FESTA DI COMPLEANNO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

    Oggi Monica festeggia il suo compleanno. Tutt'e due prestiamo servizio come infermiere nella medesima clinica. Lei nel reparto delle donne, mentre io in quello degli uomini. Incrociandola fra una pausa e l'altra di lavoro le ho dato a intendere che, in questo giorno di festa, sarei disposta a esaudire ogni suo desiderio, anche il più strambo, perché voglio che sia felice.
   Se le nostre colleghe di lavoro fossero a conoscenza del rapporto saffico che ci lega ne resterebbero scandalizzate, infatti, sono molte coloro che giudicano indecente il legame d'amore fra donne.
   Non è facile per chi è lesbica vivere senza impedimenti la propria omosessualità senza subire condizionamenti dal mondo circostante. Fare sesso con Monica per me è importante, ma non è tutto, mentre il sentimento d'amore che nutriamo una per l'altra è qualcosa di molto più profondo.
   La forte attrazione che avverto nei suoi confronti si è trasformata col passare del tempo in una passione che non mi dà pace.
   Prima di conoscerla avevo avuto altre storie, scopato con diverse compagne di letto, ma nessuna aveva saputo nutrirmi di sesso come ha fatto lei. Sono diventata sua schiava ed esserla lo ritengo un privilegio.
   Sono lesbica e me ne vanto. Lo sono da sempre, credo, ma non ho in odio gli uomini. Quando mi chiedono se scopando con una donna mi manca qualcosa, allora rispondo che sono in grado d'avere un'erezione e mantenerla per ore, meglio di un uomo, rotolandomi in un letto, sfregando il clito su quello della mia compagna, da sopra, da sotto e di fianco, facendola godere: sempre.
   Monica mi ha fatto scoprire un mondo di cui ero all'oscuro, un mondo in cui la passione è innalzata a grado superiore, privilegiando elementi quali la sottomissione, l'ubbidienza e la devozione.
   Il giorno che ha preso servizio in clinica da subito si è instaurato fra noi un rapporto di simpatia, conoscenza che in poco tempo è andata ben oltre la semplice comunanza di lavoro.
   Una sera, dopo poche settimane che aveva preso servizio in clinica, incrociandomi nell'ascensore, mi aveva spinto contro una parete della cabina e attirata a sé, facendomi assaggiare il sapore mielato delle sue labbra sulle quali avrei voluto morire tanto ero eccitata.
   Avevo subito il furore dei suoi baci senza reagire, fintanto che le sue labbra avevano schiuso le mie inumidendo i denti che tenevo congiunti, finendo per lasciarmi penetrare dal flusso scabro della sua lingua.

   Provo una forte attrazione per Monica, ne subisco il fascino e sono lusingata dalle carezze che sa offrirmi quando penetra ogni anfratto del mio corpo. Subisco l'arte della sua seduzione e non so stare lontana dalla sua persona. Lei ordina e io ubbidisco. Una cagna in calore, quella sono io per lei. Sono conscia che la nostra relazione potrebbe interrompersi da un giorno all'altro, oppure durare fino alla prossima estate o continuare all'infinito. So bene che appena troverà un posto di lavoro vicino a casa se ne tornerà in Calabria e mi lascerà qui, da sola, a rimpiangerla.

   Quello di cui Monica ha voglia è di una scopata selvaggia. Me lo ha detto un paio di ore fa incrociandomi nei corridoi della clinica. Mi ha inseguita, poi all'orecchio ha insistito a dirmi che ha voglia di leccarmi la figa. E io voglio soddisfare ogni sua voglia.
   Non vedo l'ora che la sua bocca si adagi sul mio pube e l'adorni di baci, accerchiando il clitoride di saliva, succhiandolo fino a farmi ubriacare di piacere, e non m'importa se correremo il rischio di farci scoprire dalle nostre colleghe di lavoro.

