'ultimi, esigevano dai
clienti la moneta inserita nel carrello
in cambio del favore non richiesto.
Anch'io sono stata protagonista di una
feroce discussione con uno di loro.
Per scongiurare il
ripetersi di dispute, facendo in modo
che i clienti non siano importunati, i
responsabili della catena di
supermercati dove sono solita fare la
spesa hanno dotato la clientela di
gettoni di plastica, in sostituzione
delle tradizionali monete da 1 o 2 euro
utilizzate in precedenza, per sbloccare
la catenella di sicurezza dei carrelli
utilizzati per la spesa.
Il gettone, di
piccole dimensioni, è dotato di un
piccolo anello che permette di
attaccarlo al portachiavi, così l'ho
sempre a portata di mano e non corro il
rischio di dimenticarlo a casa.
I Vù cumprà sono
perlopiù personaggi simpatici, talvolta
un po’ troppo espansivi, ma anche
molto socievoli. Basta fermarsi a
parlare con uno di loro e mettersi a
trattare la mercanzia che mettono in
mostra per accorgersene. L'ennesima
prova l'ho avuta ieri, sotto i portici
del Palazzo della Pilotta, quando mi
sono fermata a osservare la merce messa
in vendita da un gruppo di
africani.
In bella vista, sopra
alcune scatole di cartone, c’erano
esposti diversi oggetti di bigiotteria.
Davanti a una delle improvvisate
bancarelle sono rimasta affascinata
dalla presenza di un Vù cumprà in
canotta, dalla pelle nera come il
carbone, sexy da morire, e ho finto di
essere interessata a un paio di occhiali
da sole, con lenti avvolgenti e
montatura di diverso colore, sistemati
sul telo di una bancarella.
Appena mi sono
avvicinata al banchetto l'uomo,
verosimilmente un vero Mandingo della
Sierra Leone, mi ha chiesto
a quale della merce esposta ero
interessata. Subito non gli ho risposto
e ho seguitato a guardarlo affascinata
dalla bellezza del corpo. Avrei voluto
dirgli che mi sarebbe piaciuto
impossessarmi del caimano nero che gli
penzolava fra le gambe, supponendo che
doveva averlo bello grosso, perlomeno
proporzionato alla sua stazza. Gli avrei
succhiato volentieri la cappella e mi
sarei fatta sborrare in bocca, ingoiando
tutto quanto, fino all'ultima goccia,
per accertarmi se lo sperma di un uomo
dalla pelle nera ha il medesimo sapore
di quello degli uomini bianchi a cui
sono solita ingoiare il liquido
seminale.
Spiattellargli in
faccia quel tipo di richiesta era il
pensiero che mi frullava nella mente,
magari per costatare l'espressione che
avrebbe assunto il suo viso se lo avessi
fatto.
Quando gli ho detto
di essere interessata ai diversi modelli
di occhiali esposti sul banchetto si è
premurato di mettermi a disposizione un
piccolo specchio. In questo modo avrei
potuto verificare l'effetto degli
occhiali sulla mia persona.
- Così puoi vedere
il tuo viso riflesso nello specchio con
addosso gli occhiali. - ha detto.
Ho sperimentato più
di un paio di occhiali mostrandomi
perplessa nell'acquisto. Lui invece ha
cercato in tutti i modi di venire
incontro ai miei gusti tributando lodi
ai diversi modelli che indossavo. Quando
si è accorto che non ero intenzionata
ad acquistare nessuno di quegli
occhiali, ha spostato la mia attenzione
su dell'altra merce indicandomi degli
oggetti di bigiotteria a cui non ero
interessata. Stavo per andarmene quando
una donna di mezza età si è fermata al
mio fianco, davanti alla bancarella.
Educata gli ha chiesto il prezzo di una
borsetta taroccata Gucci.
- Trenta euro. - ha
risposto il Mandingo mettendo in mostra
un sorriso caratterizzato da una doppia catena di
denti bianchi come l'avorio.
- Troppi. Neanche
fosse una borsetta con firma originale.
- ha detto lei.
- Ma scherzi? Sai
cosa viene a costare a me un oggetto
come questo? A meno di trenta euro la
borsetta non te la possa vendere, ci
rimetterei.
- Non posso spendere
tutti quei soldi, sono troppi per le mie
tasche, conosco altri mercanti che
mettono in vendita le medesime borsette
a un prezzo decisamente inferiore a
quello che mi hai chiesto tu.
Il Vù cumprà e la
donna hanno seguitato a mercanteggiare
davanti ai miei occhi fintanto che
l'uomo è sbottato in un...
- Mi voglio rovinare,
te la vendo a venticinque euro, ma non
un euro di meno.
Mi sono accorta
dell'incertezza della donna, davvero
palpabile sul suo viso. Anche il Vù
cumprà deve avere avuto la medesima
l'impressione perché a un certo punto
si è rivolto a lei, e le ha detto il
classico:
- Quanto mi vuoi
dare?
La donna gli ha
offerto venti euro. Il Vù cumprà,
ostentando una finta riluttanza, mossa
strategica di ognuno di loro per
riuscire a vendere l'oggetto richiesto,
ha accettato la proposta della donna,
così hanno concluso l'affare con
soddisfazione reciproca.
Ho assistito all'atto
di compravendita dall'inizio della
contrattazione sino alla conclusione con
una certa curiosità, divertendomi.
Stavo per andarmene quando il Mandingo
ha insisto perché acquistassi
qualcos'altro. Avrei voluto dirgli che
una merce bella e grossa ce l'aveva,
peccato che la manteneva nascosta in
mezzo alle gambe. Quella sì che avrei
voluto comperarla e stringerla fra le
cosce oppure succhiarla, ma non ho avuto
sufficiente coraggio per dirglielo,
così l'ho salutato e sono venuta via
un po' bagnata fra le cosce.
Quando stavo per
andarmene mi ha salutata.
- Ciao amica...
- Ciao! - ho risposto
girandomi di spalle, sorridendogli,
sorpresa da quella affermazione
amichevole fatta a me. Che abbia
compreso quello che desideravo da lui?
E' vero, sono troppi
gli extracomunitari che in città vivono
di espedienti; ormai la cosa è sotto
gli occhi di tutti. L'abusivismo
commerciale e l'immigrazione clandestina
sembrano essere i due obiettivi
principali nel mirino della polizia
municipale. Io resto dell'idea che è
molto meglio vendere occhiali e borsette
contraffatti agli angoli delle strade
piuttosto che prostituirsi o spacciare
droga.
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