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VERONIQUE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Quando
Véronique mise piede nella caffetteria
all'angolo tra Rue Saint-Denis e Rue de
Braque, nel 3e Arrondissement, il
gestore del locale era affaccendato
a lavare tazze e bicchieri
accumulati nel lavello.
La caffetteria, modesta, ma
arredata con gusto, si trovava a due
passi dalle Halles ed era frequentata in
massima parte da una clientela
abitudinaria che apprezzava i piatti
preparati nella cucina.
Véronique
era solita occupare il medesimo tavolo,
quello situato in un angolo appartato del locale, contiguo
a una delle due vetrine che si
affacciavano sulla strada, da lì poteva
essere notata dai passanti.
Raggiunse il bancone
e ordinò un bicchiere di Beaujolais
nouvea, poi andò a sedersi al solito
tavolo, dopodiché volse lo sguardo
oltre la vetrata parzialmente appannata
per le basse temperature della strada.
Si premurò di pulire il vetro con un
fazzoletto di carta levato dalla
borsetta e rimase in attesa.
Le
rughe, tracce dell’incedere
del tempo, lasciavano trasparire sul
volto dei lineamenti fini e un passato
di rara bellezza. Indossava una
minigonna rossa e una camicetta bianca,
sbottonata quanto basta per esibire un
ampio decolleté, propensa a
competere con le giovani prostitute e
viados che da un po' di tempo affollavano il quartiere. A
lei si rivolgevano soprattutto clienti avanti con
l’età, ma dispensava piacere anche a qualche ragazzetto,
perlopiù nordafricani, di cui
soddisfaceva le voglie al prezzo di una
ventina di euro scarsi. Non guadagnava
molto, ma almeno con quei soldi riusciva
a campare.
Tutt'a un tratto un uomo di
mezza età entrò precipitosamente nel
locale. Fuori aveva iniziato a piovere a
dirotto e non aveva con sé l'ombrello
con cui ripararsi dalla pioggia.
L'acquazzone lo aveva colto impreparato
mentre camminava per la strada e nella
caffetteria aveva trovato un insperato
rifugio. L'uomo ordinò un caffè e si mise a
parlare con Fabien, il banconiere.
Qualche secondo dopo entrò nella
caffetteria un giovane di bella presenza. Si guardò
intorno, poi andò dritto verso il
bancone. Si mise seduto su uno sgabello a
trampolo da cui osservare le persone che
occupavano i tavoli della caffetteria,
poi ordinò una Beck's che si mise a bere a
collo.
Qualche istante dopo entrò
nel locale Roland. Volse subito lo
sguardo nella direzione del tavolo che
occupava Véronique. Era certo che
l'avrebbe trovata lì. Andò dritto
verso la donna e occupò la sedia
lasciata libera di
fronte a lei, soddisfatto per averla
trovata disponibile. Rimase qualche
secondo con gli occhi chiusi sforzandosi
di dirle qualcosa d'interessante, ma non ci riuscì. Afferrò il
bicchiere prente sul tavolo, quello
che Véronique aveva appena avvicinato
alla bocca e, mentre i loro occhi
s'incrociarono, depose le labbra
sull'impronta di rossetto lasciata dalla
bocca della donna, poi iniziò a bere.
Affascinata da quel gesto, lei, piccola
e fragile, attese che le rivolgesse la
parola ma inutilmente. Stettero muti,
uno di fronte all'altra, fintanto che
Roland si decise a parlare.
Le raccontò del litigio
che aveva avuto con la moglie e le
scaricò addosso una sequela di parole.
Véronique gli prese la mano da lui
stesa attorno al bicchiere sistemato sul
tavolo, la accarezzò a lungo e fece di
tutto per infondergli un po’ di
coraggio. Dopo una decina di minuti,
quando la pioggia aveva ormai cessato di
cadere, uscirono insieme dalla
caffetteria. Senza scambiarsi una sola
parola, sotto un cielo plumbeo come il
carbone, presero la direzione
dell'abitazione di Véronique distante
un paio d'isolati dalla caffetteria.
Mentre salivano i gradini
verso il quinto piano dell'edificio il
cuore di Roland palpitava per la fatica,
ma soprattutto per l'emozione. Le labbra
di Véronique si incresparono di un
sensuale sorriso mentre lo accompagnava
verso la stanza da letto. Appena furono
nella camera gli abbassò i pantaloni e
si premurò d'infilargli un
preservativo, srotolandolo sino alla
radice del cazzo. Subito dopo si chinò
in ginocchio e glielo prese in bocca,
poi incominciò a succhiarlo,
avvolgendolo per intero con le dita,
fermandosi soltanto quando i gemiti di
piacere di Roland sembrarono preludere a
un imminente orgasmo. A quel punto si
levò la camicetta, la gonna, e per
ultime le mutandine, infine si sdraiò
sul letto e spalancò le gambe.
Roland bruciava dalla
voglia di entrare fra le cosce della
donna. Si lasciò cadere su corpo di Véronique
e cominciò a montarla.
Quando Roland si accinse a
lasciare l'appartamento, portandosi
appresso l'odore del sesso appena
consumato, corrispose a Véronique 50
euro come compenso della prestazione
precedentemente concordata, dopodiché
fece ritorno a casa dove lo aspettavano
i due figli, la moglie e un freddo
letto.
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