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E'
QUI LA FESTA?
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
L'invito
a presenziare alla festa di compleanno
mi fu rivolto da Massimo.
Era nella villa dei genitori, ubicata
nella prima periferia della città, che
si sarebbe festeggiato l'anniversario durante il week-end.
Avevo fatto ritorno in città
soltanto da un paio di settimane dopo
quindici mesi di lontananza a causa del
servizio militare, e non vedevo l'ora di
riprendere i contatti con amici e amiche
con cui ero stato in relazione prima di
allontanarmi da Parma. Lusingato
dall'invito ricevuto da Massimo mi
lasciai sfuggire una battuta.
- Spero soltanto ci sia
figa in abbondanza alla festa. - dissi
in modo sboccato, ma sincero.
Massimo sorrise nell'udire
le mie parole, come fosse sua intenzione
sottrarsi alla domanda che gli avevo
posto, conscio che non mi sarei lasciato
sfuggire l'occasione per fare del sesso
con una qualsiasi delle ragazze presenti
alla festa.
- Beh, allora non rispondi?
- dissi.
- Figa ce ne sarà in
abbondanza, anche troppa, ma non so se
sarà tutta di tuo gradimento.
- Perché dici questo?
- Perché conosco
abbastanza bene i tuoi gusti. Non sei il tipo che
si accontenta di scopare una qualsiasi
delle ragazze presenti alla
festa. Sei di appetiti difficili, o
sbaglio?
- Durante i quindici mesi
di naja mi sono sparato delle gran seghe e adesso ho bisogno di seppellire
il cazzo in qualche buco caldo e
possibilmente molto umido, solo quello.
- Alla festa saranno
presenti molte ragazze, alcune anche
facili da scopare, ma una in particolare
ti stuzzicherà l'appetito. Anzi, sono
certo che è proprio il tipo che fa per
te.
- Perché dici questo?
- Perché quando la vedrai
ti verrà subito voglia di lavorartela.
- La conosco?
- Non credo. E' nuova della
nostra compagnia. In molti ci hanno
provato a scoparla, ma nessuno c'è
ancora riuscito.
- E' Lesbica?
- Non credo, ma non ci
metterei la mano sul fuoco né per lei né
per nessun'altra ragazza.
- E' carina?
- Carina? Lola è un gran
pezzo di figa! Però non la dà a
nessuno. E' questo il problema.
- E io che centro?
- Affamato come sei di figa
potresti essere il tipo adatto per farla
cadere dal pero quella troia.
- Troia?
- Soltanto perché non la dà
a nessuno. Anch'io c'ho provato, ma non
c'è stato verso di ottenere qualcosa,
nemmeno un bacio mi ha concesso.
- Ho solo voglia di
scopare, mica di perdere del tempo a
corteggiare una sfinge e per di più
spocchiosa.
- Beh, se hai soltanto
voglia inzuppare il biscotto fra le
cosce di qualche ragazza sono certo che
non avrai difficoltà a trovarne
una che fa al caso tuo. Se decidi di
intervenire alla festa stai pur certo
che di figa ce ne sarà in abbondanza,
anche se nessuna ragazza possiede il
fascino di Lola.
- Okay, verrò. - dissi
mostrandomi interessato all'invito.
Il sabato sera, poco dopo
le dieci, mi presentai alla festa. Il
prato intorno alla villa, illuminato da
numerosi lampioni, era occupato da
gruppi di ragazzi e ragazze impegnati a
ingozzarsi di pasticcini, tartine, e
bere Coca-Cola. Mi soffermai a salutare
un paio di amiche che non vedevo da
tempo memorabile e con cui avevo scopato
in più di una occasione, però mi
fecero capire che al seguito avevano il
ganzo e non erano disponibili.
Incominciai a muovermi da
una stanza all'altra della villa animato
dalla voglia di catturare l'attenzione
di una delle ragazze presenti alla festa
e condurla al primo piano della villa, là
dove avrei trovato più di una stanza da
letto. Stavo indugiando nella scelta
della ragazza a cui rivolgere le mie
attenzioni quando fui avvicinato da
Massimo.
- Beh, meno male che sei
venuto.
- Non ancora, ma penso che
verrò al più presto se una di queste
troiette me la dà. Mi accontenterei
anche di ricevere un servizio di bocca.