   Abbandono il reparto con qualche minuto d'anticipo rispetto alla fine del turno di lavoro. Dall'armadio del guardaroba carpisco un paio di lenzuola e le tengo sottobraccio mentre scendo le scale che conducono negli spogliatoi. Il deposito dove sono ammucchiate le reti metalliche, come pure i telai dei letti per i casi di emergenza, si trova in una stanza attigua ai gabinetti, poco lontano dai locali che fungono da spogliatoi del personale infermieristico della clinica.
   Quando raggiungo il deposito la porta è socchiusa. Da una piccola finestra filtra la luce che illumina il locale e serve a dare aria all'ambiente. Afferro uno dei materassi accatastati in un angolo del locale e lo stendo sulla rete metallica di un letto. Lo copro con uno dei due lenzuoli che mi sono portata appresso dal reparto e resto in attesa.
   Il cigolio della porta che si apre alle mie spalle mi avverte del sopraggiungere di qualcuno. La figura di donna che mi viene incontro la conosco assai bene. Le braccia di Monica mi cingono i fianchi. Mi sbottona la vestaglia e me la toglie lasciandomi con le sole mutandine e il reggiseno. Respiro il delicato profumo dei suoi capelli sul mio viso, mentre le sue mani si avventurano sui capezzoli e li accarezzano delicatamente.
   Mi libero del velo che porto sul capo e lo getto sul letto. Sciolgo i capelli e resto completamente nuda. La mia compagna mi circonda il collo di carezze e baci facendomi ondeggiare le gambe. Mi attira a sé e le sue labbra si schiudono sulle mie inumidendomi l'apertura della bocca.
   Le sento calde, morbide, delicate, come i petali di un fiore. La punta della lingua si spazientisce contro i miei denti che tengo volutamente serrati barricandomi dietro l'apertura, ultimo baluardo al gioco della mia resistenza. Lei non sembra spazientirsi, anzi, aspetta che mi arrenda ai suoi baci dopodiché entra con la punta della lingua dentro di me.
   Cavalchiamo l'onda del piacere inumidendoci le labbra di saliva, ingorde di tutto ciò che appartiene alla bocca dell'altra. La sua mano scivola nel mio fondo schiena là dove le natiche si toccano. Entra nell'incavo lungo e stretto e con le dita scende giù fino a sfiorarmi il lume dell'ano per uscirne subito dopo provocandomi più di un brivido di piacere. Mi trascina sul materasso, si tuffa con le guance fra le mie cosce e mi lecca la figa nutrendosi del fluido che la umidifica.
   Non scorgo il suo viso mentre mi esplora il pube, e nemmeno vedo la sua bocca che ingorda lambisce ciò che fra le cosce ho di più prelibato. Mi sento confusa. Le accarezzo i rossi capelli e sospingo il suo viso verso il mio pube.
   - Ancora... ancora. - la supplico.
   Soltanto dopo avere fatto la sua conoscenza ho compreso ciò che faceva difetto nella mia vita. Lei ha saputo riempire questo vuoto e ora sono felice.
   Seguita a succhiarmi il clitoride colmandomi la figa di saliva. Arrischio a congiungere le cosce, ma lei attanaglia le mie ginocchia e le tiene scostate con la forza delle braccia.
   - Basta... Basta... Ti prego... Ti prego... - la imploro.
   La sua abnegazione non ha fine. Mi spoglio delle residue difese e mi abbandono al potere delle sue labbra. 
   Il cuore mi pulsa in maniera disordinata, sono confusa. Monica è insaziabile. Il ritmo forsennato con cui mi sta leccando la figa mi riempie di sudore in tutto il corpo eccitandomi a dismisura.
   - Ancora... Ancora...
   - Vengo... Vengo...
   - Sì... Sì... E' bello... E' bello.
   - Godo... Godoo... Godoooo...
   Mi tuffo nella sua figa cingendola d'assedio. Le divarico le labbra per abbeverarmi del nettare che custodiscono, e di cui vorrei ubriacarmi fino a stare male. Scivolo con la lingua nell'intimità del suo clitoride, decisamente più in carne del mio. Passo la lingua sulla sommità del corpo erettile umettandolo di saliva, dopodiché do l'assalto alla radice e inizio a succhiarlo per intero fino a eclissarmi con la bocca in tutti i suoi recessi. Lei ha una serie di orgasmi multipli, molto più intensi rispetto a quelli che ha procurato a me. Mi compiaccio nel sentirla fremere di piacere, perché ascoltare le sue urla mi illude di avere assimilato lo stesso suo potere, ma so bene che non è così.
   Monica incrocia le cosce fra le mie e inizia a sfregare il clitoride sulle labbra della mia figa. In perfetto accordo trasciniamo i clitoridi, ritti e turgidi, uno sull'altro. Monica ha il sopravvento su di me e mi conduce a una danza che conosco e mi eleverà all'estasi erotica. Sto per addentrarmi in questo delirante piacere quando la porta si apre e non siamo più sole.
   - Troie! - strilla una voce maschile che credo di conoscere molto bene.
   Riprendiamo a strofinarci le fighe infischiandocene di tutto e di tutti, consce che la vita non è altro che un grande bluff e non bisogna negarsi nulla che dà piacere.

 

 

 
 

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