- dissi facendo dell'ironia.
- Allora la vuoi conoscere?
- Conoscere chi? - dissi
infastidito dalla sua petulanza.
- Dai, non fare il cretino,
sto parlando di Lola la ragazza di cui
ti ho fatto cenno qualche giorno fa.
- Ah, Lola.
- Ti va di sapere com'è
fatta?
- Ma ce l'ha così diversa
dalle altre ragazze?
- Beh, possiede un paio di
tette e un buco del culo come qualsiasi
altra donna, ma nessuno ne ha mai potuto
godere. E' questo che la rende
appetibile.
- Non capisco perché ci
tieni tanto che la conosca.
- Perché ci ho perso
dietro tanto di quel tempo che adesso
vorrei che qualcuno si prendesse gioco
di lei. Mi ha soltanto illuso e preso in
giro quella troia.
- Va, be', dai, fammela
conoscere. - dissi curioso di fare
conoscenza con questa Lola.
- Seguimi. - disse e io gli
andai appresso.
Mi ritrovai in un salotto
da cui dipartiva un ampio terrazzo.
Illuminati dalla luce della luna,
ragazzi e ragazze ballavano appiccicati
l'uno all'altra, come sardine in
scatola, mentre dai diffusori
dell'impianto stereo usciva la musica di
"Tanta voglia di lei" cantata
dai Pooh.
Restammo a guardare
l'insieme disordinato di ragazzi e
ragazze sistemati cavalcioni sui divani
e sulle poltrone, mentre alcune coppie
ballavano sul terrazzo.
- Hai capito chi è? -
disse Massimo.
- Ti riferisci alla ragazza
che non la dà a nessuno?
- E che altro.
Seguitammo a parlare mentre
la canzone dei Pooh volgeva alla fine.
Alcune coppie si sciolsero
dall'abbraccio, smisero di ballare, e
lasciarono il terrazzo. Altre si
formarono di nuove quando dai diffusori
degli altoparlanti uscì la voce di
Patty Pravo che cantava "Pazza
idea".
Sarebbe stato impossibile
per chiunque non accorgersi della
presenza di Lola in quel contesto. Girai
lo sguardo verso Massimo e gli feci
cenno di avere capito a chi si riferiva
quando mi aveva parlato della
bellezza della ragazza.
- Auguri. - disse prima di
allontanarsi. E ne avrei avuto bisogno
di fortuna perché se Lola era davvero
una spanna più bella delle altre
ragazze, aveva tutta l'apparenza
d'essere boriosa.
Rimasi in piedi, con la
spalla appoggiata allo stipite della
porta fumando una sigaretta dopo
l'altra, riempiendo di catrame i
polmoni, certo che si sarebbe accorta
della mia presenza perché non smisi un
solo istante di fissarla.
Lola era bella. Uterina.
Commestibile e succosa. Una figa da
sballo. Per tutto il tempo che mi persi
a osservarla non si alzò dal divano
dove era seduta. Rifiutò ogni
invito a ballare rivoltole da qualche
temerario ragazzo preferendo restarsene a
chiacchierare con chi le stava seduto
attorno. Di tanto in tanto indirizzò lo
sguardo nella mia direzione, forse perché
incuriosita dal mio atteggiamento.
Non le staccai gli occhi di
dosso fintanto che, aiutato dal calore
della musica di Carlos Santana, che
iniziò a intonare con la chitarra Black
Magic Woman, mi avvicinai al divano dove
Lola era seduta per invitarla a ballare.
- Balliamo? - dissi quando
fui al suo cospetto.
Lola mi guardò da capo a
piedi prima di prodursi in una qualsiasi
risposta. Quando lo fece fu per
rifiutare l'invito.
- Mi spiace, ma non ne ho
voglia.
Massimo mi aveva messo in
guardia informandomi che Lola non
ballava balli lenti, ma soltanto twist e
shake, pertanto non mi sorpresi quando
rifiutò l'invito.
- Non ne hai voglia? Ma
allora che cazzo ci sei venuta a fare
alla festa? - dissi acido.
Sorpresa dal tono delle mie
parole si trovò in difficoltà nel
reagire alla provocazione non sapendo
quale risposta darmi. Fui più svelto
dei suoi pensieri. Le afferrai un polso
e la trascinai verso di me obbligandola
a sollevare il culo dal divano.
Non si ribellò, lasciò
che la conducessi a forza lontano dalla
stanza, nemmeno mi chiese dove la stavo
trascinando. Avrebbe potuto
divincolarsi, fuggire, gridare, ma non
fece niente di tutto questo. Mi venne
appresso come una cagna fa con il suo
padrone: questo la diceva lunga sul
fatto che le piacesse essere trattata in
malo modo.
Raggiungemmo il piano
superiore della villa. Mi infilai in una
delle stanze da letto con lei appresso.
- E adesso? - disse dopo
che mi premurai di chiudere la porta
alle nostre spalle. - Posso sapere che
intenzioni hai?
Mi allontanai da lei e
andai a sedermi sul bordo del letto a
due piazze. Mentre il materasso
ondeggiava sotto il peso del mio corpo
rimasi a osservarla senza pronunciare
una sola parola.
Bella la era per davvero,
desiderabile soprattutto, con un fisico
maturo, diverso da quelli adolescenziali
delle altre ragazze che presenziavano
alla festa.
- Spogliati. - dissi certo
di sorprenderla.
- Cosa?
- Voglio che ti togli i
vestiti che hai addosso. Subito!
- Ma ti sei ammattito? Con
chi credi di avere a che fare?
Mi avvicinai a Lola e le
rifilai un paio di ceffoni sul viso. Lei
piegò le ginocchia, ma non cadde a
terra. Tornai a sedermi sul bordo del
letto e rimasi in attesa. Non passò
molto tempo prima che decidesse di
togliersi gli abiti come le avevo
ordinato.
Lo spogliarello che mise in
atto ebbe tutta l'apparenza di una
sfida. Partendo dall'alto verso il basso
liberò uno dopo l'altro i bottoni dalle
asole della camicetta. Il tessuto cadde
sul pavimento senza che Lola smettesse
per un solo istante di staccare lo
sguardo dal mio. Subito dopo essersi
liberata della camicetta abbassò la
cerniera della gonna. La fece scivolare
lentamente lungo le cosce fino a farla
cadere attorno le caviglie.
Spogliata dei vestiti, con
indosso il solo reggiseno e delle
mutandine a fiorellini, rimase in piedi
a pochi passi da me in attesa che le
impartissi un altro comando.
Soddisfatto per l'atto di
sottomissione non volevo pretendere
nient'altro da lei. Rimasi sorpreso
quando, dopo qualche istante, proseguì
a spogliarsi. Si liberò del reggiseno e
successivamente degli slip, allora mi fu
chiaro che lo stava facendo soltanto per
se stessa, propensa a sfidarmi.
Nuda era ancora più bella
di quanto l'avevo vista vestita. Capelli
neri come una macchia d'olio, gambe
lunghe, fianchi stretti, tette sode, Lola tradiva una certa emozione.
I capezzoli all'insù si
muovevano seguendo il ritmo accelerato
del respiro a causa dell'emozione. Mi
soffermai a guardare il sottile
cespuglio di peli scuri, a forma di
cuneo, che le nascondevano le labbra
della vagina alla mia vista. Tutt'a un
tratto divaricò le cosce e con le dita
aprì le porte rosa del paradiso che mi
apparve bagnato dei suoi fluidi.
- E adesso? - disse in tono
provocatorio guardandomi dritta negli
occhi.
- Adesso vieni qui da me,
t'inginocchi, e me lo succhi, il cazzo.
- dissi in modo perentorio.
Si mise a ridere. Raccolse
dal pavimento le cose di cui poc'anzi si
era liberata. Indossò gli slip e subito
dopo rimise il reggiseno. Soltanto
quando ebbe finito di vestirsi si
rivolse a me.
- Andiamo via da qui, dai.
Non le diedi risposta ma la
seguii dappresso quando mi prese per
mano. Scendemmo le scale ce ne andammo
dalla villa senza salutare nessuno dei
convenuti alla festa.
Quella sera, scopando come
ricci nell'abitacolo della mia Fiat 500,
mi accorsi che non era vero che nessuno
l'aveva mai scopata come Massimo aveva
asserito. Anzi, un paio di sere dopo mi
propose persino d'incularla.
Una gran troia quella che
soltanto qualche anno dopo sarebbe
diventata mia moglie.
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